venerdì 13 aprile 2012

Modest Musorgskij


Questa settimana concerto interessante ed originale in Auditorium centrato sulla figura di Modest Musorgskij e la sua composizione Quadri da un’esposizione presentata due volte, la prima nella versione originale per pianoforte del 1874, la seconda nella versione orchestrale che Ravel fece tra il 1922 e il 1929.
Musorgskij , avviato in gioventù alla carriera militare, studiò musica in modo non sistematico. Entrò nel Gruppo dei Cinque che, a parte Rimsky-Korsakov, era formato da persone che in campo musicale non avevano una specifica formazione tecnica. Musorgskij era, credo, il più geniale, ma era molto discontinuo nel lavoro. La sua opera artistica è una sequenza di bozze, di inizi, di progetti abbandonati e non terminati anche a causa della morte precoce all’età di 42 anni e una settimana e dei suoi eccessi etilici, anche se probabilmente non morì di cirrosi epatica ma di epilessia. Si ritenne sempre che le sue orchestrazioni fossero orribili, almeno così la pensava Rimsky-Korsakov, che vi mise mano anche per completare ciò che alla sua morte era solo una serie di appunti come nel caso della Chovancina. Anche nel caso dei Quadri da un’esposizione, composti di getto da Musorgskij dal 2 al 22 giugno 1874, cosa per lui quasi unica nell'ambito della sua attività, si ritenne di dover correggere la sua stesura pianistica perché troppo aspra ed ingrata da suonarsi. Rimsky-Korsakov la revisionò e la pubblicò nel 1886, cinque anni dopo la morte di Musorgskij, in un’edizione che egli approntò, probabilmente con le migliori intenzioni, un po’ come quelli che facevano edizioni facilitate delle sinfonie di Bruckner, ma in una stesura diversa dall’originale. E' bene ricordare, però, quello che diceva Stravinskij, allievo di Rimsky-Korsakov, nel 1959 quando ritornando su Musorgskij dichiarava che "malgrado i suoi mezzi tecnici limitati e la sua ingrata scrittura, le parti originali mostrano un interesse musicale ed un'intuizione genuina ben maggiori che la perfezione degli arrangiamenti". Certamente Musorgskij aveva in mente un suono del pianoforte diverso da quello a cui erano abituati i pianisti, per cui i pianisti si sentivano a disagio e ciò che era una immaginazione diversa passò per imperizia o sciatteria. Nel frattempo iniziarono le trascrizioni per orchestra perché indubbiamente il pezzo si prestava ed anche perché la versione pianistica non prendeva piede e non si vendeva. La più famosa delle versioni orchestrali, ovviamente, è quella di Ravel, ma ne esistono moltissime altre, Henry Wood, Leo Funtek, Tusmalov, Vladimir Askenazy, Leonard Slatkin, Leopold Stokowski (personalmente la trovo pessima, ma può piacere anche questa, sapendo però che non è Musorgskij), ecc. Soprattutto grazie alla versione di Ravel la composizione divenne molto famosa ed indubbiamente il primo approccio con il brano è in genere con la versione orchestrale di Ravel. Negli anni ’40 Horowitz, per riportare in auge la versione pianistica, ne fece una sua riorchestrazione pianistica, una vera ricreazione, che fece diventare il brano un bel pezzo da concerto ma che non era ciò che Musorgsky aveva scritto, anzi lo stravolgeva. Si dovrà arrivare agli anni ’50 e ’60 per avere finalmente la versione originale di Musorgskij grazie al genio pianistico, e alle sue mani da fabbro, di Sviatoslav Richter. La conoscenza della versione pianistica originale, che ormai è diventato un fatto acquisito, è naturalmente fondamentale perché è ovviamente migliore di qualunque altra trascrizione, sia pianistica sia orchestrale, dal momento che una trascrizione è comunque un'interpretazione dell’originale, come è sempre meglio leggere un libro nella sua lingua originale piuttosto che in una traduzione.
Personalmente trovo abbastanza fastidiosa la versione di Horowitz, con, ad esempio, quel Bydlo (al minuto 10 del video) pieno di acciaccature come se fosse uno sciancato che cammina zoppo invece di essere un grande carro polacco dalle grandi ruote.
La versione orchestrale di Ravel è geniale (la tromba nelle promenade, il sax nel Vecchio Castello, ecc.) con alcuni tradimenti dell’originale. Il più vistoso è ancora Bydlo dove Ravel disegna un arco ascendente, con un crescendo, e discendente, con un decrescendo, mentre Musorgskij inizia subito in fortissimo a cui, in genere, segue un lieve decrescendo per affrontare il successivo fortissimo cui segue il decrescendo finale, ma Richter, davvero in modo epico, prosegue imperterrito sul fortissimo senza decrescere mai trovando poi la forza di aumentare ancora il volume prima dello smorzamento nel finale (al minuto 10.58 del suo video); una volta vidi un video di Richter che suonava questo brano, purtroppo non l’ho trovato, e pareva che il pianoforte stesso, trasformato nel carro polacco, iniziasse a muoversi sul palco: mitico!
Chissà se Musorgskij, scrivendo per quello strano pianoforte, aveva in testa una qualche idea orchestrale per questa musica; sarebbe stata certamente la migliore.
L’altro brano in programma era la versione orchestrale della Notte sul monte Calvo fatta sempre dall’immancabile Rimsky-Korsakov. Questa è la versione universalmente nota anche perché è stata usata nel film d’animazione Fantasia con la direzione di Stokowski, che ne fece una sua versione di cui, peraltro, si poteva fare benissimo a meno (grandissimo direttore Stokowsky ma aveva una vera passione per le trascrizioni che condividono un gusto piuttosto discutibile). Anche in questo caso esiste la versione originale del 1867 che è stata pubblicata negli anni ’60 del secolo scorso. Credo che sia poco eseguita. Io l’ho sentita fatta solo da Claudio Abbado che l’ha anche incisa due volte, con la London Symphony e con i Berliner. Nel confronto tra le due versioni si può apprezzare quanto, nella sua violenza, sia tutto sommato educata la versione di Rimsky-Korsakov e quanto sia selvaggia, perfino goffa ma assolutamente incontenibile quella di Musorgskij. Del resto, se quella musica descrive un sabba di streghe nella notte di san Giovanni, un sabba e un’orgia deve essere e in un’orgia, in genere, non è che le buone maniere siano una priorità (ovviamente parlo solo per sentito dire perchè non ho mai avuto l'occasione di partecipare ad un sabba di streghe nella notte di san Giovanni sul monte Calvo).
La versione pianistica dei Quadri è stata ben eseguita dal pianista russo Michail Rudy, ma in qualche misura mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente, la cui esecuzione è stata accompagnata, in sincrono, dalla proiezione di un film d’animazione tratto dalla versione teatrale del 1928 di Vassily Kandinsky. Bella idea che è piaciuta molto al pubblico.
Nella seconda parte è entrato in campo Jader Bignamini che ha diretto i due brani orchestrali. Dopo l’ottimo esordio fortuito nel concerto dello scorso anno quando sostituì la Xian Zhang, colpita da un lieve malore, nella direzione della V sinfonia di Mahler (ero tra il pubblico casualmente perché era domenica, i casi o gli avvenimenti sono sempre errori di tempo o di spazio) e il successivo concerto alla presenza del presidente Napolitano per il 150° dell’unità d’Italia, Jader Bignamini è tornato sul podio per un concerto in stagione e ha diretto con molta abilità, forza e con bel gesto. È stato anche capace di una bella sensibilità, ad esempio nel finale della Notte sul monte Calvo, coadiuvato ottimamente dai fiati ed anche nei Quadri, ad esempio nelle Catacombe o nella promenade che porta a Baba Yaga, è stato capace di esprimere una giusta introspezione, un’angoscia che quei brani mettono in evidenza. Sarebbe sbagliato, infatti, eseguire questa musica come una sfilata di pezzi caratteristici quando invece questa musica descrive un percorso all'interno dello spirito oscuro di Musorgskij e quindi della Russia medesima.
Orchestra molto efficiente e brava con prime parti in grande evidenza. Una nota di merito particolare alla prima tromba, Alessandro Caruana, che in tutti i suoi assoli, e ce ne sono parecchi, è stato perfetto e a tutta la sezione delle percussioni, ma tutta l'orchestra ha suonato molto bene.
Teatro praticamente esaurito con la presenza di intere scolaresche che si sono comportate bene ed hanno seguito il concerto in modo disciplinato. Successo straordinario.

Nessun commento:

Posta un commento