venerdì 12 ottobre 2012

Da Sciortino a Brahms

Ieri sera Gaetano d'Espinosa ha diretto l'ultimo dei tre concerti consucutivi sul podio dell'orchestra Verdi.
Il concerto è iniziato con un brano di Orazio Sciortino, pianista e compositore siracusano classe 1984, dal titolo Träume (Trauer) Stimmen in prima esecuzione. Il titolo rimanda ad una dimensione di sogno e di dolore da cui emergono delle voci. Il pezzo ha quindi una dimensione onirica, come una manifestazione sonora di un sogno, appunto, o di un incubo in cui tutto precipita nell'accelerazione finale. Non che sia una tematica particolarmente nuova; personalmente diffido molto da interpretazioni psicoanalitiche che trovo stucchevoli. La musica comunque produceva un certo effetto ed il brano ha tratto un sicuro vantaggio dalla sua brevità, dieci minuti circa. Applausi abbastanza stentati in attesa di altre prove da parte di questo giovane compositore.
Seguiva il secondo concerto per violino di Mario Castelnuovo Tedesco, un'opera del 1931/1932, scritto per Jasha Heifetz che lo eseguì alla prima di New York con la direzione di Arturo Toscanini. Il concerto ha come sottotitolo I Profeti ed in effetti i tre movimenti hanno a loro volta dei sottotitoli, Isaia, Geremia ed Elia. E' evidente l'ascendenza ebraica di questa musica come si vede dal carattere delle melodie che vengono intonate, ad esempio all'inizio del secondo movimento, e dall'uso dell'arpa che accompagna spesso il violino, ad esempio nella bella cadenza alla fine del primo movimento. L'opera non è certo modernista. E' quella musica di cui non si può dire che la si sarebbe potuta comporre 30 anni prima ma che paragonata con altre musiche di quel periodo (Berg, Stravinskij, Schoenberg, ecc.) mostra un certo tradizionalismo. Comunque si tratta di un bel concerto, nel suo complesso, con momenti bellissimi, soprattutto nei primi due movimenti. Purtroppo questo concerto, come tanta musica degli autori italiani di quel periodo (Pizzetti, Ghedini, Casella, Malipiero, Respighi, ecc.), con poche eccezioni, è molto trascurata nelle sale da concerto se non addirittura cancellata, snobbata, come se non esistesse. L'esecuzione del concerto ha goduto dell'ottima interpretazione del violinista Domenico Nordio che ha suonato con gran passione, partecipazione e bellissimo suono ottimamente accompagnato da Gaetano d'Espinosa. Buon successo per questo concerto poco conosciuto e bis bachiano.
Nella seconda parte del concerto c'era la terza sinfonia di Brahms. L'opera, come noto, inizia con un gesto quasi eroico, un atto di volontà che ben presto si spegne per lasciare spazio a microcosmi sonori più intimi. Nessuno dei movimenti termina con una qualche forma di affermazione, neanche il primo movimento che si spegne nel pianissimo nonostante tentativi finali di gesti eroici che ripiegano su posizioni più meditative e quasi rassegnate, né il finale dove dopo contrasti ed accensioni si torna al tema iniziale del primo movimento ma in pianissimo, come un sussurro. Personalmente è la sinfonia di Brahms che amo di più, senza dimenticare la quarta sinfonia che per molti aspetti è superiore alla terza, ma l'amore è un'altra cosa.
L'esecuzione di Gaetano d'Espinosa mi è parsa non impeccabile nel primo movimento per alcuni rapporti non perfetti tra le sezioni orchestrali ma dal secondo movimento in avanti è stata bellissima con un secondo movimento esemplare. Il finale è stato eseguito con grande energia e convinzione e lo spegnimento finale con grande delicatezza e senso poetico. Una bella prova di Gaetano d'Espinosa che ha diretto l'opera con grande passione come era evidente dal suo gesto perfino eccessivo in certi momenti, ad esempio nello sviluppo del primo movimento. Il gesto di d'Espinosa ricorda un po' quello di Georg Solti, che ascoltai proprio in questa sinfonia alla Scala, ma Solti, che era veramente aitante, aveva un gesto che pur esprimento il massimo dell'energia era più misurato.
Comunque spero di rivedere presto questo direttore sul podio della Verdi.
Molto buone le prestazioni dell'orchestra con le prime parti in bella evidenza, su tutti, senza voler far torto a nessuno, il bellissimo clarinetto di Raffaella Ciapponi in Brahms, il corno di Sandro Ceccarelli sempre in Brahms e l'arpa di Elena Piva nel concerto per violino.
Pubblico scarso (cosa si deve programmare per richiamare pubblico?). Un peccato perchè la proposta del concerto per violino è stata molto, veramente molto interessante e il pezzo di Sciortino, alla fin fine, era piuttosto inoffensivo (ho visto una signora abbastanza stagiona assopirsi; si sa, i sogni...).
Buon successo.

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