Nel concerto di ieri sera in Auditoriom, diretto dal direttore musicale Xian Zhang, erano accostate due opere di Ciaikovskij e Beethoven. Del primo la seconda sinfonia "Piccola Russia", del secondo la terza sinfonia "Eroica" nella revisione di Mahler
La seconda sinfonia di Ciaikovskij fu scritta nel 1873 ma ebbe poi varie revisioni fino alla versione definitiva del 1879. La sinfonia ha una forte impronta russa dal momento che cita alcuni canti popolari ucraini. E' una sinfonia piuttosto briosa, ben scritta, un brano che soddisfa chi la suona e chi l'ascolta. A me personalmente questa sinfonia piace molto, anche se sono ben conscio che non è certo un capolavoro e che talvolta, nel finale, il frastuono è un po' eccessivo. Però ha delle raffinatezze nell'orchestrazione molto notevoli, uno scherzo pieno di energia, un secondo tempo in forma di marcia che sarebbe la musica perfetta da fischiettare mentre si fa un giro in slitta, un finale un po' roboante ma di effetto mentre il primo tempo alterna momenti molto energici ad altri molto poetici. Molto bella l'esecuzione della Xian Zhang che ha sempre controllato l'orchestra in un brano in cui è facile esagerare in certi effetti. Molto bravo il primo corno Sandro Ceccarelli che ha degli assolo piuttosto difficili nel primo movimento superati con bella sicurezza ed espressività.
La terza sinfonia di Beethoven è, per me, la sua sinfonia migliore, quindi, è la sinfonia più grande in assoluto. Soprattutto è incredibile il primo movimento, costruito su elementi tematici minimi la cui potenzialità viene sfruttata fino in fondo costruendo un brano di una compattezza assoluta.
Come coda delle celebrazioni mahleriane dello scorso anno si è scelto di eseguire la versione revisionata da Mahler nel 1893. Guardando l'elenco degli strumenti mi era preso quasi un colpo vedendo 6 corni, 5 clarinetti, 4 oboi, 4 fagotti e 4 trombe.
Giova però ricordare che era prassi normale raddoppiare i fiati, pur eseguendo la versione originale. Io stesso ricordo un'Eroica fatta dai Wiener Philarmoniker diretti da Bernstein alla Scala nel febbraio 1978; fu un'esecuzione di incredibile intensità con una marcia funebre da mozzare il fiato.
All'ascolto della versione di Mahler, però, si è visto come per la maggior parte del tempo l'orchestra che suonava era quella nella quantità stabilite da Beethoven e che gli strumenti a fiato in aggiunta hanno suonato solo in alcune occasioni per rafforzare alcuni fortissimi cambiandone anche i connotati. Però tutta l'orchestrazione era un po' cambiata, ad esempio certi passaggi dal piano al forte, così tipici in Beethoven, fatti con dei crescendo, oppure l'aggiunta di interventi nei timpani nella marcia funebre o una rullata piuttosto bruttina nel finale prima della conclusione, oppure certi cambi d'orchestrazione dei fiati, o quelle campane in alto degli strumentini che non aggiungevano nulla allo smalto beethoveniano.
Non si può dire che Mahler abbia stravolto l'Eroica però mi è parso che nessuno dei suoi interventi migliorasse l'effetto della sinfonia o aumentasse il pathos o aggiungesse brillantezza: alla fin fine, quindi, credo che sia stata un'operazione, quella di Mahler, del tutto inutile ed arbitraria e che non esista nulla di meglio dell'orchestrazione originale di Beethoven che ben sapeva quello che faceva. Probabilmente a fine ottocento si pensava che fosse una cosa buona aggiornare la musica del passato alla luce delle nuove tendenze ed anche degli strumenti più perfezionati ma in questo modo si creava una arbitraria sovrapposizione del testo beethoveniano con la personale interpretazione del direttore d'orchestra di turno, fosse anche il grande Mahler; oggi, credo che noi vogliamo ascoltare Beethoven, ed ogni altro autore, per quello che sono avendo con riferimento edizioni il più possibile originali, tenendo comunque conto che ogni direttore d'orchestra ha il diritto si darne poi la "sua" interpretazione, anche perchè non potrebbe essere altrimenti, ma attenendosi al testo originale.
Abituato da troppo tempo alle sonorità beethoveniane ho seguito tutta l'esecuzione un po' a disagio e, forse, anche l'esecuzione, mi è parsa un po' circospetta, un po' trattenuta. Del resto un direttore d'orchestra dirige quello che c'è scritto. Quindi se esegui Beethoven secondo il testo di Beethoven, esegui Beethoven, con tutte le libertà dell'interprete. Se esegui Beethoven visto da Mahler esegui un'assurdità che sembra Beethoven ma che in realtà è Beethoven visto da Mahler e credo che questo porti ad una mancanza di libertà. Un paio di anni fa la Xian Zhang fece l'Eroica nella versione originale e mi sembrò più a suo agio, molto più dinamica e spontanea.
Grande successo soprattutto per Ciaikovskij.
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