Ieri sera alla Scala si è tenuto il primo concerto della stagione 2009/10 dell'Orchestra Giuseppe Verdi sotto la direzione del nuovo direttore, la cinese Xian Zhang. In programma l'ouverture da "Le creature di Prometeo" di Beethoven, "Petrushka" di Stravinskij ed infine la VII sinfonia di Beethoven. Grande pubblico e grande successo. Concerto interessante perchè mette insieme musiche di balletto (Le creature di Prometeo sono l'unico balletto di Beethoven e si situano in uno snodo cruciale della sua carriera di compositore come pure Petrushka è la prima opera in cui il genio di Stravinskij si dispiega in tutta la sua originalità) con una sinfonia che spesso è stata definita l'apoteosi della danza, una sinfonia dove tutto è dominato dal ritmo, dove anche ogni melodia è sempre sostenuta dal pulsare del ritmo. L'orchestra, pur con qualche impercettibile indecisione, ad esempio il violoncello all'inizio di Petrushka è entrato leggermente in ritardo, nel complesso ha suonato molto bene, con vigore, precisione e partecipazione. In Petrushka sono emerse chiaramente quelle che sono le qualità salienti di questa orchestra, ovvero, grande precisione ritmica, dinamica, colore orchestrale, ma anche delicatezza, ad esempio negli assoli del flauto. Del resto le prime parti dell'orchestra sono ottime. L'unica cosa che personalmente mi è spiaciuta è che l'esecuzione non si sia conclusa con il finale originale dove si assiste all'apparizione del fantasma di Petrushka con le due trombe dissonanti e il pizzicato finale in pianissimo, ma con un breve crescendo orchestrale e un accordo in fortissimo. L'aveva già fatto Chailly. personalmente non lo farei mai perchè proprio in quel finale si trova uno dei momenti, forse il momento, più grande dell'intera opera. L'esecuzione comenque è stata ottima e ha messo in luce dei colori che già preludono alla successiva Sagra della Primavera, ad esempio nella terzo quadro; colori acidi e scuri nei fagotti e nei clarinetti. Anche in Beethoven tutto è andato per il meglio con esisti clamorosi nella sinfonia. Ad esempio, l'Allegretto è stato suonato ed interpretato con una partecipazione e nello stesso una chiarezza delle linee musicali veramente esemplare; gli archi erano perfetti nel suono e nel fraseggio. Gli ultimi due movimenti sono stati staccati, finalmente, con tempi realmente beethoveniani; molto rapidi ma nello stesso tempo incisivi. Nulla si perdeva dell'aspetto delirante e potente di questa musica dove Beethoven dimostra qual era la forza che poteva esprimere la sua orchestra. Insomma, un gran concerto coronato da due bis, il finale dell'Uccello di fuoco e la danza russa da Lo schiaccianoci. La Zhang è un grande direttore d'orchestra, delicata dove si deve essere delicati, energica e dinamica dove la musica lo richiede. Con il tempo prenderà sempre più coscienza della propria forza e riuscirà ad ottenere ciò che è nelle sue intenzioni con una maggiore economia di mezzi. Ora è ancora così giovane che si sbraccia non poco, entra a passo di carica e viene a prendere gli applausi correndo. Ma del resto penso che fosse proprio felice per sè e per l'orchestra e del resto è bello vedere un bel po' di entusiasmo in un campo in cui il più delle volte prevale un certo accademismo. Non era bello forse vedere Bernstein che abbracciava e baciava gli orchestrali come se fossero figli suoi dimostrando loro quanto li amava?
lunedì 7 settembre 2009
Concerto dell'Orchestra Verdi alla Scala
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