sabato 11 agosto 2012

Stefano Montanari e Bach

In due serate, 9 e 10 agosto, in una afosissima Cappella Portinari a sant'Eustorgio (non è proprio possibile fare qualcosa per migliorare questa situazione ambientale?), trasformatasi per l'occasione in una serra tropicale, Stefano Montanari ha eseguito i "Sei solo a Violino senza Basso accompagnato" ovvero le tre Sonate e le tre Partite per violino di Johann Sebastian Bach, datate 1720 ma scritte probabilmente qualche anno prima (ma non troppi), ovvero il vertice assoluto della musica per violino solo di ogni epoca.
Stefano Montanari prima ancora di essere un grandissimo violinista, forse il più grande violinista barocco di questi anni, è un grande musicista che si è diplomato non solo in violino ma anche in pianoforte con lode, un grandissimo continuista ed anche, in tempi più recenti, direttore d'orchestra. L'anno scorso era venuto in Auditorium per i sei concerti brandeburghesi con l'Accademia Bizantina, di cui è violino concertatore, diretta da Ottavio Dantone ma l'avevo sentito come direttore un paio d'anni fa in Auditorium quando venne a dirigere un concerto della Verdi barocca e l'attività di direttore negli ultimi anni lo ha visto spesso sul podio per dirigere opere di Mozart, Donizetti, Rossini, ma anche per la Carmen di Bizet a Lione, questo a testimonianza della vastità dei suoi orizzonti musicali.
E' impossibile descrivere o semplicemente dire cosa siano state le esecuzioni che Stefano Montanari ci ha donato in questi due concerti se non dicendo semplicemente che sono state straordinarie.
Giusto per memoria mia, dovessi rileggere queste due righe fra qualche anno, vorrei solo ricordare l'esecuzione della seconda partita, con cui si è concluso in secondo concerto.
La seconda partita, nella bellissima tonalità di re minore, è quella che si conclude con la famosa Ciaccona, che Montanari ha fatto come bis nel primo concerto, giusto per gradire.
Stefano Montanari ha eseguito la partita stendendo un grandissimo arco a partire dal re in pianissimo con cui inizia la Allemanda fino al medesimo re con cui si conclude in pianissimo la Ciaccona. C'era qualcosa di funebre, di mesto in questa esecuzione. La stessa Ciaccona è partita in pianissimo, come un lamento, con il tema iniziale, crescendo poi man mano, arrivando anche a passaggi eseguiti con grande passione e partecipazione, quasi con un certo furore, prima dello spegnimento finale con il medesimo re dell'inizio tenuto in pianissimo con una bravura ed un'intensità da mozzare il fiato. Letteralmente da brividi tutto il passaggio arpeggiato eseguito con millimetrici scarti dinamici.
Eseguire queste musiche è difficilissimo per il virtuosismo che richiedono al violinista ma soprattutto perchè non basta la perizia tecnica per venirne a capo.
Da questo punto di vista Stefano Montanari è stato esemplare perché con le sue interpretazioni così creative e ricche di fantasia è stato capace di raccontare queste opere sottraendole dall'area della pura astrazione e sacralità del testo per renderci partecipi di un grande e profondo momento di umanità realizzata in musica. In questo senso credo che abbia reso un grandissimo servizio a Bach, e ciò non è certo poco!
Gran pubblico in entrambe le serate con posti esauriti. Grandi ovazioni da parte di un pubblico piuttosto accaldato che, spenti gli applausi, ha guadagnato rapidamente l'uscita verso la frescura della sera milanese.

2 commenti:

  1. Salve Sig.Guglielmo,
    beh, che dire...sono contento che il concerto le sia piaciuto!
    STEFANO MONTANARI

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  2. Sono io che la ringrazio infinitamente per la magnifica esperienza di quell'ascolto!
    Guglielmo

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