domenica 1 novembre 2009

Cervia

Qualche giorno fa mi sono capitate tra le mani vecchie fotografie che risalgono agli anni '50, quando d'estate andavo al mare a Cervia, in Romagna. Da qui mi è partito un amarcord vero e proprio. Arrivare a Cervia era una viaggio non breve. Partenza dalla Centrale di Milano; la locomotiva a vapore con le ruote enormi. Si arrivava a Rimini e lì si cambiava. La locomotiva a vapore diventava molto più piccola e si arrivava a Cervia rasentando case e canneti; di tanto in tanto si vedeva il mare, una striscia azzurra sul fondo, un brulicare di riflessi. Davanti alla stazione di Cervia, sulla piazza, si prendeva un calesse tirato da un cavallo e si prendeva la strada che conduce al Grand Hotel sulla spiaggia che allora era chiuso; una traversa prima si girava a destra e alla prima a sinistra. La seconda casa sulla destra era la nostra pensione gestita dai signori Benelli, Giovanni e Solisca che avevano tre figli. Uno, l'ultimo, era un po' più giovane di me e io giocavo soprattutto con lui. Cucina fantastica, tutto fatto in casa dalla Solisca con un gruppo di donne che l'aiutavano. Il nostro bagno era sul lungomare Deledda, vicino al Grand Hotel, il secondo o il terzo. Era molto semplice. C'erano le cabine a destra e a sinistra, la doccia, le liste di legno che si inoltravano nella spiaggia vuota; poi si doveva correre perchè la sabbia scottava fino alla fila di ombrelloni.

Da lì per arrivare al mare c'era ancora un bel tratto. Li si facevano le piste per le biglie, dei capolavori a curve paraboliche. La bagnina era un donnone felliniano con il grembiule bianco e il fazzoletto bianco in testa. Le giornate erano belle, calde. Qualche volta capitava una giornata brutta, come quella della foto; allora si andava ugualmente in spiaggia a passeggiare, se non pioveva. Quella è mia madre sulla spiaggia in una di quelle giornate.

Passavano i venditori di bomboloni ma non si potevano mangiare altrimenti si ritardava l'ingresso in acqua. C'era la mia amica di Milano Ambra, è la bambina con il panino in una foto fatta a San Marino; gli altri due sono un'altra amichetta di Milano e il figlio dei signori Benelli che invidiavo molto perchè era capace di nuotare sutto il pelo dell'acqua con gli occhi aperti.
Qualche anno fa passavo da quelle parti e ci sono tornato. Ho trovato subito la strada, sapevo perfettamente dove era il posto anche se erano passati più di quarant'anni. Entrando nella via dove si trova la pensione ho immediatamente sentito un profumo che non avevo più sentito da allora; è il profumo di una pianta, di un fiore della casa d'angolo. Veramente incredibile che ci fosse ancora!

Sono entrato con moglie e figli nel cortile della pensione dove facevo i compiti delle vacanze. Sul fondo, dove c'era e c'è la veranda, si è aperta la porta ed è uscito un signore piuttosto anziano. Mi ha guardato e mi ha chiamato per nome. Incredibile, mi aveva riconosciuto! Ha chiamato subito la Solisca dicendo: "Solisca, guarda che c'è" e anche lei mi ha riconosciuto subito. Ho capito che non solo io avevo vissuto quegli anni in modo molto intenso ma la stessa cosa era successa a loro. Evidentemente facevo parte di una storia importante, della storia della loro vita e del resto la nostra famiglia faceva parte di quella storia perche tanti altri nostri parenti erano andati da loro in vacanza. Anche Ambra passava da loro qualche volta. Ho saputo che era sposata con figli. L'ho cercata da allora ma non l'ho trovata. Ho risentito il loro bel modo di parlare, quella bella inflessione romagnola che ti parla subito di simpatia, di accoglienza, di generosità e che imparavo subito per la disperazione della mia maestra. Amo profondamente quella terra generosa.

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