lunedì 22 novembre 2010

Nino Rota


Ieri mattina in Auditorium abbiamo avuto il secondo appuntamento della rassegna di dieci concerti dedicati a Nino Rota di cui l'anno prossimo ricorre il centenario della nascita.
Nel corso della rassegna si eseguiranno molte musiche da film, per le quali Rota è giustamente famoso, e molte altre musiche che non hanno una destinazione cinematografica, perchè Nino Rota era un compositore di musica del '900 che scrisse anche musiche per film. Del resto anche Beethoven scriveva musiche di scena, ma se ai suoi tempi fosse esistito il cinema, scommetto che avrebbe scritto anche lui per il cinema. Nino Rota aveva una predisposizione naturale per la musica da film perchè la sua musica ha sempre una qualità particolare, crea uno spazio, evoca un ambiente.
Di questo ci si è resi conto anche ieri all'esecuzione, ad esempio, del concerto per violoncello del 1925 (ricostruito ed in prima esecuzione assoluta), quando Rota aveva 14 anni scarsi. Di certo è un'opera molto ingenua e acerba, ma che ha dei momenti assolutamente incantevoli in certi dialoghi tra il violoncello e ad esempio un oboe su un tappeto di archi.
La stessa cosa si poteva rilevare nel concerto per archi del 1965, dove spesso non si è molto lontani da musiche da film come "Il padrino". Del resto l'ispirazione aveva delle costanti, delle sigle comuni che passavano da un pezzo all'altro.
Per quanto riguarda le musiche da film, sono state eseguite quelle per "La dolce vita", scritta per un'orchestra di soli fiati e una viola, e per "Le notti di Cabiria", dove, nella fisarmonica, si sentono già echi di "Amarcord" e nelle ondulazioni degli archi, un lontano presentimento de "Il padrino".
Bel concerto ottimamente diretto da Giuseppe Grazioni e suonato bene e con divertimento dall'orchestra.
Molto pubblico.

venerdì 19 novembre 2010

La Verdi - Concerto Damian Iorio



Il concerto diretto ieri sera da Damian Iorio, in replica oggi e domenica, aveva due motivi di interesse.
Il primo motivo consisteva nel fatto che veniva eseguito un brano di Aldo Finzi (1897-1945). Non credo che molti conoscano l'esistenza di Aldo Finzi, quale compositore italiano del '900. Io sapevo che esiste solo perchè ho avuto il piacere di lavorare in questi ultimi 12 anni con una Finzi, nipote del grande Bruno Finzi, matematico e ingegnere, rettore del Politecnico di Milano, genio del calcolo tensoriale e sul cui testo di meccanica razionale ho studiato con enorme piacere; questa Finzi, Lucia, mi diceva di un cugino che tutti gli anni organizza un concerto monografico dedicato alle musiche di Aldo Finzi. Questa volta è stata la stessa Verdi che ha messo in programmazione un brano di Finzi, L'infinito, del 1935, un brano lieve e poetico. La vicenda umana di Finzi fu tragica a causa del suo essere ebreo; la sua musica è stata dimenticata e messa da parte come tanta musica italiana di quel periodo scritta da musicisti italiani nati negli ultimi due decenni dell'800. Non sono convinto che quella generazione abbia prodotto sempre musica di alto livello, però penso che quella sarebbe una generazione un po' da riscoprire se non altro per capire dove andava la musica non operistica in Italia dopo Verdi e Puccini e prima della generazione nata negli anni '20, che ha segnato il rientro dell'Italia musicale nel panorama mondiale.

Il secondo motivo di interesse era costituito dall'esecuzione del primo concerto per violino e orchestra di Shostakovich con Natasha Korsakova. La Korsakova, la cui madre è pianista, ha iniziato a studiare violino a 5 anni con il padre Andrej, figlio di Boris, figlio di Nicolai Rimsky-Korsakov. E' vero che avere una così impegnativa genealogia può non garantire nulla nel campo dell'arte, ma in questo caso bisogna ammettere che i geni hanno lavorato bene. E' la terza volta che la ascolto, le altre due volte aveva suonato Lalo e Szymanovski, e questo volta temevo l'incontro con il primo concerto di Shostakovich, Op. 77, forse il concerto per violino più bello del '900, assieme a quello di Alban Berg. Invece la Korsakova ne ha dato un'esecuzione molto convincente ed è stata molto, veramente molto brava. Il concerto non è facile. Shostakovich lo scrisse nel 1947 ma se lo tenne nel cassetto fino al 1955, non erano bei tempi quelli; quando fu ben sicuro che Stalin fosse morto e che qualcosa cominciasse a cambiare lo pubblicò, come op. 99, e ne venne data la prima esecuzione con Oistrakh e Mravinskij. Il momento più intenso del concerto è il terzo movimento, una passacaglia che ricorda quella della precedente ottava sinfonia, un brano di grande poesia e tragicità.
Il concerto si è concluso la terza sinfonia di Rachmaninov. Evito commenti.
Grande prestazione orchestrale e molto bravo anche Damian Iorio che la settimana prossima ci delizierà con musiche da balletto da opere dell'800 italiano.

giovedì 11 novembre 2010

La Verdi barocca - Zelenka


Ieri sera, al secondo concerto della stagione della Verdi barocca, oltre al concerto per due violini di Bach, BWV 1043, ben noto, è stata eseguita la Missa dei Filii del compositore boemo Jan Dismas Zelenka, praticamente coetaneo di Bach e da lui conosciuto e stimato. Come accadde a moltissimi compositori di quel periodo, dopo la morte fu completamente dimenticato per essere riscoperto molti decenni dopo in chiave nazionalistica, facendone, appunto, il Bach boemo. La Missa dei Filii è del 1740 e fu lasciata incompiuta. Infatti si compone del solo Kyrie e del Gloria. Zelenka non è molto conosciuto; personalmente non avevo mai avuto l'occasione di ascoltarlo dal vivo. Merito quindi alla Verdi barocca per averlo proposto. Oltretutto la musica è molto bella, piena di ariosità italiana, di fantasia addirittura delirante nel finale del Gloria dove il tema della fuga finale si fonde con la musica dell'inizio. Molto intenso il Qui tollis. Grande successo per tutti.