Ieri sera si è concluso il festival Rota tenutosi presso il Conservatorio di Milano con un concerto dell'orchestra del Conservatorio diretta da Amedeo Monetti. Sono stati eseguiti il concerto per tuba e orchestra di Vaughan Williams, un brano del 1953 che vede il suo momento più alto nel secondo movimento, dove la tuba si piega alla melodia e all'intimità, cosa questa abbastanza inusuale per uno strumento così ingombrante come la tuba, a seguire di Darius Milhaud Scaramouche per sassofono contralto e orchestra del 1939, ricco di memorie del soggiorno brasiliano dell'autore come è evidente dall'ultimo brano, Brazileira.
Per finire la Sinfonia sopra una canzone d’amore di Nino Rota; composta nel 1947 fornirà successivamente vari spunti musicali per musiche da film, in particolare il Gattopardo, nel 1963. Brano affascinante dove Rota svolge la propria musica con il proprio stile sempre così riconoscibile; non si può infatti dire che Rota non avesse uno stile! Il fatto che Rota non seguisse le mode e le tendenze più avanzate della musica contemporanea gli procurò un certo ostracismo in certi ambienti, ma quello era il suo stile e bene fece comunque a seguirlo piuttosto che fingersi avanguardista. Del resto è come per il carattere: ciascuno ne ha uno proprio e non si può piacere a tutti ed è bene che sia così.
Christopher Spiteri era il solista alla tuba e Andrea Mocci al sax nel pezzo di Milhaud; se la sono cavata piuttosto bene. L'orchestra ha suonato con qualche piccola incertezza ma nel complesso bene con bel suono anche se non del tutto omogeneo. La perfezione non era comunque la cosa più importante; era importante invece applaudire quei giovani agli inizi della loro, si spera, buona carriera.
Bel pubblico di parenti e amici; bei giovani.
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