mercoledì 20 aprile 2011

Ravel prossimo venturo

La prossima settimana ci sarà Ravel con il suo concerto in Sol suonato da Roberto Cominati. Quando penso al concerto di Ravel (a sinistra nella foto con Stravinskij) immediatamente faccio un collegamento con Arturo Benedetti Michelangeli e con Martha Argerich e la sua interpretazione con Claudio Abbado.

Soprattutto mi viene in mente il secondo movimento, così disteso e indescrivibile che per me ha sempre avuto una valenza apotropaica nei confronti dell'ansia. E' una musica lieve, scritta una nota dopo l'altra con la matita e la gomma dove devi sempre cercare di stare in mezzo, nè troppo avanti ne troppo indietro. Stratosferica l'interpretazione di Benedetti Michelangeli con Celibidache, una meditazione trascendentale.
Però, parlando di Ravel e di dita sulla tastiera penso anche allo Scarlatti di Benedetti Michelangeli, che non è certo filologico, ma di una musicalità e perfezione straordinarie, e anche a Marta Argerich che suona Scarlatti come pezzo da bis. Non ho avuto la possibilità di ascoltare e vedere Benedetti Michelangeli dal vivo; Martha Argerich sì ed è impressionante perchè sembra entrare nel pianoforte tanto è naturale il suo modo di suonare.
Ma tornando a Ravel penso anche a Couperin, ad esempio con Les Bergeries dal VI Ordre de clavecin, un delizioso Rondeau, o con Les Fastes de la grande et ancienne Menestrandise, dall'XI Ordre, in 5 atti:
1. Les Notables et Jurés Menestrandise
2. Les Viéleux et les Gueux
3. Les Jongleurs, Sauteurs et Saltimbanques, avec les Ours et les Singes
4. Les Invalides, ou gens estropiés au service de la Grande Menestrandise
5. Désordre de Déroute de toute la troupe, causés par les Yvrognes, le Singes et les Ours
per tornare a Ravel, e al suo Tombeau de Couperin, che per me è la più bella musica pianistica del primo novecento, dove nel Menuet, nella versione orchestrale (l'orchestra è quella della Università Statale di Milano diretta da Alessandro Crudele che suonano in una sala che frequento abbastanza spesso), l'oboe ricama la melodia con una purezza, una serenità e forse un po' di nostalgia assolutamente irresistibili.

lunedì 18 aprile 2011

Stagione 2011/2012 de laVerdi

Oggi è stata presentata la stagione "principale" de laVerdi di 38 concerti. Seguiranno le altre rassegne in altre presentazioni.
Innanzitutto c'è da dire della nomina di John Axerod a direttore principale; un'ottima scelta per un direttore che ha stabilito con l'orchestra un legame straordinario.
Per quanto riguarda le musiche avremo un'integrale di Ciajkovskij con la Zhang, che resta il direttore musicale, che dirigerà anche i concerti e le variazioni rococò con il violoncello. La cosa interessante è che i solisti saranno i vincitori del premio Ciajkovskij 2011. Avremo così modo di ascoltare giovanissimi artisti all'inizio della carriera.
Poi avremo Mahler con i cicli liederistici, in attesa della VIII sinfonia che ancora manca.
Inizierà un ciclo triennale dedicato alla musica sinfonica di Dvorak affidato ad Aldo Ceccato. Speriamo bene! Tra questi concerti dedicati a Dvorak ce n'è uno che corrisponde quasi esattamente ad un concerto a cui pensavo l'altro giorno, ovvero, nella prima parte, la serenata per archi op. 22 e la serenata per strumenti a fiato op. 44, a seguire una sinfonia; io pensavo all'ottava che è la sinfonia che preferisco, invece ci sarà la nona "Dal nuovo mondo", ovvero l'America. Me ne farò una ragione. Comunque va bene presentare Dvorak che è un autore famoso per poche composizioni, un paio di sinfonie, il concerto per violoncello e poco altro. Sarà un'occasione per apprezzare anche le altre sinfonie, fino alla giovanile prima, il concerto per pianoforte e quello per violino e i poemi sinfonici, in attesa che prima o poi si proponga anche lo splendido Stabat Mater o il Requiem.
La stagione inizierà con il consueto concerto alla Scala, domenica 11 settembre, dove, per ricordare quell'avvenimento tanto tragico di 10 anni or sono, verrà eseguito il bellissimo War requiem di Britten.
Il maestro Rilling dirigerà l'Elia di Mendellsohn, mentre il maestro Marshall dirigerà musiche di Holst, Bernstein e Marsalis.
Il maestro Axelrod dirigerà il requiem di Mozart e musiche di Debussy, Szymanowsky, Ciajkovskij, Bartok e di Giorgio Battistelli.
Giuseppe Grazioli, oltre a dirigere un nuovo ciclo domenicale che verrà annunciato, dirigerà un concerto dedicato al jazz nell'esperienza musicale del '900, da Jurt Weill, a Shostakovitch, Bernstein e Duke Ellington.
Jader Bignamini dirigerà un bellissimo concerto quando in aprile dirigerà i quadri da una esposizione di Musorgskij che saranno preceduti, nella prima parte, dall'esecuzione degli stessi nell'originale pianistico eseguito da Mikhail Rudy con la proiezione in sincrono del film d'animazione dalla versione teatrale di Kandinsky.
Claus Peter Flor, che è già tornato quest'anno con la II di Mahler, inizierà il ciclo delle sinfonie di Bruckner cominciando con la magnifica quinta sinfonia, mai ascoltata dal vivo, e la nona. Spero che le esecuzioni siano molto zen, alla Celibidache, per intenderci e spero anche che prima o poi si eseguano anche le tre messe, il requiem, e il Te Deum lasciando le altre pagine corali ad occasioni di ascolto più raccolto.
Ci sarà spazio anche per proposte di musiche contemporanee, con musiche di Silvia Colasanti, un concerto per violoncello e orchestra eseguito da David Geringas, e di Flavio Testi, Sacrae Symphoniae.
Nel mese di dicembre la Verdi Barocca assurgerà agli onori della stagione principale con l'esecuzione di due capolavori di Haendel, il Rinaldo, nel 300° anniversario della prima esecuzione, e il Messiah; ciò sarà possibile perchè l'orchestra e il coro voleranno in Oman per una esecuzione della Carmen di Bizet nel locale teatro a Mascate. Spero che il nostro attuale presidente del consiglio non dica niente sull'Oman in questi mesi o che non salti fuori qualche nipote del sultano, perchè, con la sfiga che porta, temo che scoppi una rivoluzione anche da quelle parti.
Fra i solisti di fama avremo Lars Vogt nel V di Beethoven, Boris Petrushansky in Shostakovich, Benedetto Lupo nel concerto per pianoforte di Dvorak, Radovan Vlatkovich nei concerti per corno di Mozart, Gianluca Cascioli ne primo di Beethoven, la nostra Elena Piva nei concerti per arpa di Haydn e di Boieldieu, Roberto Cominato nel IV di Beethoven, David Garrett nel concerto per violino di Brahms, Emanuele Arciuli in Bernstein, Simone Pedroni, con il nostro primo violino e primo violoncello nel triplo beethoveniano.
La stagione si concluderà con l'esecuzione dell'Andrea Chenier di Giordano. Personalmente è un'opera che detesto. Qualche tempo fa parlando con il direttore generale Luigi Corbani, si parlava della possibilità di fare qualche opera e lui mi aveva dettto che effettivamente questa era l'intenzione. E' arrivato l'Andrea Chenier che sarà molto amato dal pubblico milanese ma personalmente avrei preferito una Turandot, magari con il finale di Luciano Berio, o l'Elektra di Strauss, o il Wozzeck di Berg o l'Otello di Verdi, o perchè no, un bel Rigoletto nebbioso o un Trovatore fuoco e fiamme. Considerando che il 2013 sarà l'anno del bicentenario verdiano e wagneriano, spero che arrivi qualcosa di interessante in futuro.
E' stato inoltre confermata la collaborazione con l'università Yale.
Questa, per sommissimi capi, la stagione che è molto intensa. Certo la lista dei miei desiderata sarebbe piuttosto lunga, ma prima o poi riuscirò a sentire dal vivo per la prima volta o dopo molti anni Romeo e Giulietta e la dannazione di Faust di Berlioz, le scene dal Faust di Schumann, la cantata per la morte di Giuseppe II e il Fidelio di Beethoven, le messe e Rosamunda di Schubert, le sinfonie di Berwald, le sinfonie di Sibelius e un'ampia scelta di poemi sinfonici e alcune musiche corali dello stesso, le sinfonie e Le Roi David di Honegger, le nozze, Oedipus Rex, la sinfonia dei salmi, la sinfonia in do, la sinfonia in tre movimenti, la cantata del 1952 di Stravinsky, i Gurrelieder, Erwartung, il concerto per pianoforte di Schoenberg, la messa glagolittica di Janacek, le sinfonie di Ives, Sinfonia di Berio, musiche di Schnittke e di Busoni.
Comunque la prossima stagione sarà quella del ventennale e in quell'occasione tornerano sul podio molti direttori che hanno diretto la Verdi in passato. Non sono stati fatti nomi e se anche sapessi qualcosa non lo direi di certo. L'unico nome che è stato fatto è quello di Riccardo Chailly che tornerà a dirigere la Verdi. Sarebbe il minimo, dopo il detestabile comportamente che ha tenuto con l'orchestra qualche anno fa quando l'ha piantata in asso da un giorno per l'altro.
Pare anche, e questo sarebbe bellissimo, che verranno prossimamente pubblicati i DVD con le sinfonie di Ciajkovskij dirette da Vladimir (Volodia) Delman, il fondatore dell'orchestra, con l'allora giovanissima orchestra. Sarebbe un'occasione straordinaria per ricordare questo grande maestro assolutamente insuperabile in Ciajkovskij.

mercoledì 13 aprile 2011

La Verdi Barocca e Stefano Montanari

Stasera la Verdi Barocca sarà diretta da Stefano Montanari, violinista dell'Accademia Bizantina, in un interessante concerto con musiche di Rameau e Muffat, grandi rappresentanti di una delle epoche più gloriose della musica francese.
Sarà una bella occasione per avvicinarsi ad un repertorio praticamente sconosciuto in Italia.

martedì 12 aprile 2011

Nino Rota

Nell'ultimo concerto domenicale dedicato a Nino Rota, l'ottavo, a parte la musica scritta per la sfilata ecclesiastica da "Roma" di Fellini (geniale!), quattro canzoni dal "Giornalino di Gianburrasca" tra cui "Viva la pappa col pomodoro", quella che profeticamente ci ricorda che la storia del passato ormai ce l'ha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion, e la III sinfonia, si è potuto ascoltare il concerto per fagotto e orchestra del 1974/1977.
Segnalo espressamente proprio questo concerto perchè è stata, almeno per me, una grande sorpresa. Soprattutto il finale, un tema con variazioni, è una musica che al di là di tante considerazioni, è una musica veramente bella dove il già bellissimo tema, un po' alla Prokofiev, viene sottoposto ad una serie di trasformazioni ognuna delle quali ricrea lo spazio sonoro, disegna un nuovo arredamento, un nuovo ambiente, un nuovo spazio.
Bravissimo, come al solito, Giuseppe Grazioli che ha diretto con mano salta l'orchestra ed ottimo il solista, uno dei nostri primi fagotti, Alarico Lenti.
Confesso di avere snobbato Rota per anni, ma questa rassegna mi ha fatto cambiare idea e mi ha fatto anche capire una volta di più quanto sia ricca, varia e fantasiosa l'esperienza musicale novecentesca. Per quanto riguarda il Rota che scrive musiche per il cinema, personalmente sono convinto che se al tempo di Mozart e Beethoven ci fosse stato il cinema, avrebbero scritto musica da film pure loro.

Restiamo in Europa?!

L'Europa pare non esistere quando si devono trattare grandi questioni, come quella dell'immigrazione. L'Europa salva le banche, vara norme per la produzione dei formaggi, la coltivazione delle vongole, ecc. ma non ha una politica comune anche perchè questa politica viene influenzata dalle politiche locali. Così in Francia Sarkozy per non prenderle alle prossime elezioni assume posizioni di estrema destra per quanto riguarda gli immigrati ed avvia una guerra in Libia sciagurata, nata male e che finirà peggio. Altri, come i tedeschi che in passato (1999) ne hanno presi 900.000, ci dicono che 25.000/30.000 immigrati non sono un esodo biblico. Il nostro ministro Maroni, leghista, ci dice che a questo punto ce ne potremmo anche andare dall'Europa; per andare dove? Dichiaramo guerra alla Germania? Prima di parlare si dovrebbe avere un'alternativa a disposizione, credo. Poi, personalmente, dai leghisti non accetto simili considerazioni e lezioni sull'Europa visto che non hanno mai perso alcuna occasione per fare considerazioni sprezzanti sull'Europa e sull'euro e che anche ora parlano soprattutto per compattare la base e non perdere voti. Il leghisti, in genere, arrivano a concepire al massimo i confini del proprio comune, allargandosi forse alla provincia e come estrema astrazione la propria regione. Certo, concepiscono il concetto di Padania, che peraltro non esiste. I leghisti, quelli più duri della base, sono quelli del "Foeura di ball" (che significa "Vadano dove gli pare in Italia, basta che non vengano qui al nord") e che la pensano come Gentilini, ex sindaco di Treviso, che era arrivato al bando per i cani stranieri. Del resto basta prendere in considerazione gli interventi della base leghista a Radio Padania (un intervento a caso sui meridionali). Altro bell'argomento, non solo leghista, è quello delle radici cattoliche, che vale quando c'è da tuonare contro l'Islam ma non quando si vuole impostare un discorso di accoglienza civile, spesso con la connivenza vergognosa della chiesa medesima.
Comunque non capisco più se il confine italiano sia solo un confine italiano o europeo. Temo che sia solo italiano visto che la Francia manda l'esercito ai nostri confini per respingere gli immigrati in Italia. Quest'Europa non mi piace proprio.

lunedì 4 aprile 2011

Le risate!

Mi crepa la panza dal ridere! Quest'uomo è proprio un'iradiddio! Se non ci fosse, lo si dovrebbe inventare!
Ma si! Con tutto quello che succede nel mondo è meglio farci sopra una risata.
Comunque si deve ammirare la recitazione e naturalmente fare grandissimi complimenti a chi gli scrive queste scenette di genere.
Con questo talento per la recitazione poteva diventare un attore a livello di un Eduardo de Filippo (glielo aveva predetto Pirandello), ma anche di più! Invece, come Enea tra le braccia di Didone sentiva Mercurio e il suo richiamo imperioso "Italia! Italia! di cui vedeva già la gloria futura in Romolo e Remolo, egli ha sentito il richiamo della politica al quale non ha potuto e saputo resistere, e così ha abbandonato Talia, Melpomene e Tersicore che ammutinate insieme si dannavano per lui.