venerdì 26 ottobre 2012

Il ritorno della Xian

Programma tutto brahmsiano per la rientrante Xian dopo la seconda maternità.
Si è partiti con un brano da bis, la danza unghesere n. 1 in sol minore che è servita per scaldare i muscoli all'orchestra. Bella esecuzione anche se nella parte centrale,"sostenuto e poco a poco in tempo" la Xian forse ha staccato un tempo troppo lento.
A seguire il doppio concerto per violino e violoncello op. 102 scritta nel 1887. Questa è l'ultima opera sinfonica di Brahms ed è un'opera che riprendeva un genere piuttosto abbandonato. In effetti in quegli anni andavano molto di moda i concerti virtuosistici per pianoforte o per violino, ma Brahms già nei suoi concerti precedenti aveva dimostrato di curarsi ben poco degli aspetti virtuosistici e di privilegiare di gran lunga l'intensità, l'espressione e il contrappunto. Quest'opera nacque anche come riconciliazione con il vecchio amico, il violinista Joachim con il quale i rapporti si erano interrotti a causa della moglie di Joachim di cui Joachim era gelosissimo e di cui Brahms prese le difese contro le infondate accuse di tradimento del marito. Il concerto, una specie di sinfonia concertante se non un concerto grosso ampliato, non è virtuosistico ma è molto difficile. Non è propriamente il mio Brahms preferito e sono abbastanza d'accordo con il grande critico Hanslick, che fu un alfiere di Brahms, quando diceva che il concerto era "più scritto che ispirato" però contiene dei passaggi strepitosi e, appunto perchè non è sempre sostenuto da quella piena di melodia che si riscontra in altri pezzi di Brahms, merita ogni cura da parte degli esecutori. L'esecuzione è stata molto buona con una bella intesa tra la Xian e i due solisti, la storica spalla dell'orchestra Luca Santaniello e il primo violoncello Mario Shirai Grigolato che hanno suonato con intensità. Un bel successo per entrambi. E' buona cosa che le prime parti dell'orchestra abbiano la possibilità di esibirsi da solisti, un'ottima esperienza che aumenta l'autostima non di poco. Come bis la passacaglia di Haendel in versione per violino e violoncello che fu usata anche come sigla degli intervalli RAI, da con confondersi con la sigla con le pecore, molto precedente, che era di Paradisi.
Per finire la prima sinfonia op. 68 del 1876, scritta dopo anni di attesa da parte del mondo musicale. Il confronto era nientemeno con Beethoven. Brahms sentì questo carico di responsabilità e compose questa sinfonia quando si sentì sicuro di poter scrivere qualcosa di personale e non un'imitazione di Beethoven, cosa che l'avrebbe condotto al disastro. 
La Xian aveva già eseguito questa sinfonia nel gennaio del 2011. L'esecuzione di quest'anno mi ha sorpreso fin dall'inizio: un'esecuzione più meditata, più profonda e sofferta ma anche molto dinamica. Una grande esecuzione molto ben concertata. 
L'orchestra ha suonato da grande orchestra, in modo virtuoso, da orchestra che possiede nelle propre corde questa musica. 
Ottimi tutti gli interventi solistici, l'oboe di Luca Stocco nel secondo movimento, il flauto di Massimiliano Crepaldi nell'introduzione del finale, il clarinetto di Raffaella Ciapponi, il corno di Sandro Ceccarelli che è stato sempre ottimo e grandioso nel richiamo del corno alpino nel finale che ha suonato con bellissimo suono, ma senza dimenticare tutto in gruppo dei corni che ha suonato sempre bene, ed infine il violino di Nicolai von Dellingshausen, per l'occasione spalla, dal suono immacolato ed intonatissimo nel duetto finale del secondo movimento con il primo corno , una conclusione strepitosa per il bellissimo movimento.
Pubblico molto numeroso con moltissimi giovani: una bella gioventù, finalmente! Successo per tutti.
Omaggio di un pacchetto con nastro azzurro alla Xian da parte di una carinissima signora della platea per ricordare che la Xian sarà anche una donna di ferro ma è prima di tutto una donna e una mamma di due bambini e secondo me questo fatto forse ha inciso nel modo di interpretare questo Brahms, più maturo e sentito.

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