giovedì 13 ottobre 2011

Maderna - Satyricon


Ieri sera per Milano Musica, allo Spazio Sirin di via Vela, è stato proiettato Satyricon di Bruno Maderna nell'allestimento del 2000 a Macerata diretto da Donato Renzetti.
L'opera fu composta tra il 1971 e il 1973 e fu eseguita per la prima volta pochi mesi prima della sua prematura scomparsa.
L'opera si compone di 21 numeri, che si potrebbero definire arie o scene, che non sono ordinati in una sequenza fissa per stabilire una volta per tutte una narrazione. Di conseguenza l'ordine può essere cambiato e alcuni numeri possono anche essere omessi. Del resto lo stesso Satyricon di Petronio è un'opera frammentaria e aperta.
Nell'esecuzione di ieri sera due numeri erano omessi. Rispetto ad un'altra esecuzione che avevo sentito, ad esempio, l'aria di Lady Lucky (Signora Fortuna) era collocata vicino alla cena di Trimalchio ed alla narrazione della sua fortuna, a simboleggiare il collegamento tra fortuna, soldi, cibo e quindi sesso, che sono le quattro entità attorno a cui gira tutta la vicenda; nell'edizione che conoscevo invece era posta all'inizio dell'opera, ad indicare come la fortuna regoli ogni cosa, un po' come nei Carmina Burana di Orff.
Dal punto di vista del testo, che è di Maderna, la maggior parte delle scene sono dette in lingua inglese, una sorta di lingua franca, un po' come il latino dei tempi di Petronio, ma una scena di seduzione è in francese, ovviamente, a cui il sedotto risponde in latino, a questo punto lingua incomprensibile, in tedesco sono le flatulenze di Trimalchio ed alcune parti, quelle burocratiche del testamento di Trimalchio, in italiano.
Dal punto di vista musicale, sono previste alcune scene con accompagnamento di nastro magnetico, scene notturne a sfondo erotico, specie di incubi che si celebrano tra corpi seminudi e quarti di bue; la altre scene o arie sono composte da Maderna ricorrendo spesso a citazioni. Così la scena della seduzione si basa sull'habanera della Carmen, nella scena della narrazione da parte di Trimalchio di come ha costruito la propria fortuna, nel punto culminante in cui egli vanta i milioni fatti, Maderna cita apertamente il trio di The stars and stripes forever di Sousa oppure nella scena dove Trimalchio immagina il proprio funerale e legge il proprio testamento, si citano Ciaikovskij (primo concerto per pianoforte), Wagner (Entrata degli dei nel Walhalla), Puccini (Boheme), ecc.
Una bella occasione d'ascolto di un'opera, che come spessissimo accade alla musica del '900, soprattutto a quella del secondo dopoguerra, viene relegata ai festival specialistici.
Del resto questo è un vecchio discorso. Infatti se agli inizi dell'800 le musiche che venivano eseguite nei teatri erano al 90% di compositori viventi, già alla metà del secolo la percentuale era scesa al 50% e si assestò al 25% circa agli inizi del '900. Ora basta scorrere una qualsiasi programmazione di ente concertistico o lirico per accorgersi che non solo i compositori viventi sono rarissimi, ma sono piuttosto sporadiche anche le esecuzioni di composidori del '900 già scomparsi da parecchio per cui queste stagioni si riducono ad una eterna riproposizione dei soliti autori consolidati, e nell'ambito dei soliti autori, dei soliti pezzi, mancando spesso anche la curiosità o il coraggio di proporre brani meno noti di autori famosi. Ma questo è un discorso piuttosto complicato che ha un sacco di implicazioni con gli altri generi musicali, con la società, ecc.

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