martedì 8 settembre 2009

Festival Mito 2009 - Shostakovich


Ieri sera all'Auditorium l'Orchestra Nazionale della RAI ha eseguito i 5 frammenti Op. 42 e la IV sinfonia Op. 43 di Shostakovich sotto la direzione di Vladimir Jurowski. Non conoscevo i 5 frammenti che sono in pratica degli studi preparatori di alcuni aspetti timbrici e ritmici della sinfonia. La IV sinfonia fu composta tra il 1934 e il 1936. Stava per essere eseguita quando Shostakovich venne attaccato dalla Pravda per la sua opera Lady Macbeth che stava peraltro avendo un grandissimo successo di pubblico. L'accusa, scritta probabilmente dallo stesso Stalin che evidentemente non sopportava l'idea di vedere un'opera dove si rappresentavano contadini che invece di attendere operosamente ai loro lavori da bravi compagni comunisti, si dedicavano alla crapula, alla ricerca di amanti fino ad arrivare all'assassinio, l'accusa era netta e definitiva. Quelli erano anni in cui non si scherzava in Unione Sovietica. Già molte persone che Shostakovich conosceva erano scomparse e lui stesso richiò grosso. Dopo quattro prove, quindi, la sinfonia venne ritirata e non fu eseguita. Subito dopo compose la V come riparazione di un artista ad una giusta critica, come lui stesso scrisse. In effetti la V sinfonia è molto più "normale" rispetto alla IV anche se a leggere bene la V tra le righe non tutto è sereno e positivo e il baccano del finale non è propriamente un inno al regime; ma, si sà, la musica è ineffabile e volendo ci si può leggere quello che si vuole. Infatti i censori del tempo non capirono e la sinfonia fu un grande successo. Successivamente Shostakovich ebbe ancora problemi grossi con il partito per l'VIII e la IX sinfonia del 1945, che fece arrabbiare molto Stalin che si aspettava una bella sinfonia corale per celebrare la fine della guerra e la gloria delle sorti comuniste, mentre la IX composta da Shostakovich era una cosuccia che alla fin fine esprimeva solo un po' di sollievo che tutto fosse finito ma non si vedeva traccia di gloria e di trionfo del bene sul male. Il risultato fu che Shostakovich non scrisse più sinfonie per anni. Quando Stalin morì nel 1953 aspettò ancora qualche mese e poi scrisse finalmente la X. Nel frattempo la IV sinfonia, che si era dispersa ed era stata ricostruita dalla parti orchestrali, era ancora ineseguita e venne proposta al pubblico solo nel 1961, 25 anni dopo la sua composizione. La sinfonia risente da un lato di una profonda influenza mahleriana e dall'altro delle tecniche surrealiste del montaggio cinematografico che portano la sinfonia ad avere una struttura ai limiti dell'informale. Si sviluppa come una grande improvvisazione, dove tutto può cambiare in un attimo, calata nella forma sinfonica che si deforma, viene tirata da tutte le parti, esplode, va in mille pezzi, implode in se stessa sempre sul limite dell'autodistruzione. Emblematici sono ad esempio i finali dei movimenti, tutti in pianissimo, morenti, come se le forze propulsive fossero venute meno e il motore interno si fosse inceppato. Così si spegne, su una nota ripetuta e sul tema della marcia iniziale grottescamente suonato dai fagotti, il primo movimento che era partito con una marcia folgorante dove pareva che tutta una nazione si fosse messa in marcia, una marcia che si era peraltro spenta ben presto per spezzettarsi in mille frammenti.

Il finale inizia con una marcia funebre che si sviluppa con un crescendo per poi smorzarsi e tornare al punto iniziale.



A questo punto, partendo da una nota, si sviluppa un allegro che è come un tentativo di reazione alla marcia funebre, un gesto dettato da un disperato tentativo di vivere che produce successivamente una seguenza di valzerini, polke, galop, un luna park, un circo, una buffonata dal sapore svagato ma priva di serenità e felicità.





Poi tutto si spegne, il luna park svanisce ed erompe una disperazione infinita che viene seguita dal nulla del finale dove la musica muore su un arpeggio duro e gelido della celesta.



Se, come per Mahler, la sinfonia per Shostakovich era diventata un modo per esprimere un mondo, questo era un mondo di orrore, dolore e disperazione dove non c'era spazio per la speranza, un mondo in frantumi.
Esecuzione vigorosa anche se poco profonda in alcuni passaggi. Grande successo.

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