giovedì 4 marzo 2010
Stagione 2009/10 - La Verdi barocca - V
Nel programma musiche di Vivaldi e Haydn.
Di Vivaldi è stato eseguito lo Stabat Mater RV 621. Non è chiaro quando sia stato scritto, probabilmente nel periodo 1713/1719 anche se altre ricerche portano a ritenere che sia del 1712 e che sia stato scritto da Vivaldi a seguito di una commissione proveniente da Brescia della quale si è trovato il pagamento nei registri della basilica. E' una composizione in otto parti con Amen finale dove i numeri 1, 2 e 3 sono identici, musicalmente ai numeri 4, 5 e 6. Composizione severa che abbandona i fasti tipicamente vivaldiani, autore che soffre ancora troppo della fama di autore solo di concerti mentre in realtà scrisse anche un gran numero di opere vocali per il teatro e per la chiesa.
Grandissima esecuzione del contralto Sonia Prina, che brilla per la gran voce e per la grande simpatia.
Nella seconda parte, di Haydn sono state eseguite le "Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla Croce". Questa composizione fu scritta da Haydn, probabilmente nel 1786, a seguito di una commissione della cattedrale di Cadice. In quella cattedrale il Venerdì Santo si oscurava la chiesa che restava illuminata solo da alcuni ceri. Il vescovo leggeva le ultime sette parole di Gesù Cristo sulla croce lasciando lo spazio tra una frase e l'altra per un momento di meditazione. Haydn quindi compose sette adagi strumentali, uno per ogni frase, da suonarsi dopo l'enunciazione delle frasi facendoli precedere da una introduzione e seguire da una descrizione del terremoto che sconvolge il Golgota dopo la morte di Cristo. Si tratta di una composizione di grandissima ispirazione e grandissima e sublime bellezza, come ad esempio nella seconda parte dopo l'introduzione, dovendo ispirare al fedele sentimenti di commiserazione, pietà, speranza. Haydn medesimo ne realizzò successivamente un adattamento per quartetto d'archi. Esiste anche una versione pianistica non di Haydn ma da lui approvata. Qualche anno dopo la composizione, passando da Passau, ascoltò la composizione a cui il Kapellmeister locale aveva adattato un testo. L'idea gli piacque e così, aiutato dal barone von Swieten, colui cha aveva avvicinato Mozart a Bach e che indusse Haydn a rivitalizzare il genere dell'Oratorio diventandone il librettista per "La Creazione" e "Le Stagioni" (al barone Beethoven dedicò la prima sinfonia), adattò un testo in schietto stile pietista alle melodie della sua musica. Personalmente continuo a preferire la versione puramente strumentale perchè permette di godere meglio della purezza di questa musica anche se l'aggiunta del coro in vari momenti è assai suggestiva, ad esempio nel terremoto finale.
Bella e franca esecuzione da parte dell'ensemble de la Verdi barocca rinforzato per l'occasione di corni, trombe, tromboni, clarinetti e timpani.
Grande coro che nonostante sia formato solo da 16 coristi sviluppa un volume sonoro veramente imponente ma che è capace anche di grandi morbidezze e di momenti di grande interiorità.
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