Ieri pomeriggio/prima serata, in Auditorium abbiamo avuto l'Oratorio di Natale di Bach, appuntamento ormai tradizionale, con la Verdi barocca.
L'esecuzione è stata splendida e giustamente salutata dal numeroso pubblico con acclamazioni.
Ottimi i soli, Paolo Lopez sopranista, Filippo Mineccia, controtenore che aveva già cantato anche in Rinaldo qualche settimana fa e che nell'oratorio ha avuto modo ancora di più di mettere in evidenza la sua grande bravura, Makoto Sakurada, tenore nel ruolo di Evangelista e solista anche nelle sue arie, cantante dallo stile irreprensibile e dalla voce bellissima e Christian Senn, basso, anche lui sentito recentemente sia nel Rinaldo, sia nel Messiah, e come Makoto Sakurada vecchio amico della Verdi barocca vista la frequenza delle sue presenze.
Ottimo, come al solito, l'ensemble vocale diretto dal maestro Capuano e brava l'orchestra con flauti solisti, oboi e trombe in bella evidenza. Se posso muovere una critica la farei ai corni. Va bene che saranno anche strumenti originali, ma mi pare che sentano delle belle stecche (anche nel primo brandeburghese di due mesi fa era un po' faticoso. per me, ascoltarli).
Su Bach che dire? Se è vero, come è vero, che la musica è un'arte molto misteriosa che unisce al rigore l'emozione, che non è sentimentalismo ma emozione che nasce dalla contemplazione della bellezza, Bach è certamente al vertice di questa arte.
Per finire vorrei dire due cose.
La prima riguarda l'orchestra. E' sempre un piacere andare per concerti di musica barocca, non parlo solo della Verdi barocca, perchè si vede come gli orchestrali partecipino con attezione a tutta l'esecuzione, anche nelle parti in cui non suonano. Insomma non si vede gente parlare tra loro, ridacchiare, gente che si guarda in giro come se fossero lì per caso, come accade, purtroppo spesso, in diverse orchestre sinfoniche, anche nella Verdi. Io li vedo bene perchè mi metto in galleria, chi sta in platea vede le prime file e quelli dietro sono nascosti. E' vero che in un ensemble barocco sei più in primo piano e forse dipende anche dal carisma del direttore, ma mi sembra che alla base ci sia anche il piacere di fare musica; se fai l'orchestrale con l'attitudine di un impiegato statale, con il massimo rispetto degli impiegati statali, forse serebbe meglio cambiare mestiere perchè fra un'entrata e l'altra non puoi metterti a parlare con il vicino ma ti devi preparare alla tua entrata.
La seconda cosa riguarda il pubblico.
Devo dire che il pubblico della barocca è più giovane, mediamente, e più entusiasta di quello dei concerti sinfonici tradizionali. Ieri sera si sono sentite urla da stadio. E' vero che i grandissimi direttori latitano dalla stagione sinfonica (e del resto con quali soldi li si potrebbe pagare?) ma si dovrebbe essere comunque in grado di riconoscere una bella esecuzione anche se fatta magari da un giovane. Invece vedi gente, li vedo da anni, che non applaudono mai, che se appena ti azzardi a fare delle incursioni nel '900 o in brani meno noti anche di autori famosi, non vengono e lasciano il posto vuoto, ecc. Speriamo che nasca una nuova generazione di buoni ascoltatori di musica (io faccio parte di quella nata più di 40 anni fa al seguito di Claudio Abbado quando era venuto alla Scala), perchè come c'è musica e musica, esistono compositori e compositori, esecutori ed esecutori ed esistono anche ascoltatori ed ascoltatori.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento