venerdì 31 agosto 2012

Nuove frontiere

Si discute spesso sulle interpretazioni dei vari brani musicali di cui è ricca la letteratura. Allora c'è chi in una certa sinfonia di Beethoven, poniamo, preferisce Karajan (quello degli anni '50, o degli anni '60), oppure Furtwaengler o Bruno Walter. Talvolta le interpretazioni sono così diverse da sembrare quasi un altro pezzo.
Esistono poi le rielaborazioni a partire da temi non originali. Ciò avveniva già nel Medio Evo dove, magari, si prendeva spunto da una canzone del tempo e ci si costruiva sopra una messa, oppure si partiva da un'aria famosa e ci si scriveva sopra una serie di variazioni (vedi ad esempio Mozart o Beethoven), ma la stessa cosa succede ad esempio nel jazz.
Giovanni Allevi con questa nuova opera recupera queste antiche prassi ormai avvizzite e dai risultati spesso modesti, come si vede dagli esempi sopra indicati, immettendo in esse nuova linfa vitale.
Partendo da una canzoncina semplice semplice, Pulcino Pio, ne ricava un pezzo di struggente intensità, crepuscolare, in pieno stile Allevi. Stavo quasi per mettermi a piangere.
Sarebbe un peccato se Allevi non proseguisse su questa strada.

Stagione estiva

Ieri sera si è conclusa la stagione estiva dell'orchestra Giuseppe Verdi. A dire il vero, a causa di impegni vari, non l'ho seguita molto. In pratica ho partecipato al primo appuntamento, in concerto pianistico di Roberto Cominati del 5 luglio e a quest'ultimo appuntamento con i brani scelti dalla Carmen di Bizet (qui ho linkato la selezione dall'edizione di Bernstein del 1972 che personalmente amo tantissimo in alternativa a quella altrettanto strepitosa di Karajan del 1963 con Leontyne Price, Franco Corelli e i complessi viennesi) affidati alla direzione di Jader Bignamini
E' stata una serata piacevole anche se personalmente non amo le selezioni che fanno perdere il filo della drammaturgia dell'opera; inoltre mancava il coro e in certi momenti l'opera ne ha risentito, ad esempio nel duetto finale dove la mancanza dei coretti in lontananza del toreador dall'arena che fanno da contrappunto al dramma che si stà vivendo in primo piano faceva perdere parecchio dell'effetto generale, soprattutto nel momento in cui Carmen muore e il coro intona il coro del toreador, vita e morte mescolati, come una marcia funebre.
Comunque i cantanti nei ruoli principali erano buoni, ma anche quelli dei ruoli più secondari, il Don José di Marco Frugoni, drammatico e appassionato, la Micaela di Aurora Tirotta, gran voce, la Carmen di Tiziana Fabbricini, che però talvolta mi è parsa come affaticata e con qualche problema di intonazione e l'Escamillo di Alberto Gazale che per la sua aria ha fatto un'entrata spettacolare rivelando da subito una presenza scenica notevole; sicuramente un Escamillo notevole e credibile anche come torero schiumante testosterone come un toro. Mancava il toro, ma probabilmente lo aveva parcheggiato fuori prima che combinasse qualche guaio incornando qualche violinista in orchestra.
Bella prestazione dell'orchestra con le prime parti in evidenza (flauto, oboe, clarinetto, fagotto e arpa) nei vari entr'acte; molto bravi anche i corni in alcuni passaggi molto delicati.
Vigorosa direzione di Jader Bignamini.
Il prossimo appuntamento ora è alla Scala per il concerto di domenica 9 settembre con la direttrice cinese Xian Zhang e Ivan il Terribile di Prokofiev, una delle opere che dirige meglio.
Poi inizierà la stagione che speriamo sia ricca di concerti suonati bene ma soprattutto diretti bene!

giovedì 30 agosto 2012

Mozart

Il giorno in cui nacque mio figlio, martedì 11 ottobre 1988, pioveva. Tornai a casa dalla Mangiagalli verso le 10 di sera. La situazione era un po' così, non si sapeva cosa pensare. La moglie operata e il figlio in incubatrice. Feci due telefonate e poi presi il primo CD che mi capitò tra le mani. Senza neanche guardare lo misi nel lettore. Erano le sonate da chiesa di Mozart. Quella musica così dolce della prima sonata mi prese in pieno e da allora non riesco a riascotare quella musica senza rivedere mio figlio in una incubatrice attaccato a tutti i fili possibili ed immaginabili, neanche dopo quasi 24 anni, ma non è un'immagine triste, anzi, è molto molto dolce e tenera.


Milano Arte Musica

Ieri sera, nella chiesa di Santa Maria della Passione, la seconda chiesa più grande di Milano, si è conclusa la rassegna di musica dall'antico al barocco di Milano Arte Musica e si è conclusa in grande con un concerto dell'Accademia Bizantina diretta da Antonio Dantone tra concerti grossi di Haendel, Geminiani, Alessandro Scarlatti e Giovanni Lorenzo Gregori e opere vocali di Haendel, il Salve Regina HWV 241, l'antifona mariana Haec est regina virginum HWV 235, che parte su un motivo che Haendel qualche anno dopo riciclerà nella Watermusic e il Gloria HWV Deest, riscoperto nel 2001.
Concerto magnifico con musiche tutte belle ed ottimamente eseguite dall'Accademia Bizantina capitanata splendidamente dal primo violino Stefano Montanari che si è prodotto in interventi solistici di grande sensibilità e con l'intervento dell'ottimo soprano Carolyn Sampson, gran voce.
Difficile dire cosa ho preferito nel concerto. Ogni brano aveva dei particolari di grande interesse dal punto di vista dell'esecuzione. 
Tutto esaurito e pubblico giustamente molto soddisfatto. Tra il pubblico parecchie delle persone che ho sempre visto in tutti i concerti che ho seguito quest'estate, alcuni me li ricordavo anche dall'anno scorso, e diverse persone che girano attorno all'Auditorium, tra gli altri Ruben Jais.
Si conclude così questa rassegna che era iniziata con le suite bachiane eseguite proprio in Auditorium lo scorso 10 luglio dalla Baroque Venice Orchestra diretta da Andrea Marcon. Rassegna veramente splendida che ho cercato di seguire ogni volta che potevo e di cui ho scritto, ma non sempre. Si può dire che nessun concerto sia stato men che bello e gli esecutori sono stati sempre eccellenti. L'appuntamento è, a Dio piacendo, per il prossimo anno.

mercoledì 22 agosto 2012

Claudio Monteverdi

Questo è il 400° post per cui festeggio dedicandolo ad una delle mie vere passioni musicali, ovvero Monteverdi.

Questo Beatus Vir dalla Selva Morale e Spirituale naturalmente è un capolavoro, come praticamente tutto ciò che ha scritto il grande Claudio (è il giorno dei Claudio oggi).



Claude Debussy

Buon compleanno Claude!

Con la prima composizione sua che ho sentito, Nuages, così strana e magica



e con una sua composizione estrema del 1914/15, i Six Épigraphes antiques


martedì 21 agosto 2012

Nocino

Domani travaso il nocino.
Mio padre e mio nonno facevano il nocino utilizzando 24 noci raccolte il giorno di san Giovanni (24 giugno), le tagliavano in quattro e le mettevano in una boccia di vetro con un chilo di zucchero e un litro di alcool; dopo 40 giorni lo travasavano in bottiglia ed era pronto.
Io seguo la ricetta del disciplinare dell'ordine del nocino di Modena.
Le noci me le procuro dal nostro amico Giorgio che ha una campagna al confine tra Piemonte e Liguria. Noci assolutamente BIO. Le noci, per essere utilizzate in modo proficuo, devono essere al giusto grado di maturazione verificabile con l'utilizzo di uno spillo. Uno spillo deve poter penetrare nella noce altrimenti vuol dire che il guscio interno si è già formato. Sarà il cambiamento del clima ma ormai se si raccolgono le noci il 24 giugno si rischia che siano troppo avanti nella maturazione per cui le raccogliamo una settimana prima, circa.
Le noci sono 33 o 35 (mai in numero pari!!), vengono tagliate in quattro per il lungo e messe in una boccia di vetro (privo di guarnizione di gomma) da tre litri. Si aggiungono 800 grammi di zucchero e si lasciano le noci a macerare al sole per due giorni mescolandole un paio di volte al giorno finché non avranno sviluppato il liquido che mescolandosi con lo zucchero produrrà uno sciroppo.
Dopo due giorni si aggiunge un litro di alcool e si lascerà la boccia di vetro per 9 settimane in una zona parzialmente soleggiata mescolando di tanto in tanto.
Passate le 9 settimane si travasa, filtrando, in bottiglie di vetro scuro che verranno riposte in cantina al fresco ed al buio.
In teoria si dovrebbe consumare non prima di 12 mesi dopo. Noi qui facciamo uno strappo alla regola e lo assaggiamo il giorno di Natale. Una meraviglia! Quest'anno però ho fatto razione doppia per cui ne lascio da parte un po' per l'anno successivo.
A proposito di liquori questa estate ad Otranto in un ristorante, a fine pranzo, ci hanno offerto un liquore a base di alloro, un digestivo fantastico. La gentilissima signora, titolare del ristorante, ci ha spiegato come farlo ed in effetti poi ho trovato la ricetta anche su internet, con poche varianti.
Per le foglie d'alloro non ci sono problemi perchè userò quelle della pianta che ho in giardino in campagna.
Si raccolgono un mucchietto di foglie, circa 30 (sempre dispari!), le si lava e asciuga e le si mette a macerare con un litro di alcool per una settimana. Successivamente si prepara uno sciroppo con acqua (700 gr.) e zucchero (350 gr.), lo si lascia raffreddare e successivamente vi si versa dentro, filtrandolo, l'alcool con le foglie. Lo si lascia per circa un mese, filtrando eventualmente un'altra volta e il digestivo è pronto.
Questa non è l'unica ricetta possibile ma probabilmente sarà quella che seguirò.

sabato 11 agosto 2012

Stefano Montanari e Bach

In due serate, 9 e 10 agosto, in una afosissima Cappella Portinari a sant'Eustorgio (non è proprio possibile fare qualcosa per migliorare questa situazione ambientale?), trasformatasi per l'occasione in una serra tropicale, Stefano Montanari ha eseguito i "Sei solo a Violino senza Basso accompagnato" ovvero le tre Sonate e le tre Partite per violino di Johann Sebastian Bach, datate 1720 ma scritte probabilmente qualche anno prima (ma non troppi), ovvero il vertice assoluto della musica per violino solo di ogni epoca.
Stefano Montanari prima ancora di essere un grandissimo violinista, forse il più grande violinista barocco di questi anni, è un grande musicista che si è diplomato non solo in violino ma anche in pianoforte con lode, un grandissimo continuista ed anche, in tempi più recenti, direttore d'orchestra. L'anno scorso era venuto in Auditorium per i sei concerti brandeburghesi con l'Accademia Bizantina, di cui è violino concertatore, diretta da Ottavio Dantone ma l'avevo sentito come direttore un paio d'anni fa in Auditorium quando venne a dirigere un concerto della Verdi barocca e l'attività di direttore negli ultimi anni lo ha visto spesso sul podio per dirigere opere di Mozart, Donizetti, Rossini, ma anche per la Carmen di Bizet a Lione, questo a testimonianza della vastità dei suoi orizzonti musicali.
E' impossibile descrivere o semplicemente dire cosa siano state le esecuzioni che Stefano Montanari ci ha donato in questi due concerti se non dicendo semplicemente che sono state straordinarie.
Giusto per memoria mia, dovessi rileggere queste due righe fra qualche anno, vorrei solo ricordare l'esecuzione della seconda partita, con cui si è concluso in secondo concerto.
La seconda partita, nella bellissima tonalità di re minore, è quella che si conclude con la famosa Ciaccona, che Montanari ha fatto come bis nel primo concerto, giusto per gradire.
Stefano Montanari ha eseguito la partita stendendo un grandissimo arco a partire dal re in pianissimo con cui inizia la Allemanda fino al medesimo re con cui si conclude in pianissimo la Ciaccona. C'era qualcosa di funebre, di mesto in questa esecuzione. La stessa Ciaccona è partita in pianissimo, come un lamento, con il tema iniziale, crescendo poi man mano, arrivando anche a passaggi eseguiti con grande passione e partecipazione, quasi con un certo furore, prima dello spegnimento finale con il medesimo re dell'inizio tenuto in pianissimo con una bravura ed un'intensità da mozzare il fiato. Letteralmente da brividi tutto il passaggio arpeggiato eseguito con millimetrici scarti dinamici.
Eseguire queste musiche è difficilissimo per il virtuosismo che richiedono al violinista ma soprattutto perchè non basta la perizia tecnica per venirne a capo.
Da questo punto di vista Stefano Montanari è stato esemplare perché con le sue interpretazioni così creative e ricche di fantasia è stato capace di raccontare queste opere sottraendole dall'area della pura astrazione e sacralità del testo per renderci partecipi di un grande e profondo momento di umanità realizzata in musica. In questo senso credo che abbia reso un grandissimo servizio a Bach, e ciò non è certo poco!
Gran pubblico in entrambe le serate con posti esauriti. Grandi ovazioni da parte di un pubblico piuttosto accaldato che, spenti gli applausi, ha guadagnato rapidamente l'uscita verso la frescura della sera milanese.

martedì 7 agosto 2012

Can't Find My Way Home

I Blind Faith! Torno ai miei 18 anni! Fantastici Steve Winwood ed Eric Clapton.



Stravaganze

Ieri sera, nella chiesa di San Pietro in Gessate, di fronte al palazzo di giustizia, bel concerto nell'ambito del Festival di musica antica Milano Arte Musica con Rinaldo Alessandrini e il Concerto Italiano.
Alessandrini ha proposto una cavalcata nella musica italiana tra seicento e settecento partendo da Girolamo Frescobaldi e la sua Canzona a quattro dal Libro Primo del 1626 fino a Baldassarre Galuppi da Burano con un suo concerto per archi in sol minore. Il lungo percorso è stato tracciato grazie a Dario Castello e la sua Sonata Decimo Settima dal Libro II delle Sonate Concertate in Stil Moderno del 1629, una sonata dal gusto teatrale con la tipica alternanza di momenti di distensione e di maggiore dinamismo e tensione drammatica che ricorda molto da vicino lo stile dei grandi madrigali di Monteverdi, Biagio Marini di cui è stato eseguito il Passacaglio del 1655, Carlo Farina e il suo Capriccio Stravagante, una sequenza di brani realmente stravaganti tra galli, galline, gatti, trombette, chitarre, cani, lire e pifferi, Giovanni Legrenzi e la Sonata quarta a quattro del 1682, Antonio Lucio Vivaldi e il Concerto in sol minore RV 156 (fantastico nella sua brevità) e Francesco Geminiani con il Concerto Grosso n. 3 dall'opera 3.
Un concerto bellissimo con musiche tutte belle, all'insegna della fantasia e della stravaganza.
Bravissimi il Concerto Italiano diretti da Rinaldo Alessandrini al clavicembalo.
Peccato solo per il caldo tropicale all'interno della chiesa (tutto esaurito), ma evidentemente di questi tempi neanche le chiese riescono ad essere almeno un po' fresche.
Nell'intervallo mia moglie ed io abbiamo incontrato Carlo Boccadoro che è persona gentilissima, di rara affabilità, di grandissima scienza musicale in ogni direzione possibile dell'universo musicale ed è pure molto simpatico.

mercoledì 1 agosto 2012

Ofiuco

Da qualche giorno mi girava per la testa questa parola: ofiuco. Chissà da dove veniva. Comunque sono andato a vedere che cosà è questo ofiuco ed ho appreso che è il tredicesimo segno zodiacale posizionato tra scorpione e sagittario ma ho appreso anche che i segni zodiacali non sarebbero tutti di uguale grandezza per cui la divisione del cielo in 12 porzioni uguali sarebbe sbagliata considerando anche il fatto che queste parti non sono 12 ma 13, introducendo una grave e disturbante asimmetria.
Ecco la tabella dei segni con le dati di inizio e fine:

Ariete: 18 aprile - 13 maggio
Toro: 13 maggio - 21 giugno
Gemelli: 21 giugno - 20 luglio
Cancro: 20 luglio - 10 agosto
Leone: 10 agosto - 16 settembre
Vergine: 16 settembre - 30 ottobre
Bilancia: 30 ottobre - 30 novembre
Scorpione: 23-29 novembre
Ofiuco: 29 novembre - 17 dicembre
Sagittario: 17 dicembre - 20 gennaio
Capricorno: 20 gennaio - 16 febbraio
Aquario: 16 febbraio - 11 marzo
Pesci: 11 marzo - 18 aprile

Come si vede ci sono segni molto lunghi, ad esempio la Vergine, mentre altri sono molto corti, il Cancro o lo Scorpione. Poi c'è una cosa molto strana ovvero che quello che prima era il Cancro ora diventa i Gemelli e quello che prima era l'Aquario diventa quasi integralmente il Capricorno..
Andando a vedere la nuova tabella viene fuori che io non sono più una Vergine ma un Leone. Quanti anni a sentire gente che ti diceva: "Ah, sei della Vergine, poverino", oppure "Eh quelli della Vergine così precisini e noiosi". Io a dire il vero non sono mai stato un precisino e la cosa veniva spiegata a causa del mio ascendente, Sagittario. "Quello che ti salva è il tuo ascendente" mi si diceva pensosamente e dondolando la testa. E invece no! Sono del Leone e con questo la finiamo lì.
Andando a controllare altre persone osservo che mia moglie dal Capricorno passa al Sagittario (ottimo), mio figlio grande dalla Bilancia alla Vergine (ahi ahi) e il piccolo dal Sagittario all'Ofiuco, lo stesso segno di Beethoven (e qui ci deve essere qualcosa che non va). Mio padre era e resta del leone così come mio fratello e anche mia madre resta nei Pesci.
Però c'è qualcosa che non va.
Io ho un rapporto un po' conflittuale con mia madre spiegato sempre dal fatto che una Vergine come può andare d'accordo con una dei Pesci (segno in opposizione), tutta irrazionalità. Ma se io sono del Leone come la mettiamo?
Anche con quella che considero la prima ragazza, un Cancro, le cose andarono male e la successiva (astrologa) mi diceva: "Ma tu, Vergine, cosa volevi capire di un Cancro?"; ma in realtà lei era dei Gemelli, il segno di mia nonna materna (che a dire il vero scivolerebbe al Toro), e io con i Gemelli mi sono sempre trovato d'incanto.
Ma anche con l'astrologa si apre un problema perchè lei era dell'Aquario; la nostra relazione finì miseramente dopo poco più di un anno e mi dicevo: "Certo, con un Aquario, figuriamoci!" e invece era del Capricorno, segno con il quale sono sempre andato d'accordo.
Insomma, una gran confusione e quanti ragionamenti sbagliati. Ricordo un'amica dell'astrologa che un giorno che si parlava di progetti di prossime vacanze diceva: "In questo periodo ho Marte in transito su Scorpione! Non devo prendere decisioni importanti, è meglio se me ne sto schiscia" e infatti per una settimana non uscì di casa. Invece il transito era su Ofiuco! Se lo avesse saputo magari usciva dandosi alla pazza gioia e si trovava pure un fidanzato di cui aveva un gran bisogno.
Ignoro se la questione sia dibattuta in convegni, sulle riviste del settore (quelle da "Amore 5 palle, Salute 3 palle, Lavoro 2 palle) e se si siano valutate tutte le conseguenze sociali di una simile modifica che è di una portata anche superiore a quella che ci ha fatto passare dal sistema geocentrico aristotelico-tolemaico a quello eliocentrico copernicano.