Del concerto di stasera scrivo subito, a caldo.
Il primo brano era l'ouverture da Rienzi, di Wagner, del 1842. Forse in questo periodo non sono nello stato d'animo giusto ma, a parte un paio di momenti, soprattutto la grande melodia iniziale, il resto mi ha fatto un effetto piuttosto pompieristico. Eppure mi piace, ma non è una musica per tutte le occasioni. Non capisco come nel programma di sala l'estensore della nota sull'ouverture possa dire che tra le fonti di ispirazione si nota il giovane Verdi dei Vespri siciliani. Innanzitutto quell'opera verdiana è del 1855 e in secondo luogo l'ouverture dei Vespri siciliani è molto più bella di quella del Rienzi. Comunque sarà impressionante il passo che Wagner farà di lì a poco con l'Olandese volante la cui ouverture, quella sì, ha una forza travolgente con tutto quel vento che le circola dentro.
A seguire il primo concerto di Beethoven. Suonava Gianluca Cascioli. Il concerto è del tipo "militare", un genere che piaceva molto al pubblico di allora e nel quale anche Mozart aveva dato belle prove. Se il primo movimento è abbastanza brillante ed anche un po' esteriore, il vero cuore espressivo del concerto risiede nel secondo movimento dove Beethoven limita i fiati ai corni, ai clarinetti e ai fagotti dando così all'orchestra un colore caratteristico che sembra quasi quello di una serenata mozartiana. In particolare il clarinetto ha un ruolo molto importante ed espressivo nei dialoghi con il pianoforte. Il finale è molto vivace con episodi molto originali e ben ritmati. Già dall'inizio con l'introduzione orchestrale si è capito che si sarebbe trattato di un'esecuzione dai colori tenui, un po' languida, morbida che poi è, mi pare, la caratteristica predominante del pianismo di Cascioli. Detto ciò non è stato sorprendente che le cose migliori siano venute proprio dal secondo movimento. Il resto, a me, non è piaciuto troppo, nel senso che preferisco altri tipi di interpretazioni più vitali del giovane Beethoven, però capisco che anche questa interpretazione può avere una sua ragione. Cascioli ha fatto come bis la prima bagatella di Beethoven dell'op. 126, che è in effetti adattissima al suo pianismo e l'ha fatta bene ma non ha fatto il ritornello.
Per finire i cinque canti di Rückert di Mahler che furono pubblicati assieme ai due ultimi lieder del Knaben Wunderhorn, Revelge e Der Tambourg'sell. Dal punto di vista musicale non c'è dubbio, per me, che il migliore dei cinque è il lied Ich bin der Welt abhanden gekommen, ovvero Sono perduto al mondo per la resa musicale di un testo che toccava gli strati più profondi di Mahler che ne tira fuori il suo lied più bello. Io ho il CD dove canta la von Otter diretta da Gardiner; non mi vergogno a dire che quando l'ho ascoltato ho pianto. Cantava la mezzosoprano Ildiko Komlosi che, leggo, è una cantante d'opera. In effetti ha una gran voce e me la vedo bene a fare Amneris, ad esempio; cantare lieder però è una cosa un po' diversa. Personalmente non l'ho apprezzata moltissimo in questo repertorio anche se indubbiamente ha cantato bene; più che altro si tratta di una questione di stile nel canto.
Dirigeva la Zhang Xian che ha cercato di assecondare al meglio Cascioli in Beethoven. In Mahler non mi ha convinto del tutto; credo che debba maturare ancora questo repertorio per sentirlo con una certa intensità e interiorità, per captare quell'atmosfera impalpabile di questi ultimi lieder mahleriani.
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