mercoledì 26 febbraio 2014

Giustizia è fatta?

Il consiglio straordinario per mio figlio si è concluso con un nulla di fatto. Esposte le nostre ragioni ne è venuto fuori con un cartellino giallo, atto formale.
Quello che è emerso, però, è che il precedente consiglio fatto la settimana scorsa per la gentilissima signorina, che si era concluso con due giornate di squalifica per la medesima, è stato fatto senza aver ben chiaro tutto lo svolgimento dei fatti per cui il suo esecrabile comportamento appariva molto ma molto ridimensionato in quanto a gravità. Tra omissioni, i non ricordo, i non ho sentito, i non sapevo, sembrava che quella ineffabile signorina fosse una povera vittima di una situazione che non aveva voluto.
Ieri, invece, si è spiattellato tutto e a questo punto anche alcuni professori e una rappresentante degli studenti non hanno fatto della medesima stupenda signorina un ritratto molto lusinghiero, anche per esperienze passate nel passato.
Non vorrei dire cose gravi, ma, come diceva qualcuno, a pensar male forse si fa peccato ma non si sbaglia.
Comunque va bene così anche se forse non finirà così.

sabato 22 febbraio 2014

Facebook e la morte

Oggi sono rientrato in Facebook perché mi serve per una cosa ma non lo uso né lo userò.
Già che ero lì ho controllato un paio di cose su due utenze.
La prima è quella di una delle segretarie che lavorava con me e che è morta molto giovane due anni fa, il 12 marzo, mentre ero in Giordania. Mi avvisò un'altra collega. La sua utenza è ancora lì. Naturalmente nessuno ci scrive più. Mi chiedo fino a quando Facebook tenga le sue utenze. Questa è una forma di immortalità?
Poi mi è venuta in mente un'altra persona che non sentivo da un bel pezzo. Non so perché mi è venuto in mente.
Il primo messaggio sulla sua bacheca è di una persona che il 22 maggio 2013 scriveva: "Sarebbero 75. Ti penso sempre. Ciao."
Immediatamente sotto 14 persone, lo stesso giorno, scrivevano "AUGURI", "Auguriiiiiiiiiiiii", "Tantissimi auguri", "Vivissimi auguri" ..... (!).
Più sotto, il 22 gennaio, un'altra persona scriveva: "Ciao Mario. Non posso dimenticare le tue numerose lettere... ecc."
Evidentemente quest'ultimo era un suo amico vero e reale, mentre quelle altre 14 persone erano amici di Facebook avvisati da Facebook che il signor Mario in quel 22 maggio compiva gli anni e quindi gli facevano gli auguri ma non conoscendolo e neanche visitando mai la sua bacheca non sapevano che il signor Mario si era incamminato da quattro mesi versi i verdi pascoli del cielo.
Si dirà che tutto ciò è un sottoprodotto inevitabile di Facebook accompagnato da tante comodità di comunicazione, ma è certo che c'è uno scollamento enorme tra la vita vera fatta di persone che si frequentano, si conoscono e fanno delle cose assieme e la vita che si crea attorno e con Facebook o qualsiasi altro social con persone che non si conoscono, con le quali, anche se magari ti puoi trovare d'accordo in alcune discussioni, probabilmente non vorresti mai avere un rapporto e se le incontrassi dal vivo le sfuggiresti come spesso mi è accaduto, non senza stupore in alcuni casi, con indifferenza in altri.

venerdì 21 febbraio 2014

Musiche di Ciaikovskij che amo

Non amo molto Ciaikovskij. Trovo che ci sia qualcosa di piuttosto sospetto nella sua musica. Di Ciaikovskij amo poche cose: la seconda sinfonia, la sesta sinfonia, il Souvenir de Florence, Eugenio Enegin, Romeo e Giulietta (diretta da Delman, ascoltare, prego!!), Francesca da Rimini (prima e seconda parte dirette da Mravinskij!! osservare, ad esempio, come dirige attorno al quinto minuto della prima parte) e ben poco altro.
Comunque ho sempre amato molto l'approccio del grandissimo Evgeny Mravinskij alla musica di Ciaikovskij. Via i facili sentimentalismi, approccio virile (!), grande senso della forma, plasticità ed equilibrio classico.
Kurt Sanderling, tedesco, lavorò per anni in Russia proprio con Mravinskij a Leningrado. Il suo approccio a Ciaikovskij mi piace molto come mi piace questa quarta sinfonia berlinese di qualche anno fa con prime parti favolose (Schellenberger all'oboe, Leister al clarinetto, ecc.).

giovedì 20 febbraio 2014

Che scuola è questa?

Mio figlio è di origini colombiana ed è stato adottato. Nei primi sei anni della sua vita lo hanno picchiato, lo hanno fatto lavorare in una cava di pietra e, avendogli parlato poco e male, gli hanno creato un deficit notevole nell'articolazione delle frasi e delle parole. Quando è arrivato in Italia aveva le mani rattrappite. Non riusciva a tenere in mano una matita e non riusciva a fare una linea diritta lunga un centimetro. E' andato a scuola senza problemi anche con i suoi compagni. Ha il suo caratterino ma è un ottimo compagno. Non ha mai avuto problemi con nessuno e noi abbiamo dovuto fare un lavoro enorme per aiutarlo in tutto. Per fortuna ha anche un fratello che l'anno scorso, a 24 anni, si è laureato in ingegneria, ha fatto anche l'esame di stato e ora lavora
Quest'anno, l'ultimo, è finito in una nuova sezione. Dal secondo giorno ha cominciato ad essere preso di mira da una ragazza che subdolamente gli  faceva battute offensive del tipo, prendendo le giacche per uscire: "Ma guarda se devo vedere simili facce in questa classe" dandogli anche del "coglione" di tanto in tanto stando sempre attenti di non farsi sentire dai professori.
Noi, forse sbagliando, lo abbiamo sempre pregato di non reagire, di non metterle le mani addosso (fa kick boxing!), ma neanche di toccarla con un dito e di tenere basso il profilo sperando che la cosa finisse.
Invece dieci giorni fa, dopo un'interrogazione che mio figlio aveva sostenuto, quella ragazza dapprima è saltata su gridando che il voto era ingiusto (troppo alto) e la professoressa contestata se ne è stata zitta, e successivamente la ragazza ha cominciato a dare in escandescenze qualificandoci come "Famiglia di merda", "Gente che fa una vita di merda" il tutto davanti alla stessa professoressa che non ha reagito ma si è limitata a dire di smetterla. A questo punto mio figlio, che già portava pazienza da quasi cinque mesi con quella sciocchina, si è girato e ha detto: "Ma cosa dice quella puttanella?" (poteva dire stronza, il concetto era quello). A questo punto lei gli ha gridato che era un "immigrato" e poi ha detto anche altre cose sottovoce che non si sono ben comprese ma il cui contenuto potrebbe essere facilmente intuibile.
A questo punto sono andati entrambi in presidenza accompagnati dalle professoressa. Mio figlio si è scusato per la parola dal sen sfuggita mentre la ragazza ha detto che non gli avrebbe mai chiesto scusa.
Decisione: convocazione di un consiglio straordinario per la sola ragazza.
Nei giorni precedenti il consiglio mio figlio avverte un cambiamento di clima tutto a favore della ragazza perché dopo tutto anche lui l'aveva offesa, come se le due offese fossero paragonabili! A nessun figlio piace sentirsi dire che la sua è una famiglia di merda; nel caso di un figlio adottato, che a quella famiglia deve la sua rinascita, si può facilmente intuire quanto sia devastante un'affermazione del genere.
Martedì si è svolto il consiglio. Esito: due giorni di sospensione alla ragazza ma a questo punto convocazione di un consiglio straordinario anche per mio mio figlio, penso per il puttanella. Mi pare una decisione ben strana e quanto mai tardiva, quanto meno sospetta.
Ora andremo al consiglio e parleremo molto chiaro. Mi verrebbe voglia anche di dire che secondo la mia modesta opinione la responsabilità vera di tutta questa vicenda è la scuola perché se a scuola non è in grado di assolvere alla propria funzione educativa, qual è la sua funzione? Insegnare solo delle materie scolastiche o tirare su cittadini degni di questo nome?
Lo dico a malincuore perché noi non siamo mai stati genitori di quelli che danno ragione ai figli dando addosso ai professori perché abbiamo un rispetto grandissimo per la scuola in quanto tale.
Per questo la delusione è veramente grande.
Comunque il sunto di tutto ciò è che alla fine chi ci ha perso di più è stato mio figlio che non è stato tutelato per niente.
Che schifo!

mercoledì 12 febbraio 2014

Mi abbono?

Sento sulla Digital Hall dei Berliner Philharmoniker  un concerto free diretto da Simon Rattle nel 2010 con la IV di Beethoven e la prima di Mahler.
Gran concerto. Ottimo suono di alta qualità e bellissimo video.
Considerando che per 149 euro si può accedere per un anno a tutti i concerti, anche quelli degli anni passati e in archivio, quasi quasi mi abbono, tanto non ho altri abbonamenti.
Ho cancellato invece il mio abbonamento a Spotify. Lo ascoltavo ben poco.

lunedì 10 febbraio 2014

Claudio Abbado a Lucerna 2013

Questo è il concerto con il quale si inaugurò il festival di Lucerna 2013 e diretto da Claudio Abbado.
Programma meraviglioso con tre autori sui quali ha lavorato una vita pensando e ripensando.
Come diceva Abbado in un'intervista Beethoven è un autore nel quale c'è sempre da scoprire; praticamente te lo porti dietro per tutta la vita, come esecutore e anche come ascoltatore perché non si finisce mai di imparare ad ascoltare un autore che così generosamente ha sparso il proprio genio.
In questo concerto esegue anche l'Ouverture Tragica di Brahms, un pezzo meraviglioso e costruito in modo perfetto da Brahms partendo da piccole cellule tematiche. Questo pezzo di Brahms è la prima cosa che conobbi di questo autore e quindi gli sono particolarmente affezionato.
Tra Brahms e Beethoven, come faceva 40 anni fa nei concerti scaligeri, Abbado mette un brano novecentesco, questa volta Schoenberg con due brani tratti dai Gurre Lieder (il Lied der Waldtaube è un brano veramente impressionante). Uno Schoenberg iper tardo romantico e tardo wagneriano che scrive un pezzo ipertrofico, come Mahler con l'ottava sinfonia e Stravinskij con la Sagra. Poi l'orchestra si frammenterà in infinite combinazioni.
Per me questo concerto è difficilmente commentabile e non lo voglio neanche fare.
Ci sono delle cose però che mi hanno impressionato. Ad esempio come gli strumentisti guardano Abbado, come se fossero legati a lui da un fluido, tutta l'Eroica concertata magistralmente e condotta con tempi abbastanza rilassati, vedi il trio dello scherzo, e sommamente commovente con una marcia funebre vissuta come un brivido e quasi come una premonizione (impressionante la commozione di Abbado alla fine del movimento), la figura stessa di Abbado così fragile e chiaramente intaccata dal male osservato con preoccupazione, mi pare, da Roberto Benigni presente tra il pubblico, il gesto di Abbado, così parco ed essenziale, l'ovazione finale al termine dell'Eroica, l'ultima Eroica di Abbado!
Purtroppo Claudio Abbado non è più tra noi perché gli è capitato ciò che capita a tutti, prima o poi, ma gli dobbiamo essere grati per tutto ciò che ha fatto sempre ma in particolare in tutti gli anni seguenti alla sua malattia dove è come se avesse trovato in sé nuove forze, una grande umanità, una leggerezza e una trasparenza ineguagliabile.

Su Abbado e Beethoven questo video



domenica 9 febbraio 2014

Bye bye Facebook

Oggi alle ore 12 ho cancellato il mio account di Facebook.
Negli ultimi giorni c'era stata una piccola discussione sull'esecuzione della sesta di Mahler e sugli arbitri che il direttore si era concesso.
Personalmente c'ero rimasto molto male ma quello che mi ha maggiormente stupito è stato il constatare che diversi orchestrali ne erano stati molto contenti e che reputavano che queste licenze fossero giustificabili pur di realizzare una grande esecuzione di grande profondità, neanche il direttore giapponese fosse stato Klemperer, Bruno Walter, Mitropoulos, Scherchen, Horenstein o Barbirolli, che peraltro non si permisero mai abusi simili.
Potrà sembrare strano ed eccessivo ma ne sono rimasto quasi sconvolto, sicuramente molto colpito. Stupito cioè che dei musicisti fossero contenti di compiere assurdi abusi al testo scritto per inseguire le idee folli di un direttore che in quel momento era sul podio e che affermassero anche che si trattava di una grande interpretazione. Mi sono scoperto un'intransigenza che non mi conoscevo.
Poi ci sono stati dei botta e risposta che mi hanno molto stancato e annoiato. Alla fine, deluso da tutto ciò e poiché non intendevo che la mia bacheca diventasse la palestra per la manifestazione di idee che non condividevo affatto, anzi, osservando che mi dovevo difendere quasi fossi uno che stava dalla parte del torto solo perché invocavo come minimo il rispetto del testo, mi sono proprio stancato e anche per altri motivi mi sono cancellato.
Ora mi prenderò una lunga pausa da Facebook e anche da quell'orchestra.










domenica 2 febbraio 2014

Una strana sesta sinfonia "Tragica" di Eiji Oue

Spesso, per brevità, si dice, ad esempio, la "Pastorale" di Karajan o la "Patetica" di Bernstein per dire in sintesi "La Pastorale di Beethoven fatta da Karajan" o "La Patetica di Ciaikovskij diretta da Bernstein".
Nel caso dell'ultimo concerto in Auditorium con l'ottima orchestra Verdi (che per inciso ha suonato molto bene con piccole sbavature nei fiati), diretto dal direttore giapponese Eiji Oue, si potrebbe dire: "La sesta sinfonia "Tragica" di Oue da un'idea di Gustav Mahler".
Infatti il direttore giapponese, evidentemente inseguendo un proprio e personalissimo intento estetico ed espressivo, ritenendo evidentemente la partitura approntata da Mahler una bozza da perfezionare, nonostante tutte le indicazioni e le raccomandazioni che Mahler ha disseminato ovunque lungo tutta la partitura, non ha avuto esitazioni ad intervenire sulla pagina scritta.
Quindi, con una certa disinvoltura, e anche con una certa maestria, il suddetto direttore ha realizzato una nuova versione della sinfonia modificando la durata di alcune note, rallentando il tempo per evidenziare meglio alcuni particolari o alcune melodie, e accelerando con il medesimo intento e questo praticamente lungo tutto il percorso del brano. C'era da farsi venire il mal di mare e alla fine, sono onesto, non ci ho capito molto.
Personalmente, abituato fin dalla prima VI di Mahler che ebbi modo di ascoltare nel remoto 1969 sotto la direzione di un giovane e fiammeggiante Claudio Abbado, a cui sono seguite molte altre audizioni di questa sinfonia anche con molti altri direttori, ed essendomela anche studiata un po', me ne sono fatta una certa idea che ben raramente in qualche modo trovava riscontro nell'esecuzione dell'altra sera.
E' chiaro che ogni direttore gode di margini di manovra molto ampi ma restando dentro ciò che l'autore ha scritto per cui di fronte a certe trovate mi sono trovato piuttosto a disagio.
Per concludere  si è trattato di un'esecuzione che nulla ha aggiunto alla mia conoscenza di questa sinfonia, né dal punto di vista emozionale o puramente strumentale per cui la archivio come una serata molto particolare e un po' folle di cui avrei fatto volentieri a meno.
Però è un peccato perché il direttore giapponese in realtà non sarebbe niente male come si può notare ascoltando una quinta di Mahler registrata a Barcellona che non sarà un'esecuzione d'importanza storica ma si ascolta bene.