mercoledì 21 marzo 2012

Facebook dei morti

La settimana scorsa, mentre ero all’estero, è morta Elena, una signora (mi verrebbe di chiamarla ragazza perché quando l’ho conosciuta aveva solo 24 anni) che aveva lavorato nella mia segreteria per una decina di anni e che quindi conoscevo abbastanza bene. Per tutti quegli anni, ad ogni pranzo, si costituiva la formazione fissa: io, alla mia sinistra la mia segretaria Lucia (Lucy), davanti a lei Elena e davanti a me Antonio (Anto). Gli altri si disponevano ai lati e se qualcuno, magari perché era nuovo e “non sapeva”, osava occupare uno di quei posti veniva redarguito amichevolmente ma molto fermamente. Quelle erano occasioni di gran divertimento, puttanate a grappolo, commenti su quanto di vario accadeva nel mondo, pettegolezzi, ecc. Aveva solo 38 anni ed è morta improvvisamente. Dopo essermene andato dal lavoro quasi due anni fa non l’avevo mai cercata ma l’avevo vista una volta che ero tornato nel posto dove lavoravo; qualche giorno prima dello scorso Natale ero passato di lì per delle incombenze burocratiche ed ero tornato a bere un caffè con alcuni vecchi colleghi però non l’avevo vista. Quando sono ritornato dal mio breve viaggio ho cercato qualche traccia di lei sul web e così ho visto che era in facebook. Non l’avevo mai cercata su facebook e così mi è capitato ci cercarla da morta! Fa un po’ impressione leggere una bacheca di una persona morta. Piccole gioie, grande gioia quando si era sposata tre anni fa, accordi con qualcuno per vedersi, scambi di idee, per fortuna assenza di dialoghi del tipo: “Aiuto!”, “Che ti succede?”, “Ho bruciato il risotto” e altre sciocchezze del genere di cui facebook è pieno. Un numero normale di amici che in buona parte conosco perché sono tutti ex colleghi. Nessuno ha scritto qualcosa sulla sua bacheca dopo la sua morte e del resto, come avrebbe potuto rispondere?! Il facebook dei morti non esiste. In nessun modo lei potrebbe aggiornare il suo status ma forse quello sarebbe un aggiornamento importante! Per chi? Per noi? Per lei? Invece, tra le varie controindicazioni della morte, si diventa anche una fonte di intasamento della rete con delle pagine che non servono più a nessuno e staranno lì non so quanto tempo inutilmente, pallida ombra di una vita che non c’è più.

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