venerdì 11 gennaio 2013

Maestri sostituti

Decisamente questo è l'anno delle assenze e delle sostituzioni dei direttori nei concerti dell'orchestra Verdi.
Dopo la Zhang Xian, per maternità, ed Helmuth Rilling, per problemi sulle tempistiche delle prove con l'orchestra in tournée in Russia, ora è toccato al maestro Claus Peter Flor che doveva dirigere due concerti ed è stato sostituito nel primo da Gaetano d'Espinosa, la scorsa settimana, e da Martin Haselbock, questa settimana.
Gaetano d'Espinosa era già venuto in Auditorium tra settembre e ottobre per dirigere un concerto al quale se ne erano aggiunti altri due nei quali aveva sostituito la neomamma Zhang Xian. La scorsa settimana è venuto a sostituire nel primo concerto dell'anno Claus Peter Flor in un concerto con musiche di Strauss, Vier letzte Lieder, e Bruckner, sinfonia n. 3.
I Vier letzte Lieder sono uno dei più grandi capolavori della musica scritta nel XX secolo e a me importa ben poco sapere e considerare quanto questa musica fosse allineata con gli esiti delle avanguardie musicali del tempo, il 1948. Questi quattro lieder costituiscono un'opera scritta in modo strepitoso per l'orchestra e per la voce con un flusso di ispirazione continuo e di altissimo livello di poesia, uno sguardo retrospettivo, con un filo di trattenuta malinconia, su una vita ormai trascorsa. Cantava Susanne Bernhard, molto brava e la direzione di D'Espinosa mi è piaciuta molto, molto bella la concertazione, ottimamente coadiuvato da un'orchestra che ha suonato molto bene con punti di eccellenza assoluti nell'assolo del corno di Giuseppe Amatulli alla fine di September e del violino del primo violino dell'orchestra, Luca Santaniello, nel meraviglioso Beim Schlafengehen.
La terza sinfonia di Bruckner, come accadde ad altre composizioni di Bruckner, ha una storia complessa con le sue tre versioni: la prima del 1873 dedicata a Wagner, la seconda del 1877 e la terza del 1889 eseguita nel concerto. L'esecuzione di d'Espinosa è stata molto buona dal punto di vista della concertazione ma, in generale, con una scelta di tempi troppo rapidi per cui la sinfonia, i cui tempi di esecuzione si aggirano mediamente sui 60 minuti, è stata sbrigata in circa 53. E' vero che se si considerano le esecuzioni di vari direttori si oscilla tra i 55 e i 67 con alcuni direttori che sono anche più lenti con la punta massima di Georg Tintner che con i suoi 77 minuti è il più lento di tutti (però Tintner dirige la prima versione che è anche più lunga, ma con Eliahu Inbal, che dirige la stessa versione, la sinfonia dura "appena" 66 minuti circa), tra quelli che conosco, però, obiettivamente d'Espinosa mi è sembrato un po' troppo veloce. Secondo la mia visione di Bruckner, eseguita così la sua musica tende a diventare una sequenza di pianissimi e fortissimi di cui non capisco bene il motivo dal momento che non mi interessa per niente bearmi semplicemente di un bel suono orchestrale se non ne capisco e ne vivo i presupposti e le conseguenze. Bel successo per tutti
Ieri sera, invece, il maestro Claus Peter Flor è stato sostituito da Martin Haselbock che già negli scorsi anni era venuto a dirigere musiche di Liszt e Beethoven. Personalmente lo apprezzo molto (tra l'altro assomiglia incredibilmente ad una mia vecchissima conoscenza che aveva una sorella che mi... ma "non parliam di fatti si rimoti" Nozze di Figaro, Atto III, Scena VI).
Il primo pezzo in programma era il Meeresstille und glückliche Fahrt di Mendelssohn, un brano giovanile del 1828, da Goethe che già aveva ispirato, ad esempio, Beethoven e Schubert. L'esecuzione è stata a dire il vero un piattina, cioè dalla calma di vento iniziale con il mare piatto il successivo felice viaggio non mi pare sia riuscito a rivitalizzarsi in modo particolarmente convincente. In questo però, forse, è anche un po' complice la musica di Mendelssohn così misurata ed educata tanto da riscaldare poco il cuore.
A seguire la splendida Serenata op. 31 per tenore, corno e archi del 1943 di Benjamin Britten di cui ricorre in questo 2013 il centesimo anniversario della nascita. Bellissimo brano con dei momenti di poesia e di profondità assoluti. Il brano è composto da sei liriche di vari poeti britannici dal XV al XIX secolo incorniciate da un prologo e da un epilogo suonato dal corno solo; l'epilogo è identico al prologo ma è suonato dietro le quinte. E' curioso come Igor Stravinskij utilizzerà esattamente una delle liriche utilizzate da Britten, il Lyke-Wake Dirge come Preludio, due Interludi tra tre Ricercare e Postludio nella sua bellissima Cantata del 1952. Cantava il giovane tenore Julian Prégardien, figlio del grande Christoph, tenore anch'esso, che è andato bene; forse non ha una gran voce ma è limpida e chiara e penso che con gli anni acquisterà maggior peso. Al corno il grande Radovan Vlatkovic che già aveva eseguito questo brano in Auditorium alcuni anni or sono. Bella la direzione di Haselbock.
Per finire si è tornati a Mendelssohn, gran disegnatore ed acquarellista dalla precisione millimetrica, con la sua sinfonia migliore, la Scozzese op. 56. La sinfonia nacque dalle suggestioni di un viaggio in Scozia del 1829. Seguì poi il viaggio in Italia dove nacque la sinfonia Italiana, op. 90. Mendelssohn riprese in mano quelle antiche suggestioni scozzesi nel 1842 quando completò la sinfonia che fu dedicata alla giovanissima regina Vittoria e pubblicata come terza sinfonia, anche se in realtà era la sua ultima sinfonia; la sinfonia Italiana sarà pubblicata solo dopo la morte di Mendelssohn come op. 90 e quarta sinfonia e ne seguirà poi una quinta composta ancora prima.
L'esecuzione di Haselbock è stata molto bella, con bei colori orchestrali bruniti nel primo movimento e nel terzo, il grande capolavoro della sinfonia, una bella vivacità nel secondo movimento e un convincente carattere guerresco nel finale e, nella coda, solenne, eroico e pomposo. Ottima prestazione di tutta l'orchestra con il clarinetto di Fausto Ghiazza in splendida evidenza nello scherzo e in generale tutti i fiati.
Buon successo da parte di un pubblico non foltissimo.

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