lunedì 20 gennaio 2014

Claudio Abbado

Questa mattina è morto Claudio Abbado. Ci sono cose che non si vorrebbe che avvenissero mai ma dalla morte non si può scampare. Per me che l'ho seguito in tutti i concerti e le opere, in tutte le repliche, letteralmente, dal 1968 fino al momento in cui lasciò la Scala, è mancata una persona che ha segnato profondamente la mia vita. Il mio dolore è grandissimo perché Abbado non è legato solo al ricordo di tanti incontri musicali ma alla mia personale esperienza di "ascolto" della musica. Per me Abbado, con i musicisti e altri artisti che in qualche modo gli stavano attorno, da Giorgio Strehler a Luca Ronconi, dal Trio di Trieste al Quartetto Italiano, da Maurizio Pollini a Dino Ciani, da Mirella Freni a Piero Cappuccilli, da Leonard Bernstein a Zubin Mehta a Seiji Ozawa, ecc. ecc. ha rappresentato la vera esperienza formativa della mia adolescenza e giovinezza. Fra tutto quello che ha diretto vorrei ricordare lo Stabat Mater di Pergolesi (con la grandissima Valentini Terrani, che ci lasciò troppo presto), un brano che non richiede certo un direttore d'orchestra dal virtuosismo funambolico, cosa peraltro che era ben lontano dallo stile di Abbado, ma richiede una grandissima sensibilità e Abbado lo dirigeva con grande commozione, quasi con le lacrime agli occhi.