lunedì 21 maggio 2012

Il concerto "Imperatore" di Beethoven

Ecco qui una grande esecuzione del quinto e ultimo concerto per pianoforte di Beethoven, quello che viene chiamato "Imperatore".
Il concerto fu iniziato negli anni 1808/1809, fu terminato nel 1810 e fu eseguito per la prima volta a Lipsia il 28 novembre 1811 mentre a Vienna fu eseguito il 12 febbraio 1812 con al pianoforte Carl Czerny, allievo di Beethoven.
Nessuno sa di preciso chi abbia dato questo titolo al concerto nè perché l'abbia fatto. Naturalmente l'imperatore sarebbe Napoleone.
E' vero però che fin dai primi abbozzi si trovano delle annotazioni come "assalto", oppure "canto di trionfo per la battaglia" quindi il concerto può essere messo in relazione al genere della "battaglia" ed inoltre alla guerra del 1809 con bombardamento francese di Vienna e successiva occupazione che portò ad un risveglio del nazionalismo tedesco.
Il concerto esalta il ruolo del pianoforte con lo sviluppo di un suono molto brillante e Beethoven lo mette subito in evidenza all'inizio con delle specie di improvvisazioni sugli accordi dell'orchestra. Beethoven, però, elimina le cadenze che per tradizione si trovano alla fine del primo e del terzo tempo, anzi, alla fine del primo tempo dove ci dovrebbe essere la cadenza di prammatica, scrive esplicitamente "Non si fa una cadenza, ma s'attacca subito il seguente" e con ciò non lascia al pianista alcuna libertà che non sia stata prevista dall'autore medesimo. Magnifico il secondo movimento dove si realizza un'integrazione tra l'orchestra e il pianoforte altamente espressiva e magica.
Come curiosità si può notare come parte del tema principale del secondo movimento (lo si può ascoltare al minuto 26.20) verrà ripreso da Leonard Bernstein in West Side Story nel brano  Somewhere.
Nell'esecuzione abbiamo il grande pinanista Friedrich Gulda, pianista classico con una grande passione anche per il jazz, l'orchestra dei Wiener Philharmoniker diretti dal grande Georg Szell, uno di quei direttori d'orchestra di cui si è perso lo stampo, come pure si è perso quello di Toscanini, Klemperer, Furtwaengler e così dobbiamo osannare dei modesti artisti facendoli passare per dei geni.
Dopo Beethoven c'è la III di Bruckner.

Nessun commento:

Posta un commento