Quando nel 2007 l'orchestra Giuseppe Verdi fu praticamente abbandonata da Riccardo Chailly temetti seriamente che l'orchestra si squagliasse. Senza una guida stabile che futuro ci poteva essere? In quel momento diversi soci sostenitori, considerando anche la drammatica situazione finanziaria, lasciarono la fondazione; altri invece, compreso il sottoscritto, continuarono ostinatamente e direi quasi disperatamente ad appoggiare la fondazione dal momento che trovavano insopportabile per Milano che l'orchestra dovesse scomparire. Grazie a questa ostinazione le attività sono continuate ed anche estese nei limiti del possibile. Da questo sentimento nasce l'attaccamento e direi l'affetto che mi anima personalmente nei confronti di questa istituzione. Così l'orchestra ha continuato a lavorare e si e compattata migliorando anno per anno in tutti le sezioni. Poi è arrivata la Zhang, che è al terzo anno di collaborazione, e ciò è stato molto positivo, se non altro sul piano della resa orchestrale. Non parlo infatti di interpretazione dove la Zhang ha dato prove discontinue con un ottimo War Requiem di Britten, ad esempio, ma un mediocre Requiem verdiano lo scorso anno, dei buoni Beethoven, ma una IX sinfonia piuttosto opinabile, e dei Mahler non omogenei nel risultato.
In questi ultimi due concerti la Zhang è tornata con due bei concerti. In quello della scorsa settimana ha dato una bella prova nella sinfonia del Guglielmo Tell rossiniano e nelle rielaborazioni di Britten da Rossini concludendo poi con una convincente VII sinfonia di Beethoven, che si era già potuta ascoltare nella sua interpretazione negli anni Passati.
Ieri sera il concerto è stato molto buono con il secondo concerto per pianoforte di Beethoven suonato dall'ottimo Cominati e la VI sinfonia di Ciaikovskij, "Patetica". A me Cominati piace molto come pianista; tocco morbido, bel suono, musicalità. Oltretutto Cominati, come risulta da un'intervista che gli aveva fatto tempo fa Carlo Boccadoro,fortunatamente non è un musicista che vive con la testa dentro la musica; ha molti altri interessi e sa godersi la vita anche in molti altri aspetti e ciò me lo rende molto simpatico e degno di ammirazione.
La sinfonia di Ciaikovskij è stata ben eseguita. Certamente, se si fosse voluto fare un confronto con altre esecuzioni storiche (Celibidache, Bernstein, Mravinsky, Mitropoulos,ecc.), ci sarebbe stato qualcosa da dire sull'intensità ad esempio del primo movimento, soprattutto nella parte centrale prima della ripresa, oppure suoltrio nel secondo movimento dove la musica serena della prima parte improvvisamente, come per una nube che passa davanti al sole, si incupisce in un'angoscia opprimente, oppure sul terzo movimento, ben eseguito in modo virtuosistico, ma forse leggermente troppo veloce così che un certo effetto claustrofobico di follia si perdeva un po'.
Personalmente di questa sinfonia ricordo due esecuzioni dal vivo a cui ho assistito alla Scala, quella di Celibidache, credo nel 1970, e quella di Giulini con l'orchestra di Los Angeles, negli anni '70, entrambe indimenticabili.
Buona prova, comunque, da parte di tutti.
Non parlo del Requiem diretto da Aldo Ceccato due settimane fa tanto fu deludente, non per l'orchestra e il coro, quanto per i solisti veramente pessimi, soprattutto i due uomini, e la direzione di Ceccato,lento, greve, privo di profondità e di intensità. Peccato.
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