lunedì 9 luglio 2012

Una serata di mezza estate in musica

Ieri sera presso Villa Corvini a Parabiago si è tenuto un bel concerto di musiche dell'epoca Barocca a cura dell'Ensemble Harmonia Sibrium, un complesso fondato nel 1993 che si dedica soprattutto alla musica settecentesca e nelle cui file suonano anche alcuni orchestrali dell'orchestra Giuseppe Verdi di Milano.
Si è iniziato con una pagina strafamosa come le Quattro Stagioni di Antonio Lucio Vivaldi. Musiche descrittive ed evocative come poche eseguite migliaia di volte dai più svariati ensemble. Credo non esistano due esecuzioni uguali di queste musiche. A dire il vero non esistono esecuzioni uguali neanche di musiche completamente scritte dall'autore con tutte le indicazioni agogiche ed espressive chiaramente indicate ma nel caso delle musiche grosso modo ante Mozart le indicazioni degli autori erano piuttosto scarse ed anche le note scritte erano più una traccia che la reale sequenza di note da eseguire. Di conseguenza si può variare, ornare, integrare, inventare sempre con buon gusto e con proprietà di lunguaggio. Le stagioni di Vivaldi, basate su dei sonetti, evocano in modo esplicito fenomeni naturali, il caldo, il freddo, animali, accadimenti umani, ecc. e quindi si prestano ad essere raccontati in vari modi mettendo in evidenza questo o quell'aspetto; se si aggiunge inoltre la diversità dei modi di esecuzione, più o meno filologici si apre una gamma che va dalle esecuzioni di Karajan e Bernstein a quelle di più agguerriti ensemble di musica barocca attualmente in circolazione. L'esecuzione di ieri sera è stata molto piacevole e ben condotta. Al primo violino si sono alternati due dei violini primi della Verdi; si è notata forse una leggera differenza di stile tra i due suonatori ma che non ha per nulla influito sulla piacevolezza dell'ascolto.
La seconda parte è iniziata con una bella esecuzione del Canone in re maggiore di Johann Pachelbel. Credo che questa sia la composizione più famosa di Pachelbel utilizzata svariate volte anche in altri generi musicali, dagli Aphorodite Child nel 1968 in Rain and Tears (lo ricordo bene perchè era un brano tipico da ballo della mattonella), a Brian Eno in Fullness of the wind, solo per citarne due. Pachelbel in realtà scrisse moltissima musica per tastiera tra cui particolarmente memorabile l'Hexachordum Apollinis, nonché preludi, fughe, corali e diverse ciaccone tra le quali ho sempre avuto una particolare predilezione per questa in fa minore, piuttosto mesta e struggente.
Il concerto si è concluso con il quindo brandeburghese di Bach che prevede, oltre agli usuali archi, un violino, un flauto e il clavicembalo che emerge dal suo ruolo di componente del basso continuo per diventare protagonista di primo piano in tutti i movimenti ed in particolare nel primo dove Bach prevede una vera e propria cadenza di grande virtuosismo. Nel concerto i solisti erano Alice Iegri al violino, Giona Saporiti al flauto traverso e Gabriele Toia al clavicembalo.
Due bis. La Badinerie dalla seconda suite, con il flauto di Giona Saporiti, molto bravo, e l'aria dalla terza suite, un brano per soli archi anch'esso famosissimo che ha subito varie rielaborazioni, tra cui quella famosissima, soprattutto in Italia, degli Swingle Singers, entrambi di Johann Sebastian Bach, uno dei primi grandi jazzisti della storia della musica.
Bel concerto, serata non troppo calda, bella acustica dovuta al fatto che l'orchestra era situata sotto il portico d'ingresso per cui i suono non si disperdeva, molto pubblico, divertimento tra i suonatori, successo. Una bella serata di mezza estate.

2 commenti:

  1. Scusa, ma cos'è il ballo della mattonella???

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  2. Era un lento che si ballava con la partner facendo un percorso di circa 10 centimetri in tre minuti girando attorno ad un punto centrale ideale. Consigliato per approcci ravvicinati con l'altro sesso. Tralascio ulteriori dettagli e varianti.

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