venerdì 9 ottobre 2009

Stagione 2009/10 de LaVerdi - Concerto N. 4


Nel quarto concerto della stagione sinfonica dell'Orchestra Verdi sono stati eseguiti due brani del '900 storico: il concerto per violino di Sibelius e una suite di brani da Romeo e Giulietta di Prokofiev. Ha diretto Wayne Marshall con la giovane violinista Francesca Dego.
Il concerto di Sibelius, scritto nel 1903 e revisionato nel 1905, è un'opera che, rispetto ai turgori tardoromantici della prima e seconda sinfonia che lo precedono, presenta un atteggiamento più moderato. Il primo movimento ha un andamento rapsodico ed estremamente lirico. Non ha lo schema classico di un concerto con esposizione, sviluppo e ripresa. All'esposizione iniziale segue una cadenza del violino che porta nuovamente alla esposizione un po' variata a cui segue una coda dal carattere più concitato. E' il violino che conduce il discorso fin dall'inizio in un vagabondare tormentato ed intimo sostenuto discretamente dall'orchestra usata in modo piuttosto parco con interventi di commento limitati. Gli echi di Ciaikovskij sono evidenti con una citazione quasi letterale dalla VI sinfonia. Il secondo movimento, in confronto, apre un orizzonte più limitato del primo che aveva la tendenza ad espandersi in ogni direzione. Una bella melodia si effonde in modo tenero disegnando un arco ascendente che si chiude dolcemente. Il finale ha un andamento baldanzoso, da ballata nordica e vagamente demoniaca, un po' da Totentanz sotto un cielo cupo e pieno di nuvole se lo si vede da una certa angolazione oppure come una allegra scorribanda, un ballo barbarico, un'allegra bevuta tra amici, se lo si guarda in un altro modo. Un grande brano dove il violino suona dall'inizio alla fine con continui scambi di conversazione con l'orchestra, un brano sospeso tra ascendenze ciaikovskiane e mendelssohniane reinterpretate da un bardo nordico. L'esecuzione è stata ottima da parte della giovanissima Dego, ben coadiuvata dall'orchestra, una violinista ventenne che l'anno scorso ha partecipato al Paganini arrivando, prima violinista italiana, in finale. Bel suono, grande ritmo e tecnica infallibile. Due bis, Ysaye e Bach. Fenomenale il primo, difficilissimo, che la Dego si è sciroppato con una maestria spavalda, come se non avesse appena terminato di suona un concerto, ed ottimo anche il Bach, con un suono immacolato ed intonatissimo. Grande successo e applausi. Riscalda il cuore vedere una giovane imbracciare un violino e suonare considerando il fatto che la ragazza certamente sa che l'attende una vita di studio.

Il secondo brano era una suite da Romeo e Giulietta di Prokofiev, il suo più importante balletto scritto nel 1936, organizzata da Wayne Marshall prendendo brani dalle suite del balletto scritte dallo stesso Prokofiev. Si è iniziato con i Capuleti e Montecchi per finire con la morte di Tebaldo. L'unico appunto che posso fare è che i brani talvolta erano un po' slegati tra loro e nel suo insieme la scelta dei pezzi non mi è sembrata ideale, dal punto di vista drammaturgico e musicale. Sarebbe stato meglio dare una maggiore continuità e consequenzialità come faceva ad esempio Abbado che eseguiva una sua selezione, incisa negli anni '60, molto più unitaria (a cui rimane fedele anche nell'esecuzione che ho linkato di trent'anni dopo). Per inciso questo brano faceva parte del primo concerto che sentii dal vivo diretto da Abbado, nel 1969. Ricordo che successivamente acquistai il suo disco, che sul lato B aveva un'altra suite bellissima tratta da "Il buffone", opera meno nota di Prokofiev ma altrettanto bella. Vera musica del '900, antiromantica nel modo più assoluto, astratta, luci, colori, suggestioni, eccitazione ritmica. Insomma, Prokofiev allo stato più puro. Un'altra esecuzione in disco assolutamente stupefacente di Romeo e Giulietta è quella diretta da Mitropoulos in una scelta più ampia di brani, simile alla seconda incisione di Abbado con i Berliner, che ripercorre tutta la vicenda fino alla morte di Giulietta, un'esecuzione ineguagliabile.
Sempre sulla scia dei ricordi, il concerto di Sibelius è invece legato al ricordo di un concerto degli anni '70 in cui questo concerto fu eseguito da Uto Ughi al Conservatorio di Milano con la direzione, mi pare, di Aronovich. Fu un tale successo che il finale venne bissato.
Grande successo per Wayne Marshall con il quale l'orchestra parte per una tournée di una settimana in Italia da domenica. Torino, Mantova, Mestre, Roma e l'Aquila. A Roma porteranno il programma di questo concerto, mentre nelle altre città eseguiranno quello che ormai è un loro cavallo di battaglia evidentemente richiesto ovunque, ovvero Gershwin e Bernstein dove Marshall suona anche il pianoforte nel concerto di Gershwin.

1 commento:

  1. ho sentito la Dego recentemente a Pesaro...sicuramente la migliore giovane italiana in circolazione. Seguiremo tutti la sua carriera con attenzione!

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