sabato 11 maggio 2013

Pane e cultura

L'11 maggio 1946 la Scala riapriva dopo i bombardamenti della guerra, ricostruita in un anno. Oggi si taglia la cultura quando il primo pensiero dei milanesi stremati dalla guerra fu quello di ricostruire il loro più grande teatro. Lo ricordava ieri l'assessore alla cultura Filippo del Corno nel suo intervento durante la presentazione della prossima stagione dell'orchestra Verdi. Si dirà che c'è la crisi e che i problemi sono "altri". Chissà perché i problemi sono sempre "altri" e mi piacerebbe che qualcuno di questi "altristi" desse una risposta sul perché i milanesi dopo la guerra pensarono subito, accanto alla ricostruzione delle case e al ripristino dei servizi essenziali, alla ricostruzione della Scala, che tutto sommato poteva anche essere considerata non prioritaria e quasi superflua e lo fecero in un anno quando oggi, con i mezzi che abbiamo, ce ne voglio minimo dieci per costruire una linea di metropolitana. Il risultato è che andando avanti di questo passo, senza investire in nulla, prima o poi usciremo dalla crisi ma saremo distrutti. A tutto ciò si deve resistere altrimenti siamo destinati alla catastrofe.


venerdì 10 maggio 2013

La nuova stagione del ventennale della Verdi

Stamattina a Palazzo Marino, nella sala dell'Alessi stracolma, è stata presentata la stagione del ventennale della Verdi. Essere arrivati a questo traguardo è stata dura se si pensa che solo sei anni fa, in una drammatica assemblea dei soci, si dovette decidere se fare o non fare la stagione successiva a causa dei debiti accumulati, non per cattiva gestione (anzi!) ma per l'assenza totale delle sovvenzioni pubbliche promesse.
Ora siamo arrivati a questa stagione che si aprirà a Londra con un concerto ai BBC Proms il 5 settembre, alla Scala il 15 e che proseguirà con 38 concerti, 18 nelle tre repliche del giovedì, venerdì e domenica e 20 in due repliche, il venerdì e la domenica. A questi concerti si aggiungeranno quelli del crescendo in musica, quelli della barocca (8) e quelli della domenica mattina (10) incentrati sulla proposta molto interessante di autori del novecento storico italiano.
Avremo l'esecuzione dell'ottava sinfonia di Mahler diretta dal maestro Chailly, non in Auditorium per questioni evidenti di spazio, avremo il ritorno del maestro Jurowski con l'esecuzione della sesta di Mahler e, cosa per me graditissima, la riesecuzione del War Requiem di Britten, dopo l'esecuzione di un paio di anni fa in Scala: un brano di immensa bellezza. Personalmente sono felice anche per lo spazio sempre maggiore che viene dato a Jader Bignamini che si sta affermando sempre di più anche a livello internazionale.
Inoltre il maestro Gaetano d'Espinosa sarà direttore principale ospite, cosa questa molto bella in considerazione della sua bravura e della sua giovane età, e il maestro Fabio Vacchi che sarà Compositore Residente e che presenterà un suo nuovo lavoro.
Mi auguro che i risultati artistici siano grandi e che l'orchestra, giunta ai venti anni di vita, possa affermarsi sempre di più in campo nazionale ed internazionale con soddisfazione di tutti e possa costantemente consolidare la propria identità e raggiungere grandi risultati artistici senza dimenticare tutti gli altri complessi, il coro, il coro di voci bianche e le orchestra junior che sono parti integranti del grande progetto artistico e culturale che la Fondazione porta avanti fin dalla sua costituzione.
Non mi dilungo oltre ma segnalo un articolo di un'amica che riassume molto bene i contenuti della prossima stagione.

mercoledì 1 maggio 2013

Frederic Rzewski: un compositore di lotta

Ieri sera all'Elfo in Corso Buenos Aires Andrea Rebaudengo, dell'Ensemble Sentieri Selvaggi, ha eseguito The People United Will Never Be Defeated che Frederic Rzewski scrisse nell'autunno 1975 come 36 variazioni sul tema della famosa canzone cilena El pueblo unido jamas serà vencido di Sergio Ortega che risale ai tempi della presidenza cilena di Salvador Allende. Il pezzo fu commissionato da Ursula Oppens che lo eseguì il 7 febbraio 1976 a New York.
Il brano si configura come un classico tema con variazioni come le Diabelli di Beethoven o le Variazioni su un tema di Haendel o di Paganini di Brahms. Essendo un brano degli anni 70 raduna in sé tecniche e stili moderni che vanno dal puntillismo a Stockhausen con suggestioni di Satie, Debussy e anche romantiche. Dopo una grande improvvisazione finale, che il pianista può eseguire a piacere, il tema iniziale torna, come nelle Variazioni Goldberg di Bach, e viene portato in trionfo con una perorazione e un'apoteosi finale commovente degna di un compositore di lotta come Rzewski.
Grande esecuzione di Andrea Rebaudengo che è stato premiato, alla fine della fatica veramente improba vista la difficoltà trascendentale del pezzo, da un'autentica ovazione. Un trionfo.
Si è trattato di una bellissima prosecuzione della serie di concerti "Musica impura" che fa seguito all'altrettanto bellissimo concerto di martedì scorso, 23 aprile, diretto da Carlo Boccadoro.
Si conclude così questo lunghissimo e interminabile mese di aprile che era iniziato con l'esecuzione dell'Oratorio di Pasqua a cura della Verdi Barocca e che ha visto il proprio culmine glorioso il giorno 23 con la laurea di mio figlio e il punto più basso, musicalmente parlando, con l'esecuzione in Auditorium della terza sinfonia di Marsalis, la Swing Symphony, un brano troppo lungo e noioso, una collezione di luoghi comuni jazzistici (ti aspetti che entri il sax, entra il sax, che entri la tromba, entra la tromba, ecc.) senza inventiva e creatività degna di un compositore come Marsalis dotatissimo musicalmente ma retrogrado e noioso. Meglio ma molto meglio tornare, a questa stregua, a Count Basie e al Duke Ellington del Cotton Club: creatività ed energia a palate. Peccato perché l'esecuzione dell'orchestra Verdi diretta da Wayne Marshall è stata splendida con 'aggiunta dell'ottima Jazz Band di Paolo Tomelleri.