giovedì 11 ottobre 2012

Il Quartetto di Cremona a Milano Musica

Ieri sera per la rassegna di musica d'oggi Milano Musica si è tenuto un bel concerto con il grande Quartetto di Cremona che ha eseguito musiche di Anton Webern, Niccolò Castiglioni, che è il musicista attorno cui ruota la rassegna di quest'anno, Michele dall'Angaro e Bela Bartok.
Di Anton Webern sono stati eseguiti un brano giovanile del 1905, Langsamer Satz, un pezzo tardo romantico post brahmsiano dal lirismo estenuato forse ispirato da un idillio avuto con una cugina che poi avrebbe sposato nel 1911, e le Sechs Bagatellen op. 9 del 1913. Passano solo otto anni tra le due pagine ma tra loro c'è un abisso tanto che ci si potrebbe chiedere se siano dello stesso autore tanto una è espansiva mentre l'altra è di una concentrazione estrema, sei microcosmi di una poesia assoluta e dalle infinite invenzioni timbriche e ritmiche.
Poi è stata la volta di Niccolò Castiglioni e le sue Romanze, un brano del 1990, quindi dell'ultimo periodo della sua vita. Le romanze sono quattro. Le prime tre romanze sono piuttosto concentrate mentre l'ultima, che da sola dura quasi quanto le altre tre assieme, è caratterizzato da molti cambiamenti di tempo. Il carattere generale del pezzo è molto lirico, introverso, poetico, meditativo e puro.
La prima parte si è conclusa con la prima esecuzione assoluta del Sesto Quartetto di Michele dall'Ongaro, un'opera del 2012. Personalmente ricordavo Michele dall'Ongaro per una sua trasmissione radiofonica sulla musica; era molto interessante. Non avevo mai ascoltato sue musiche prima di ieri sera. Leggendo il programma della rassegna si apprende che i quartetti a partire dal terzo formano un ideale ciclo con rimandi interni tra loro. Non conosco i precedenti. Questo sesto quartetto ha un andamento piuttosto contrastato con una parte iniziale caratterizzata dalle note "gettate" col legno, con una parte centrale molto tesa mentre il finale si avviluppa in clamorosi arpeggi che man mano si disintegrano lasciando emergere una melodia della viola che però non riesce a coinvolgere gli altri trovando sempre nuovi ostacoli; il tutto si conclude tornando al clima dell'inizio con le note "gettate" col legno.
La seconda parte del concerto era occupata dal Quarto Quartetto di Bela Bartok, un brano del 1928, un grande capolavoro del '900 in musica. Il quartetto è costruito con una forma ad arco in cinque movimento. Il movimento centrale è uno di quei momenti di musica notturna pieno di fremiti, sospiri ed anche brividi, così caratteristici di Bartok e che si ritrovano in molte altre sue composizioni. Attorno a questo movimento ci sono due movimenti veloci, il secondo un prestissimo tutto giocato sui pianissimi che creano un'immagine inquietante e spettrale ed il quarto, un Allegretto pizzicato, tutto ritmo, abbastanza sereno, aperto, schietto e con una certa dose di humor. Dei due movimenti estremi il primo, che si sviluppa tutto a partire da una cellula melodica del violoncello, è molto teso e concentrato, mentre il finale, che torna sul materiale musicale del primo movimento, è caratterizzato dal ritmo incalzante: un brano del Bartok "barbaro" con una certa dose di umorismo.
Il Quartetto di Cremona si è destreggiato in modo molto disinvolto in questo programma parecchio impegnativo. Li avevo già sentiti lo scorso febbraio al Conservatorio ed anche in quell'occasione avevano eseguito questo quartetto di Bartok che evidentemente conoscono bene e che suonano con grande bravura. Tutto il concerto è stato molto convincente e molto ben suonato. I quattro membri del quartetto sono molto bravi ma soprattutto costituiscono un grande complesso cameristico. Quest'anno, per la Società del Quartetto di cui sono artisti residenti, inizieranno il ciclo dei quartetti di Beethoven; si tratta certamente di un'occasione da non perdere per gli amanti della musica più grande.
Auditorium San Fedele quasi del tutto pieno e grande successo.

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