sabato 27 marzo 2010

Stagione 2009/10 de LaVerdi - Concerto N. 24


Wayne Marshall è tornato per un concerto che ha visto, come pezzo forte, la VI sinfonia di Ciaikovskij, Patetica, preceduta da due brani di Leonard Bernstein, Divertimento del 1980 e la Serenata per violino, archi, arpa e percussioni del 1954.
Il Divertimento fu composto a seguito di una commissione della Boston Symphony che nel 1980 festeggiava il proprio centenario. Partendo proprio dal Boston Centenary Celebration, Bernstein ne ha preso le iniziali, B - C (che corrispondono a si - do) come cellula minima di partenza e ci ha costruito un brano in 8 movimenti dove si va dagli squilli di tromba delle fanfare che annunciano le celebrazioni, alla musica da night club, ad un omaggio alla Boston Pops di Arthur Fiedler con il quinto brano, Turkey Trot, al terzo brano, Mazurka, dove Bernstein cita la V sinfonia di Beethoven, a ricordo dei concerti ascoltati da ragazzo, ad un tenero walzer, il secondo brano, al finale "The BSO Forever" una estroversa marcia, Bernstein al 100%, una specia di marcia Radetsky rivisitata. Confesso di avere un debole quasi infantile per questo Divertimento e ho goduto moltissimo la bellissima esecuzione di Marshall ottimamente assecondato da un'orchestra divertita. L'unico appunto riguarda il secondo brano, il walzer, che secondo me è stato preso ad un tempo leggermente troppo veloce per cui diventava un po' affannoso, mentre dovrebbe essere eseguito con dolcezza e teneramente; naturalmente è perfetta l'esecuzione di Berstein medesimo a capo della Israel Philharmonic.
Il secondo brano era la Serenata, tenuta a battesimo, il 12 settembre 1954 a Venezia da Isaac Stern sotto la direzione nientemeno che di Igor Stravinskij. E' un bel brano ispirato al Simposio di Platone. Il tono ondeggia tra l'arcaico alla Stravinskij di Apollon Musagete, o al cubismo de l'Histoire du soldat a Broadway, al musical, alla musica da strada a West Side Story dove si evoca, subito all'inizio del primo movimento "Phaedrus; Pausanias" il nucleo centrale di tre note della canzone Maria. Bellissimo il IV movimento Agaton, un panegirico sull'amore.
Al violino ha suonato Sergej Krylov, violinista fenomenale che ha, come bis, eseguito la famosa toccata e fuga in re minore di Bach (?) trascritta per violino, assolutamente strabiliante.

A chiudere Ciaikovskij con la sua ultima sinfonia, Patetica, op. 74, la sua espressione musicale più personale, sincera ed impressionante.
Marshall l'ha ben diretta anche se in modo un po' troppo sano, non abbastanza macerato nel trio del secondo movimento, un walzer in 5/4, nella espansione melodica del primo, soprattutto alla fine del movimento, dove la musica piange, e nella parte finale dell'adagio dove la musica si spegne e muore e diventa come il cofano della bara che si chiude portando via tutto con sè con un gesto quasi espressionistico, totalmente negativo, scuro, luttuoso. Per contro ottime tutte le parti più dinamiche come il terzo movimento, un brano che illude il pubblico, che infatti quasi invariabilmente applaude, con la prospettiva di un finale trionfante, che si rivela immediatamente illusorio con l'arrivo del raggelante finale, adagio.
Essendo così personale, questa sinfonia naturalmente si presta alle più varie esecuzioni. Ad esempio con Toscanini i minutaggi sono 16 - 8 - 8 - 9, leggermente più veloci di Mravinsky e Karajan, fino all'ultimo Bernstein con la New York Philharmonic 23 - 9 - 10 - 17 che credo sia difficilmente battibile, soprattutto per il senso di sfinimento e di estinzione che trasmette.
Molto pubblico e grande successo.

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