Sergio, il panettiere, è morto sabato.
Nel paese di mia nonna c'erano e ci sono due panettieri. Si trovano sulla stessa piazza, il Lago, uno di fronte all'altro. Mia nonna è sempre andata da Sergio e prima ancora da suo padre e suo nonno. Mai sarebbe anadato dall'altro se non in caso di assoluta emergenza, non si sa bene per quale motivo. Però il pane di Sergio è sempre stato il migliore.
A dire il vero non lo si conosceva con il suo nome ma, come sempre accade nei paesi, con il soprannome derivante in questo caso dal mestiere, ovvero il Pistoro (con l'accento sulla prima "o" pronunciata stretta).
E Pistoro era stato suo padre e suo nonno così che dire che si andava dal Pistoro non indicava più una persona fisica ma un'entità astratta.
Aveva solo nove anni più di me. Lo ricordo giovane che portava il pane in giro per il paese con la Lambretta. Una gran cesta di pane dietro. Arrivava sempre di fretta e sollevava un gran polverone sull'aia. Dava il pane a mia nonna e poi via da un'altra famiglia. Un sacco di anni fa aveva sposato una donna dell'est bellissima con la quale ha fatto diversi figli; quelli forse erano tempi più tolleranti verso gli stranieri. Una donna che ha sempre lavorato nel negozio.
Spero che il Pistoro resti perchè anch'io sono sempre andato a comprare il pane da lui anche a costo di fare qualche chilometro.
Negli ultimi anni non stava molto bene, appariva stanco e affannato. Se ne stava fuori dal negozio e così ci si salutava; qualche volta ricordava i miei nonni e si raccomandava di salutare mia madre. Forse la vita cominciava già a sfuggirgli e a ingarbugliarsi nella sua testa.
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