Il concerto di domenica del ciclo Haydn era intitolato "Il divertimento" che potrebbe essere il titolo di ogni concerto con musiche di Haydn dato che Haydn gioca in continuazione con la musica facendo false partenze, o false conclusioni, mettendo apposta note sbagliate che successivamente corregge, ecc.
Il divertimento in questo caso era dovuto al fatto che Haydn scherza direttamente con il pubblico, come nel secondo movimento della sinfonia n. 94 "La sorpresa" dove dopo un soporifero temino ripetuto due volte, la seconda in pianissimo, piazza un improvviso accordo in fortissimo tale da risveglare almeno buona parte del pubblico che nel frattempo si era assopita. Peraltro questo temino trova poi uno sviluppo mirabile che lo trasforma in qualcosa di profondamente diverso, non più un temino insignificante ma un tema di grande eleganza e sontuosità dove Haydn scherza con il materiale musicale dimostrazione questa di come da un niente si può costruire, per pura logica e divertimento intellettuale, una costruzione complessa.
All'inizio è stata eseguita la sinfonia n. 60, "Il distratto" brano ben strano con i suoi sei movimenti tratti da delle musiche di scena; musica con un sacco di temi non correlati tra loro e quindi senza una logica interna, rappresentazione musicale della distrazione e della sbadataggine e dove, ad esempio, nel trio del minuetto l'oboe se ne va per i fatti suoi, e nell'ultimo movimento gli archi si accorgono di essere scordati e quindi iniziano ad accordarsi per poi terminare di gran carriera il brano.
In mezzo il concerto in Re maggiore per pianoforte. I concerti per pianoforte di Haydn certamente non sono complessi come quelli di Mozart ma sono piacevolissimi. Questo poi, il più famoso di tutti, ha un primo tempo molto brillante, uno stupendo secondo tempo di grande sensibilità e melodicità ed un finale, un rondò all'Ongharese che strizza l'occhio alla musica popolare ma, come accade anche in Mozart, le concessioni al popolare di Haydn non vanno mai a detrimento della grandezza dell'arte.
Bravissimo Simone Pedroni nel concerto che ha suonato con grandissima sensibilità e humor e che si è prodotto poi in un bis chopiniano, una mazurca, saldando così un compositore morto nel 1809 ad uno nato nello stesso anno.
Bravo come al solito Giuseppe Grazioli e brava l'orchestra, precisa e briosa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento