venerdì 5 ottobre 2012

Paris: cité de la musique

Ieri sera il quarto concerto della stagione sinfonica dell'orchestra Verdi ha subito un cambiamento di programma rispetto a quanto previsto in origine, con la direzione della Xian Zhang, con la sostituzione del Poema dell'estasi di Scriabin, un brano da deliquio, con un più tranquillo Printemps di Debussy. Così facendo il concerto ha assunto toni un po' meno accesi considerando che gli altri due brani erano La Valse di Ravel e Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij, ma comunque il concerto era di certo molto, molto impegnativo.
Printemps fu scritto da Debussy nel 1887 a Roma dove era ospite di Villa Medici a Roma (in bellissima posizione!). Si tratta quindi un'opera abbastanza giovanile; Debussy aveva 25 anni. Non è un Debussy molto eseguito come non sono molto eseguite altre opere come La demoiselle élue, L'enfant prodigue, Le gladiateur scritte sempre attorno a quegli anni del Prix de Rome. Printemps fu scritta per pianoforte a quattro mani e coro (senza parole) e orchestrata nel 1912 da Henri Büsser che mantenne in orchestra il pianoforte a quattro mani distribuendo nell'orchestra la parte del coro che manca; in questa veste l'opera fu eseguita a Parigi il 18 aprile 1913. Le printemps è un brano affascinante nella prima parte mentre nella seconda parte tende chiaramente verso un finale positivo e ad effetto dove il tema dell'inizio viene portato in trionfo; tutto sommato un finale piuttosto convenzionale e Debussy dimostrerà in pochi anni quanta strada avrebbe fatto sulla strada della ricerca personale di un nuovo stile.
Ravel scrisse La Valse tra il 1919 e il 1920 quando il brano fu eseguito a Parigi il 12 dicembre. Che sia un walzer non lo si può negare come non si può negare che sia una specie di incubo del walzer. Già l'inizio è inquietante, con quei fruscii e quei brividi da dove pian piano emerge la danza che assume toni sfavillanti ma non rassicuranti per terminare in un finale tanto brillante quanto catastrofico. Ravel mi inquieta con tutto quel lavoro millimetrico di cesello e l'attenzione ad ogni particolare anche se uno dei miei ricordi concertistici più dolci e malinconici è proprio legato a Ravel e ad un concerto scaligero degli anni '70 diretto da quell'enorme direttore che era Thomas Schippers, un altro che ci ha lasciato troppo presto: un concerto mitico!
Per finire Le Sacre du printemps di Igor' Fëdorovič Stravinskij, ovvero uno dei compositori più importanti di tutti i tempi. La prima esecuzione di quest'opera come balletto, scritta nel 1912, il 29 maggio 1913 a Parigi fu un grande e famoso scandalo, come rievoca lo stesso Stravinskij in questo video, cui seguì ben presto un grandissimo successo in sala da concerto. Ne parla lo stesso Stravinskij in questo video dove egli stesso chiarisce altre cose sul Sacre e su come fu scritto: molto semplice, chiaro ed illuminante. Personalmente, ora, di Stravinskij preferisco le musiche che egli scrisse successivamente quando la sua musica si fece dura come un diamante, ma è ovvio che il Sacre resta un brano di musica imprescindibile del XX secolo, un brano che si deve conoscere e che ogni orchestra che si rispetti deve saper suonare.
Le esecuzioni di Gaetano d'Espinosa sono state in genere molto buone però non mi hanno convinto del tutto soprattutto in Ravel e Stravinskij mentre in Debussy è stata molto buona ma forse un po' poco voluttuosa. Personalmente ho trovato che in Ravel l'inizio non fosse molto oscuro e profondo; non mi ha dato particolari brividi e ho trovato che tutto fosse un po' troppo chiaro. La stessa cosa per Stravinskij dove in certi passaggi ostinati con i bassi (le Danze primaverili, ad esempio) non c'era abbastanza profondità per cui tutta l'esecuzione era tenuta in un tono medio e piuttosto civile. Peraltro la direzione è molto buona, chiara (tutta la seconda metà della prima parte del Sacre è stata strepitosa), però in certi brani ci si deve far coinvolgere forse un po' di più (vedere Bernstein in La Valse e come arriva sudato alla fine).
Comunque il direttore ha un ottimo rapporto con l'orchestra sancito anche da un abbraccio tra lui e il primo violino dell'orchestra, Luca Santaniello.
Pubblico abbastanza numeroso (più numeroso della scorsa settimana) e buon successo.

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