venerdì 27 novembre 2009

Stagione 2009/10 de LaVerdi - Concerto N. 8


In questo VIII concerto il programma comprendeva "Pause nel silenzio" di Gian Francesco Malipiero e la V sinfonia di Gustav Mahler.
Malipiero, nato nel 1882, fu uno dei rappresentanti della generazione degli '80, che segnò una reazione al modo di fare musica all'italiana, il melodramma, e portò ad un rinnovamento del linguaggio musicale; scelta coraggiosa ed impopolare in un'epoca in cui imperversava ancora il melodramma. Il brano eseguito è del 1917, "Pause nel silenzio"" scritto in pieno periodo di guerra, quando, come ricorda lo stesso Malipiero, "era più difficile trovare il silenzio e quando, se si trovava, molto si temeva d'interromperlo sia pure musicalmente. Appunto per la loro origine tumultuosa, in esse non si riscontrano né sviluppi tematici, né altri artifici...".
La V sinfonia di Gustav Mahler, viene spesso fatta coincidere, alla grossa, con un momento di svolta della produzione mahleriana. Dopo le prime quattro sinfonie legate al mondo del ciclo di lieder del Knaben Wunderhorn e che trovano il loro culmine ideale nel finale paradisiaco della IV, la marcia funebre con cui inizia la V segna un gesto netto, uno strappo che inaugura una nuova stagione. Mentre nelle precedenti II, III e IV sinfonia la voce umana era stata sempre presente anche in forma corale, dalla quinta in avanti le sinfonie saranno solo strumentali, con l'eccezione dell'VIII. Inoltre il linguaggio musicale di Mahler introdurrà un sempre maggior uso del contrappunto, un contrappunto usato non per complicare artificiosamente la musica ma per chiarire sempre di più il discorso e per renderlo più completo ed articolato. In questo modo il racconto musicale di Mahler verrà collocato in una struttura formale più rigorosa non venendo però mai meno alle proprie caratteristiche; il suo linguaggio si purificherà e decanterà in aree di sempre maggiore rarefazione ed astrazione.
Però lo stacco rispetto alle sinfonie precedenti non è così netto. In realtà un cambiamento era iniziato già con la IV sinfonia, molto più classica nella forma delle precedenti II e III. Inoltre nella V sinfonia sono evidenti legami con la precedente IV. Ad esempio il tema della tromba nella marcia funebre iniziale era già presente nel I movimento della IV, e così la piacevolezza viennese del III movimento e il tema della morte dei bambini che nella IV sono posti nel paradiso del finale e nella V sono adombrati dalla citazione dei lieder dei Kindertotenlieder, ovvero le canzoni dei bambini morti, nella marcia funebre.

La quinta sinfonia fu scritta tra il 1901 e il 1902 e fu eseguita la prima volta nel 1904, in periodo molto felice della sua vita quando si sposò con Alma Schindler ed ebbe le due figlie nel 1902 e 1904.
La sinfonia è divisa in 5 movimenti che formano tre parti; la prima costituita dai primi due movimenti, la seconda parte dal III movimento e la terza parte dagli ultimi due movimenti.
La sinfonia inizia con una marcia funebre; non è una marcia idealizzata ma una vera marcia funebre, una banda che accompagna un funerale. Il successivo movimento, tempestoso con grande veemenza, è legato al materiale della marcia funebre; è un movimento estremamente agitato, un gesto disperato, una lotta con tutte le forza del male; solo alla fine del movimento si tenta una via d'uscita positiva con un grande corale che però si spegne subito e il movimento si chiude nella più totale oscurità e negatività.
Il terzo movimento è un grande scherzo con mosse di danza; una musica tipicamente viennese, nostalgica ma nello stesso tempo molto vitale.
L'ultima parte inizia con il famosissimo adagietto per archi ed arpa, un movimento pieno di sentimento e di tensione verso qualcusa a cui si tende senza poterlo, probabilmente, raggiungere. Non è un movimento sereno, anzi è un movimento estremamente tragico che esprime un senso di bellezza totale. Quando l'adagietto si spegne attacca il finale, un grande rondò basato su un lied del Knaben Wunderhorn, quello in cui un asino dal momento che ha le orecchie grandi ricopre il ruolo di giudice in una gara di canto, facendo vincere, naturalmente, il peggiore. Questo tema viene utilizzato per costruire un movimento di grande vitalità ed ironia, soprattutto quando cita stravolgendolo il tema dell'adagietto. Al termine torna il grande corale che porta la sinfonia ad una fine trionfante.
Quale percorso disegna Mahler in questa V sinfonia? Se Beethoven nella sua V sinfonia partiva da un problema tragico ed importante, da un dolore interiore a cui la sinfonia fornisce varie risposte ed alla fine lo porta al più grande senso di gioia nel suo superamento etico, con Mahler lo stato esistenziale negativo della prima parte trova una risposta nella frenesia dello scherzo, della vita, nell'oasi di pace dell'adagietto e nel finale piramidale in cui tutto ritorna con ironia e viene voltato forzatamente in positivo.
Si tratta di un finale provvisorio a cui seguirà un discorso che ricomincerà sempre da capo con la VI e VII sinfonia, un problema interiore ben precedente alla sua biografia e che con la sua biografia non ha quasi nulla a che fare, un problema a cui si tenterà di dare risposte successive tutte provvisorie.
Mahler non può esprimere certezze stabili perchè viveva in un'epoca in cui l'uomo stesso perdeva la propria connotazione di grandezza e tutto appariva improvvisamente provvisorio e non conoscibile e questo rende così difficilmente decifrabile e inconoscibile la sua musica.
Alla larga però dalla psicanalisi in musica e ascoltiamo, nel senso più autentico, la musica di Mahler!
Esecuzione molto buona del direttore Damian Iorio ottimamente assecondato dall'orchestra.

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