domenica 20 gennaio 2013

Domenica mattina in Concerto

Nelle ultime due domeniche abbiamo avuto due appuntamenti con i concerti in Auditorium della domenica mattina diretti dal maestro Giuseppe Grazioli dal momento che si doveva recuperare un concerto di dicembre che era saltato.
La scorsa settimana il concerto era dedicato a Giuseppe Verdi focalizzando il discorso sulle trascrizioni di sue musiche e sulle musiche da balletto scritte dallo stesso Verdi in occasione della rappresentazione di sue opere a Parigi. Così si è potuto ascoltare il Gran concerto per oboe e archi su temi de I Vespri Siciliani di Antonio Pasculli, il "Paganini dell'oboe", un brano di delirante difficoltà superate alla grande dal primo oboe dell'orchestra Verdi, Emiliano Greci. A seguire, di Donato Lovreglio, la Fantasia da concerto per clarinetto e orchestra su motivi de La Traviata, altro brano funambolico eseguito con grande maestria dal primo clarinetto dell'orchestra, Raffaella Ciapponi. C'è da notare, come osservava il maestro Grazioli nella sua presentazione, come questi pezzi, oltre ad assolvere alla funzione di diffusione delle musiche di Verdi anche a favore di un pubblico che per varie ragioni non poteva andare all'opera, hanno avuto anche un ruolo importante nello sviluppo della tecnica dello strumento che ben raramente in composizioni dei più grandi compositori erano impiegati in modo così virtuosistico. Per finire il concerto è stato eseguito il balletto per il Trovatore, nella versione parigina. Ricordo che già negli anni '60 avevo un vecchio disco EMI con queste musiche ma che successivamente ho avuto ben poche occasioni per riascoltarle. La cosa mi ha fatto molto piacere perché è una musica che mi piace molto ricordandomi assai anche alcune cose di Nino Rota. Splendide le esecuzioni dell'orchestra ottimamente diretta dal maestro Grazioli con grande vigore.
Stranamente questo concerto è stato seguito la sera successiva in Conservatorio, per le Serate musicali, da un concerto pianistico di Jeffrey Swann con varie musiche di Verdi e Wagner in trascrizioni di vari autori per ribadire il concetto di quanto sia importante il genere delle trascrizioni e parafrasi, in questo caso pianistiche. Così abbiamo ascoltato alcune trascrizioni di Liszt, il Sogno di Elsa dal Lohengrin, il Canto delle filatrici dall'Olandese volante, una trascrizione dello stesso Swann della parte centrale del duetto d'amore dal Tristan (quanto di più grande abbia composto Wagner; quando a Bayreuth nella villa di Wagner in una bacheca ho visto lo spartito manoscritto del Tristan aperto proprio su questa pagina ho sentito un brivido, non sto scherzando), mentre di Verdi Swann ha eseguito la trascrisione dal Trovatore, il Miserere, e la Danza sacrale dall'Aida. A questi pezzi si sono aggiunti altri pezzi, ad esempio la trascrizione del minuetto della terza sinfonia di Mahler, fatta da Ignaz Friedman nel 1913 e altre trascrizioni ancora da Wagner e Schubert fatte da altri autori. Un concerto divertente e originale.
Nel concerto di questa mattina il musicista principale era Robert Schumann di cui è stata eseguita l'Introduzione e allegro appassionato op. 92 per pianoforte e orchestra, scritta nel 1850 che è stato ben eseguito, con notevole impeto, da Simone Pedrone, che poi ha fatto un bis lisztiano, la terza Consolation (mi sarebbe piaciuto il grande studio Un Sospiro, ma sarà per un'altra volta, spero). Il concerto però era iniziato con l'energetica ouverture dall'opera Raymond di Ambroise Thomas, autore ancora piuttosto famoso per la sua opera Mignon
Per finire è stata eseguita la terza sinfonia Singulière di Franz Berwald, uno strano personaggio che in vita ebbe pochissimo successo come musicista e che per vivere si inventò vari mestieri, tra cui quello del  creatore di strumenti ortopedici, a Berlino dove ebbe un notevole successo, direttore di una vetreria, di una fabbrica di mattoni, ecc. Il mio primo approccio a Berwald risale a molti anni fa, forse 40. Un giorno accesi la radio sintonizzata sul terzo programma e stavano trasmettendo un pezzo che non conoscevo. Man mano che l'ascolto proseguiva ero sempre più incuriosito perché quell'autore sembrava ora Mendelssohn, ora Berlioz in certi dettagli della strumentazione dei fiati, ora Brahms, ora aveva qualcosa di Wagner, di sfuggita, ora di Sibelius per una certa volubilità e capricciosità che ricordava qualcosa della sua terza sinfonia o della quinta o della sesta. Ero francamente un po' confuso perché non riuscivo ad inquadrarlo. Quando la musica finì l'annunciatrice disse che si trattava della terza sinfonia di Berwald (dirigeva Sixten Ehrling). Berwald? Chi era costui? Comunque fu amore a prima vista e da allora lo amo molto e ho anche imparato ad amarlo non perché assomiglia a qualcun altro ma per la sua musica in sé, che ha pure i suoi difettucci. Comunque questa sinfonia è meravigliosa con uno stupendo secondo movimento che contiene lo scherzo ed ha una struttura simmetrica a specchio, un primo movimento che inizia come una cortina che si solleva su un mondo nuovo e diverso ed un finale dai tratti epici in cui, improvvisamente, entra come una reminiscenza il bellissimo secondo tema dell'adagio. 
Mi ha fatto moltissimo piacere che si sia pensato di mettere in programma questo autore, visto che nonostante il suo considerevole successo discografico, in sala da concerto, almeno alle nostre latitudini, credo una esecuzione di sue musiche sia piuttosto rara, per essere ottimisti.
Bellissima l'esecuzione data da Giuseppe Grazioli, molto appassionata e intensa.

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