mercoledì 18 luglio 2012

Varie ed eventuali

Stamattina dovevo andare alla posta centrale di via Cordusio. Ho preso il mio tram e mi sono trovato davanti ad una che al telefono discuteva in relazione all'emissione di una fattura, cosa che il programma sul computer, pare, impediva. Discussioni su discussioni, il tram praticamente si è trasformato in un ufficio anche perchè costei parlava a voce abbastanza alta. Risolto, forse, il gravissimo e vitale problema è salita una sudamericana che già salendo sul tram parlava al telefono, di soldi. Anche qui tono di voce piuttosto alto, con scoppi travolgenti con crescendi irresistibili. Per fortuna il Duomo era vicino per cui siamo scesi. A Crocetta era salito il solito suonatore di turno. Un violinista solo che ha fatto un'insalata con Bach e Mozart, interessante ma troppo breve.
Sono arrivato alla posta centrale di Milano per ritirare una raccomandata che mi era arrivata ad un indirizzo dove non abito più da 18 anni. Quattro sportelli, uno solo aperto: fila. Ero il decimo. Pazientemente, come gli altri, mi sono messo a fare la fila quando è arrivata una tizia che si è messa a sproloquiare dicendoci, implicitamente, che eravamo tutti dei coglioni perchè stavamo lì a fare la fila senza protestare, perché non è possibile che alla posta centrale di Milano ecc. ecc. Ovviamente è stata mandata al diavolo da tutti all'unisono, coro misto, circa 10 uomini e 10 donne perché nel frattempo la fila si era allungata. Comunque è arrivato il mio turno e ho ritirato la raccomandata acquisendo così l'informazione che veniva dal comune del paese nel Veneto dove ho una seconda casa dove mia madre passa buona parte dell'anno. Ho aperto la raccomandata ed ho appreso che con la medesima mi si chiedeva urgentemente l'invio della documentazione che mi era già stata richiesta, e quindi in questa raccomandata non veniva più nominata, con una precedente raccomandata del 20 ottobre 2003 relativa ad un condono edilizio del 30 aprile 1986.
Benissimo. Ci hanno messo diciassette anni, dal 1986 al 2003, per capire che avevano bisogno di una qualche documentazione aggiuntiva e mi hanno mandato una raccomandata ad un indirizzo dove non abito più dal 1994. Ritornata indietro la raccomandata ci hanno messo altri nove anni per mandarmene un'altra allo stesso indirizzo di cui sopra (questa volta fortunatamente un'amica, una vecchia vicina, ha ritirato il biglietto per il ritiro). Magari se andavano direttamente da mia madre lì in paese, visto che ci si conosce più o meno tutti, si risolveva la questione in modo più rapido. Tra l'altro faccio notare che il comune conosce il mio nuovo indirizzo perchè anche recentemente ho ricevuto una loro lettera. Ma, si sà, il comune è grande, occupa ben un piano di una palazzina dove ci sono ben 4 o 5 uffici per cui un dato recepito da un ufficio è ben difficile che si a conoscenza di un altro ufficio e si deve tener conto anche della grandezza del comune, circa tremila abitanti, frazioni comprese. Comunque l'Italia è un paese meraviglioso. Ogni pratica arriva ad una conclusione del suo iter, magari dopo 20, 30 o 40 anni, passando dall'impegato nonno all'impiegato nipote e questo probabilmente ci eleva ad un gradino al di sopra dei paesi più sottosviluppati del mondo.
Nella medesima lettera mi viene comunicata una cosa importantissima, ovvero che l'importo della marca da bollo è di 14,62 euro. L'Italia è un paese fondato sulla marca da bollo.

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