domenica 15 maggio 2011

Giancarlo Menotti


Di Giancarlo Menotti quest'anno si ricordano i cento anni dalla nascita, avvenuta a Cadegliano, nel varesotto, il 7 luglio 1911, cioè esattamente nel giorno in cui Gustav Mahler, se fosse stato vivo ma non lo era essendo morto il 18 maggio, avrebbe compiuto 51 anni.
Certo che le due personalità non potevano essere più diverse. Tanto Mahler era nevrotico e difficile, tanto Menotti era un uomo dal fascino irresistibile e dalla conversazione brillantissima, un uomo che conosceva tutti, uno che la vita se l'è goduta fino in fondo, ed è stata molto lunga essendo morto nel 2007.
Del resto la vicenda umana di Menotti sembrerebbe nata sotto una benigna stella aiutata dal fatto d'aver avuto una grande madre che ha saputo ben indirizzarlo fin da subito verso le più alte vette e le più stimolanti frequentazioni del gran mondo, il tutto unito al suo indubbio genio.
Menotti in genere è conosciuto come grande organizzatore del Festival dei due mondi (dove la Verdi andrà anche quest'anno per eseguire l'opera "Amelia al ballo" e un concerto) che creò nel 1958 e che per l'Italia di allora, uscita dalla guerra, provinciale, culturalmente arretrata, rappresentò un'apertura enorme verso il mondo della cultura più creativa ed avanzata del resto del mondo. Da lì, negli anni, sono passati tutti, anche quelli che non piacevano a Menotti, ma se devi aprire, apri a tutti, ovviamente. Menotti però fu innanzitutto un compositore, che fu però un po' distolto dalla composizione dai suoi impegni di organizzatore del festival; di questo, in un'intervista, si lamentava perchè l'ispirazione musicale, ricacciata indietro, si era col tempo in qualche modo inaridita.
La sua musica si sente in genere piuttosto poco, anche perchè su di lui, come su altri musicisti non del tutto in linea con le punte più avanzate dell'avanguardia degli anni '50 e '60, fu proclamato un ostracismo non raramente condito da ridicole posizioni politiche che, nel loro giudizio, ne faceva un rappresentante dell'imperialismo americano. Dispiace dirlo, ma tra questi c'era anche Luigi Nono, che arrivò a vietare che si eseguisse un brano di Menotti in una rassegna in cui si eseguiva anche musica sua. Menotti gli rispose, ricordava il maestro Colombo nella interessante conferenza tenutasi prima del concerto, assieme a Luca Santaniello, solista del concerto per violino, in modo elegante ma ricordandogli che la sua musica proprio in quei giorni era eseguita a Varsavia, un paese comunista.
Nell'ultimo concerto in Auditorium di Menotti è stato eseguito il concerto per violino e ochestra del 1952. Una bella musica, un po' come era lui, cordiale, un pezzo da conversazione, lirico ed un po' impertinente nel finale con un tocco d'esotismo.
Il nostro primo violino, Luca Santaniello, era il solista accompagnato dall'orchestra diretta da Francesco Maria Colombo, amico di Menotti negliultimi suoi anni e vecchio frequentatore della Verdi con la quale ha condotto lo splendido ciclo biennale dedicato alla musica del novecento dal 2008 al 2010.
Grandissimo successo, vero atto d'affetto del pubblico per Santaniello, con bis in cui Santaniello ha eseguito una sua trascrizione per violino, archi e arpa dell'intermezzo di Cavalleria rusticana.
Sempre di Menotti è stata eseguita anche la suite del balletto "Sebastian", musica anche questa affascinante e di grande atmosfera, e tre ouverture di Rossini, Gazza ladre, La scala di seta e Guglielmo Tell, che non sono certo facili da eseguire bene cosa che invece è pienamente riuscito all'orchestra che mi sembra in uno stato di forma notevole.

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