Ieri sera, per le Serate Musicali, al Conservatorio il grande violinista Leonidas Kavakos ha iniziato un percorso nella musica da camera di Brahms. Ha iniziato con i due sestetti per archi e per farlo ha chiamato cinque grandi musicisti amici: il violinista Alexander Hohenthal, la violista Diemut Poppen, il violista Hariolf Schlichtig, il violoncellista Patrick Demenga e il violoncellista Giovanni Gnocchi.
Insieme hanno eseguito i due sestetti di Brahms, due opere di raro ascolto dal vivo (a me non era mai capitato di ascoltarle). Il Sestetto n. 1 in si bemolle maggiore op. 18 fu composto tra il 1859 e il 1860. E' un'opera serena, distesa; basta ascoltare il tema iniziale del primo movimento annunciato dal violoncello e ripreso dal violino per ritrovarci in un mondo incantato alimentato dal meraviglioso mondo armonico di Brahms. Il secondo movimento è un tema con variazioni dal sapore arcaico e come se venisse da molto lontano, una specie di reminiscenza di una Follia barocca e forse delle variazioni in do minore di Beethoven WoO 80 per pianoforte. Gli ultimi due movimenti chiudono il sestetto in modo sereno.
Il sestetto n. 2 in sol maggiore op. 36 fu composto tra il 1864 e il 1865. Nella composizione di questo sestetto si innesta un fatto biografico che riguarda Brahms, il suo amore per Agathe von Siebold, figlia di un professore. Il sestetto, nei primi tre movimenti è avvolto in un clima delicato e soffuso; magnifico è il terzo movimento, ancora una volta un tema con variazioni, dove Brahms raggiunge momenti di concentrazione e di malinconia assoluti. Il discorso si anima nel finale che si distende in un canto sottovoce ma intenso. L'amore con Agathe terminò ben presto e così Brahms si ritrovò einsam aber frei, solo ma libero, che poi era ciò che desiderava di più. Questa musica sembra proprio esprimere questo sentimento amoroso e quasi di sollievo con venature di malinconia nel tenero ricordo di un tempo ormai passato.
Le esecuzioni sono state splendide perchè, a parte Kavakos che è un violinista meraviglioso, come diceva il mio vicino di posto "Uno dei pochi che vale veramente la pena di seguire", gli altri cinque non erano da meno e l'intesa complessiva era ottima, segno di un lavoro di concertazione molto accurato.
Potrà sembrare ripetitivo che io elevi praticamente sempre alti lodi a questi concerti delle Serate Musicali o della Società del Quartetto ma il fatto è che in questi concerti vengono solitamente proposte musiche da camera magnifiche eseguite da solisti che sono ai vertici del, chiamiamolo così, ranking mondiale. Di conseguenza è ovvio che si tratta praticamente sempre di grandi concerti portatori di grandi emozioni.
Anche ieri sera il pubblico ha premiato i sei musicisti con un'autentica ovazione come ben raramente mi capita di ascoltare in concerti sinfonici.
sabato 26 maggio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento