mercoledì 23 dicembre 2009
Stagione 2009/10 - La Verdi barocca - II
Ieri sera bel concerto con il Messiah di Haendel. Il Messiah naturalmente è opera famosissima anche solo per il celeberrimo Halleluja che chiude la seconda parte.
Due anni or sono questo oratorio era già stato eseguito con l'orchestra e il coro "normali" diretti da Neville Marriner, grande specialista di questo repertorio britannico con il quale ha una profonda affinità dovuta alla sua frequentazione fin dalla prima giovinezza. Del resto questa è musica che per gli inglesi è connaturata alla loro stessa esistenza.
Quest'anno l'esecuzione è stata affidata alla neonata Verdi Barocca, complesso snello che si compone di un'orchestra che suona su strumenti originali o copie di strumenti originali e di un coro di una ventina di membri specializzati nel repertorio barocco ottimamenti diretti dal maestro Rubel Jais con la collaborazione dell'ottimo direttore del coro e organista Gianluca Capuano.
Di quest'opera esistono molte varianti perchè lo stesso Haendel adattò alcune parti alle circostanze esecutive, la disponibilità di un cantante particolare, la location, ecc. Del resto il Messiah fu da sempre un oratorio di grandissimo successo e venne riproposto in continuazione negli anni successivi alla prima di Dublino del 1742; subì anche varie trascrizioni con aggiunte di strumenti, lo fece anche Mozart, un po' come accadde poi alle opere di Rossini.
Questa esecuzione è stata fatta seguendo la lezione della prima esecuzione di Dublino del 1742 che prevede solo archi, due oboi, due trombe e timpani, questi ultimi utilizzati solo in un paio di occasioni.
L'uso di complessi così ridotti non è stato affatto uno svantaggio anzi ha permesso di valorizzare meglio la polifonia e l'articolazione delle parti, cosa che si perde un po' se ci si trova davanti un coro di 80 persone e un'orchestra proporzionalmente espansa con 50 archi che suonano con un bel vibrato degno di Schumann. Invece una quarantina tra suonatori e coristi sviluppano comunque un volume sonoro del tutto soddisfacente e ridanno a questa musica colori, dinamiche, chiarezza ed equilibrio. Inoltre si rende evidente a quale incredibile risultato arrivi Haendel utilizzando un ensemble così ridotto. Per dire che genio era Haendel si deve osservare che il Messiah fu scritto in 3 settimane.
I quattro cantanti erano ottimi. Del resto la soprano Sonya Yoncheva, la mezzosoprano Sonia Prina, il tenore Cyril Auvity e il basso Christian Senn hanno tutti cantato con gente del calibro di William Christie, Jordi Savall, Rinaldo Alessandrini e Jean-Christophe Spinosi affrontando il repertorio barocco da Vivaldi a Haendel a Purcell ma arrivando anche a Mozart e Rossini.
A me in particolare è piaciuta la soprano, veramente magistrale nell'articolazione delle parole nella combinazione con le tirate virtuosistiche di alcune arie veramente difficili come questa Rejoice Greatly, O Daughter of Zion e la mezzosoprano molto espressiva nella grande aria della seconda parte He Was Despised.
Fra tutti i brani del Messiah, senza fare torto a nessuno, a me piace soprattutto questo, il coro All we like Sheep.
Molto pubblico e grande successo per questi giovani che è giusto incoraggiare e gratificare con la nostra riconoscenza.
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