venerdì 13 novembre 2009

Musica del '900


La musica del '900 è in genere meno conosciuta di quella del '700 o dell'800. I motivi sono vari.
Uno di questi motivi risiede nel fatto che dal punto di vista armonico la musica del '900 tende a non rispettare più quelle regole che la musica tonale aveva rispettato per secoli. Se Beethoven scrive una sinfonia in Fa maggiore, la nota FA sarà la nota fondamentale del pezzo; quindi un tema in FA parte e torna al FA ed anche il giro armonico del pezzo è tale per cui alla fine si torna alla nota principale. Questa centralità della nota fondamentale viene già messa in discussione nell'800,ad esempio, da Wagner nel Tristano. In quest'opera prevale costantemente una certa ambiguità armonica e la musica procede per continue mutazioni e transizioni senza mai raggiungere un punto di stabilità. Questa instabilità genera una inquietudine, quasi un malessere. Non si hanno più momenti di affermazione forte di identità come accadeva nella musica "classica". La V sinfonia di Beethoven inizia in do minore e termina nel più affermativo ed esaltante do maggiore e la sua IX sinfonia inizia in re minore e termina nel re maggiore dell'Inno alla Gioia, una tonalità maggiore conquistata magari a fatica passando tra vari momenti di incertezza ma alla fine affermata in tutta la sua forza. La IX di Mahler, invece, inizia in re maggiore, un re maggiore però non affermativo ma sentimentale e nostalgico e termina in re bemolle spegnendosi, morendo.
Un'altra caratteristica della musica del '900 è la ricerca sul suono. Se nei secoli precedenti ogni strumento suonava in certi registri e produceva un certo suono, nel '900 gli strumenti vengono portati spesso a suonare in registri inusuali producendo suoni nuovi. Ad esempio nel famoso inizio della Sagra della primavera di Stravinskij egli fa suonare il fagotto in un registro acuto del tutto inusuale per questo strumento che si era abituati ad ascoltare in un borbottio e brontolio buffo e caricaturale, un clown dell'orchestra portato a fare il buffone. Molte delle reazioni negative alla prima della Sagra erano dovute proprio a questo uso degli strumenti. Uso strano che però non era nuovo perchè ad esempio nei Troiani, scritti attorno al 1860, Berlioz, nella scena dell'apparizione dello spettro di Ettore, fa suonare la tromba in un registro estremamente basso e, per prevenire reazione dal parte del suonatore, aggiunge una didascalia dove assicura che quelle note, ancorchè inusuali, esistono.
Nella musica del '900 inoltre vengono introdotti molti altri strumenti che normalmente non facevano parte dell'orchestra, soprattutto tra le percussioni e sono stati introdotti anche suoni elettronici a partire dal Theremin e dalle Onde Martenot utilizzate da Olivier Messiaen in una delle più clamorose musiche del '900, la sinfonia Turangalila del 1948.
Anche dal punto di vista formale la musica del '900 introduce grandi novità. Se prima la musica si esprimeva con forme ampiamente consolitate dalla pratica quali la sinfonia, il quartetto d'archi, il quartetto con pianoforte, la sonata per pianoforte, il concerto con strumento solista, il trio, la sonata per due strumenti, l'opera, nel '900, a parte alcuni autori, ad esempio Shostakovich, si assiste alla proliferazione delle forme e delle combinazioni di strumenti.
Nel '900 si produce quindi una grande varietà di tipologie musicali dovuta anche alle grandi differenze che esistono tra il far musica da parte dei vari musicisti. Se nei secoli precedenti il linguaggio musicale era piuttosto omogeneo per cui la musica di Bach non differisce di molto da quella di Telemann o di Haendel, la musica di Haydn e quella di Mozart sono piuttosto simili dal punto di vista delle forme, degli strumenti e dell'uso degli strumenti e il patrimonio armonico è identico, nel '900 invece ogni musicista, a parte gli emuli, ha un linguaggio musicale estremamente caratteristico per cui non si può confondere Debussy con Ravel o Milhaud, Bartok con Stravinskij, Elgar con Britten o Walton, Copland con Gershwin o Bernstein, ecc.
Nel '900 inoltre ogni nazione produce la propria musica portandosi dietro il linguaggio tipico della propria tradizione musicale. Ciò era già iniziato nell'800 con le scuole nazionali che però tutto sommato si esprimevano ancora con il linguaggio tipico della musica di area tedesca anche se usavano alcune caratteristiche delle tradizioni musicali del loro paese, ma nel '900 questo fenomeno esplode ed ecco quindi uscire allo scoperto tutta l'America dal nord al sud, gli anglosassoni e le nazioni orientali.
In totale quindi la musica del '900 presenta una varietà di linguaggi, di contaminazioni e di atteggiamenti musicali tali per cui ogni brano ha una propria caratteristica e richiede quindi all'ascoltatore un'attenzione che non si basa sull'abitudine, come può forse erroneamente accadere per la musica "classica" per cui ascoltare la sinfonia 29 di Mozart o la 91 di Haydn non richiede un grande mutamento di approccio nell'ascolto.
Si fa più fatica ad ascoltare la musica del '900 ma è la nostra musica.
Uno dei maggiori raggiungimenti musicali del primissimo '900 è "La Mer" di Claude Debussy (1862-1918) eseguito la prima volta nel 1905.
Questo brano, un caposaldo della musica del '900, è un brano in cui si descrivono tre momenti del mare.
Nella prima parte il mare dall'alba al sorgere del sole in tutto il suo splendore.
Nella seconda parte, uno scherzo, il gioco delle onde con la loro contiunua frantumazione in mille riflessi.
Nella terza parte il mare minaccioso, il mare che fa paura nel suo dialogo con il vento.
Non è musica descrittiva. Il fatto che sia intitolata al mare può essere considerato incidentale. Per Debussy è un'occasione per scrivere un pezzo dalle mille sfumature orchestrali; del resto il tema del mare torna spesso in Debussy.
Un grandissimo brano sinfonico, uno dei più grandi brani sinfonici della musica francese.

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