giovedì 15 ottobre 2009
Paolo Grassi
Nell'ultima settimana di ottobre verrà ricordato il novantesimo anniversario della nascita di Paolo Grassi, nato a Milano il 30 ottobre 1919.
Grandissimo uomo di teatro che fondò a Milano con Giorgio Strehler nel 1947 il Piccolo Teatro. Strehler nella lettera scritta quando lui morì ricordava come si fossero conosciuti: “un giorno, ragazzi, ci siamo incontrati alla fermata di un tram, a Milano, corso Buenos Aires, angolo via Petrella, in attesa del numero 6, linea Loreto-Duomo, il mattino di un favoloso millenovecento... quando?”
Strehler raccontava come lui e Grassi andassero in giro per Milano dopo la guerra per cercare un posto dove aprire il teatro.
Strani tempi quelli in cui due giovani, con tutti i problemi che c'erano, pensavano di aprire un teatro! Del resto erano gli stessi tempi in cui a Milano si pensava, come una delle prime cose da fare, fosse la ricostruzione della Scala. Ci si doveva riappropriare della città e si doveva ristabilire un principio di civiltà.
Un giorno arrivarono in Via Rovello, in pieno cento. Lì c’era una sala che era stata utilizzata da una banda fascista come luogo anche di tortura negli ultimi tempi della guerra; sui muri dei camerini c’erano ancora tracce di sangue. Quando entrarono nella sala vuota da un foro in alto entrava la luce del sole che come un faro naturale illuminava il palcoscenico. Decisero che quella sarebbe stata la sala del nuovo teatro. Così con Grassi, Strehler e Nina Vinchi, milanese di via Leoncavallo e successivamente moglie di Grassi, recentemente scomparsa, iniziò la rinascita di Milano nel dopoguerra.
Il Piccolo Teatro per Milano è stata una fonte di poesia e di spettacoli meravigliosi. Personalmente ho vissuto quella stagione dalla metà degli anni ’60 e ricordo spettacoli stupendi. Su tutti il “Re Lear” con Tino Carraro e Ottavia Piccolo e poi “La Tempesta” e “Il gioco dei potenti” di Shakespeare, “Le baruffe chiozzotte” e “Il Campiello”, “L’arlecchino servitore di due padroni” di Goldoni “Il giardino dei ciliegi” di Cechov, e poi Beckett e Brecht, ecc. impossibile ricordare tutto. Una stagione irripetibile.
Grassi poi andò alla Scala nel 1972 e con Abbado diede vita al periodo migliore e più stimolante della storia recente di quel teatro. Aprì la Scala agli studenti e ai lavoratori permettendo loro di accedere agli stessi spettacoli della stagione ordinaria a prezzi popolari. Non si facevano sconti sulla cultura e così ad un operaio della Breda poteva capitare di ascoltare Pollini che eseguiva Webern o Abbado che dirigeva “Mosè e Aronne” di Schoenberg.
Poi Grassi dal 1977 al 1980 andò a fare il presidente della RAI e lì venne invischiato dall’ambiente romano. Lui, milanese lombardo anche se di origini meridionali, si trovò fuori luogo. Nel 1981, era presidente della casa editrice Electa, morì prematuramente a Londra a seguito di un intervento chirurgico.
Verrà ricordato dall’esecuzione del Requiem di Verdi in Auditorium, teatro nato dalla ristrutturazione del vecchio cinema Massimo dove nel 1974 il Piccolo portò “L’opera da tre soldi”; l’orchestra Verdi sarà diretta dal suo direttore musicale Xian Zhang.
La replica del 30 ottobre sarà preceduta da un intervento del presidente Napolitano in collegamento televisivo dal Quirinale.
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In occasione dei novant’anni dalla nascita di Paolo Grassi, operatore culturale e fondatore con Giorgio Strehler del Piccolo Teatro della città di Milano,
RispondiEliminaSABATO 14 novembre 2009,
alle ore 18,30 presso la Libreria India,
Teatro India,Lungotevere Vittorio Gassman, Roma
verrà presentato il libro
PAOLO GRASSI
IL VALORE CIVILE DEL TEATRO
CRONACHE RACCONTI MEMORIE