lunedì 19 ottobre 2009

Bach


Ieri, dopo parecchio tempo, ho ripreso a studiare Bach. Spero da qui in avanti di avere più tempo per farlo. Peraltro mi rendo conto del fatto che si tratta di un'impresa improba perchè Bach ha la tendenza a frantumarsi in mille pezzi, cioè non è facilmente inquadrabile, non è un monumento, non è un personaggio monolitico; invece è come un prisma che emana luci di mille colori attorno a sè quando viene messo alla luce e lo si guarda attentamente.
Ho ripreso lì dove avevo lasciato, ovvero alle cantate per la prima domenica d'Avvento, che sono 3, le BWV 61, 62 e 36.
Quest'ultima cantata ha una storia curiosa e complessa.
Di questa cantata esistono 5 versioni di cui tre secolari e due sacre. Probabilmente la storia complessa di questa cantata è sintomatica dell’alta stima che Bach aveva di questa musica.
La prima versione, Schwingt freudig euch empor (BWV 36c), fu scritta nella primavera del 1725 su testo probabilmente di Picander. Dal testo si deduce che la cantata era destinata al festeggiamento del compleanno di un insegnante della Thomasschule o dell’Università la cui identità non è sicura; potrebbe essere Johann Burckhard Mencke (1675-1732), professore di diritto all’Università e che all’epoca compiva 50 anni.
L’anno successivo o nel medesimo 1725 Bach utilizzò nuovamente quella musica per rifonderla in una nuova cantata, Steigt freudig in die Luft (BWV 36a), composta come cantata di auguri per il compleanno della principessa Charlotte Friederike Wilhelmine di Anhalt-Cöthen (30 novembre 1702 – 22 luglio 1785), seconda moglie del Principe Leopoldo e fu quindi eseguita il 30 novembre 1726 o 1725. Il testo era ancora di Picander. La cantata è perduta.
Successivamente, tra il 1726 e il 1730, Bach scrisse, utilizzando lo stesso materiale, una cantata per la prima domenica d’Avvento, Schwingt freudig euch empor (BWV 36A). La cantata, in questa prima versione, contiene 5 brani.
Il risultato probabilmente non soddisfece del tutto Bach che nel 1731 espanse il lavoro e fece diverse modifiche strutturali inserendo nuove strofe tratte da un inno di Martin Lutero portando in questo modo i brani da 5 a 8; questa è la versione BWV 36B comunemente indicata come 36.
Infine nel 1735 Bach utilizzò nuovamente quel modello per scrivere un’altra cantata, Die Freude reget sich (BV 36b), per il festeggiamento del compleanno di un professore, Johann Florens Rivinius docente di Giurisprudenza all’università, della quale era stato eletto rettore proprio in quel 1735.
La cosa interessante è il fatto che Bach, per occasioni così diverse, non sentì il bisogno di scrivere della musica nuova; semplicemente adattò una musica già scritta per un'altra occasione. Del resto la musica di Bach appartiene ad un unico flusso d'ispirazione che di volta in volta si adatta alle diverse occasioni ma non si differenzia in modo così drastico nei generi musicali. Sacro o profano, cambia abbastanza poco. L'approccio mentale di Bach rimane sempre il medesimo.
Ciò non sarebbe stato concepibile ai tempi, poniamo di Beethoven o di Brahms dove ogni musica era composta per l'occasione specifica per cui ogni materiale musicale finiva per trovare la sua collocazione in una specifica composizione, un concerto, una sinfonia, una sonata, un quartetto, ecc.
Ci sono state delle eccezioni, un intermezzo per "Rosamunda" di Schubert utilizzato in un quartetto e in un brano pianistico, o un brano delle "Creature di Prometeo" di Beethoven nato per balletto, diventato un tema per variazioni per pianoforte e utilizzato poi nel finale della III sinfonia, ma in questi casi la musica viene completemante rielaborata e non usata pari pari.

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