mercoledì 17 luglio 2013

Sera

Scende la sera e come mi accade in certe condizioni mi viene una gran malinconia. Forse saranno questi giorni che mi ricordano qualcosa che non ho mai dimenticato, forse sarà che domani si parte per un lungo viaggio e partire è un po' morire. Non vorrei mai partire.
In questi casi invariabilmente mi viene in mente il lied di Strauss Beim Schlafengehen dai suoi ultimi quattro lieder del 1948.
Scelgo l'esecuzione con la Janowitz e Karajan, insuperati e forse insuperabili.
Ieri 16 ricorreva l'anniversario della morte di Karajan, 24 anni, una domenica. Lo voglio ricordare così

martedì 16 luglio 2013

Leghisti

Quando vedo la faccia di Calderoli, la prima cosa che mi viene in mente è che mi sembra di vedere un bel maialino roseo. Poi guardo meglio e mi accorgo che è solo Calderoli.
Maroni non può dire, non so se l'abbia mai detto, di rappresentare tutti i lombardi. Riconosco che è stato legittimamente eletto grazie ad un'alchimia politica ma io non mi sento minimamente rappresentato da lui, quindi se eventualmente gli venisse la voglia di rilasciare dichiarazioni in quel senso, ci pensi bene.

lunedì 15 luglio 2013

Una scoperta (per me): Steve Reich

La lezione di Carlo Boccadoro alla Scuola di musica del Garda sabato scorso, 13 luglio, che aveva come tema la musica di Steve Reich è stata per me piuttosto rivelatrice, anzi decisamente rivelatrice.
Conoscevo poco di Reich, esponente di spicco del minimalismo in musica, ma con le spiegazioni di Boccadoro non dico che mi si sia chiarito tutto ma mi ha dato molti spunti di conoscenza e di riflessione.
Reich non è certo un compositore che scrive musica comoda o semplice. Come accade con il minimalismo si devono allungare bene le orecchie per sentire le variazioni minime che man mano si introducono e che ti portano da un punto ad un'altro in modo quasi inavvertibile. Se ci si distrae sei perduto, o almeno, io mi ci perdo e devo ricominciare da capo per riprendere il filo del discorso.
Nel corso della lezione si sono ascoltati dei pezzi fantastici come questo Music for 18 Musicians senza dimenticare altri brani come Drumming, Tehilim (con dei momenti di autentica gioia), Different Trains, Triple Quartet, Double sextet (qui diretto dallo stesso Boccadoro alla guida di Sentieri Selvaggi; doppio sestetto per i sei musicisti dal vivo suonano con se stessi registrati in precedenza)

giovedì 11 luglio 2013

mercoledì 10 luglio 2013

Dirigere con gli occhi

Ecco Leonard Bernstein nel video con l'esecuzione, come bis, del finale della sinfonia n. 88 di Franz Joseph Haydn, un autore di cui non si parlerà mai troppo bene tanto è grande, divertente, arguto e assolutamente geniale. Altro che una specie di domestico di corte!
I Wiener Philharmoniker ovviamente vanno anche da soli ma la concertazione è di Bernstein. Alla fine bastano dei cenni con gli occhi per dare gli attacchi. Certo, sarebbe un supplizio dirigere così, senza muoversi, e sarebbe anche assurdo, ma in questo caso Bernstein cede la scena all'orchestra, grandissima, anche se alla fine, ovviamente, raccoglie ancora più applausi.
Una cosa simile, ma con modalità diverse, la vidi fare a Evgeny Mravinsky quando venne alla Scala negli anni '70 per dirigere un concerto con la "sua" Filarmonica di Leningrado. Nella prima parte Mariss Jansons, che era suo assistente, diresse la sinfonia "Classica" di Prokofiev. Bella esecuzione, ma non migliore della mia edizione discografica con Ormandy e la Filarmonica di Philadelphia. Nella seconda parte Mravinsky, con le sue brave decorazioni sulla giacca, diresse la IV sinfonia di Brahms. Esecuzione impeccabile e senza alcuna concessione a sentimentalismi ma molto profonda. Durante l'esecuzione dello scherzo ad un certo punto Mravinsky si fermò completamente, non che si muovesse molto a dire il vero quando dirigeva normalmente, e lasciò suonare l'orchestra da sola. L'orchestra continuò imperterrita, ovviamente. Erano preparati alla perfezione, ovviamente.
Si citano anche casi in cui, per mancanza improvvisa della corrente elettrica, l'orchestra piomba nel buio e continua a suonare. Ciò dimostra solo la bravura dell'orchestra e del direttore che l'ha preparata e non che il direttore è inutile.

domenica 7 luglio 2013

Candide di Bernstein

Ecco Candide di Bernstein.
Musicato negli anni '50, si tratta di un adattamento da Voltaire scritto da Hugh Wheeler. Le liriche sono dello stesso Bernstein, di Lilian Hellman, John La Touche a altri.
Riadattato per la scena più volte, Candide arriva con questa versione alla sua forma definitiva. Infatti fu eseguita a Londra, al Barbican Centre, il 13 dicembre 1989 (circa una settimana dopo avrebbe diretto a Berlino la IX sinfonia di Beethoven in occasione dell'abbattimento del muro). Se si considera che Bernstein si sarebbe avviato verso gli infiniti pascoli del cielo il 14 ottobre dell'anno successivo, questa versione è senza ombra di dubbio veramente definitiva. L'orchestrazione è dello stesso Bernstein di Hershy Kay.
Rispetto alla versione su CD, questa in video è assolutamente da preferirsi perché non taglia le parlate, i ricordi, della moglie ad esempio, e le spiegazioni di Bernstein e i vari siparietti, soprattutto con il suo vecchio amico Adolph Green. Bravissimi tutti gli interpreti: Christa Ludwig, June Anderson, Nicolai Gedda, Kurt Ollmann (che già aveva cantato in West Side Story), Jerry Hadley, ecc. Se Dio vuole non c'era Pepecito Carreras.
Quella fu una serata memorabile, per chi era lì. In quei giorni a Londra Bernstein prese l'influenza, lo dice lui stesso all'inizio, scusandosi per la sua voce roca. Da quella influenza/bronchite non si sarebbe più ripreso trascinandosela per tutto il 1990. Quello fu però un anno memorabile di grandissime esecuzioni, su tutte la prima sinfonia di Sibelius e la IX sinfonia di Bruckner, il cui video trasmette una emozione difficilmente sostenibile, fino al suo ultimo concerto a Boston del 19 agosto 1990 dove eseguì musiche di Britten e Beethoven, la VII sinfonia. Più volte, durante l'esecuzione della sinfonia, Bernstein boccheggiò per la fatica di respirare. Nei giorni successivi annunciò il ritiro e meno di due mesi dopo morì. Troppe sigarette, caro Lenny!

martedì 2 luglio 2013

The making of West Side Story

La grandezza di Bernstein. La pazienza, non troppa, di Bernstein con Carreras alle prese con diversi problemini. L'amore di Bernstein per la Troyanos.
Imperdibile questo video con annessa bestemmia di Carreras (non tagliata) al minuto 1.06.38 a conclusione di una sessione difficile.
America, il song preferito da Bernstein, inizia al minuto 49.
Un video che ho visto e rivisto nel corso di molti anni.