lunedì 12 aprile 2010

Il Quartetto dei Solisti della Verdi

Sabato sera ho potuto ascoltare un bel concerto mozartiano al Politeatro di viale Lucania, con bis sudamericani, del Quartetto dei Solisti della verdi, Luca Santiello e Lycia Viganò, violini, Gabriele Mugnai, viola e Mario Grigolato, violoncello, ovvero le prime parti degli archi dell'orchestra sinfonica, esclusi i contrabbassi.
Di Mozart hanno eseguito due divertimenti, KV 136 e 138, che non sono propriamente dei quartetti per archi, e il quartetto KV 156, scritto a Milano nel 1772.
E' molto istruttivo ed interessante vedere un quartetto che suona perchè, più ancora che in un'orchestra sinfonica che è composta di alcune decine di persone, in un quartetto si vede come la musica sia non solo un'arte per la esercitare la quale è necessario saper suonare bene, ma è un'arte che si esercita anche con lo sguardo nella ricerca continua dell'accordo con gli altri e della reciproca complicità. Non assomiglia dunque all'amore, e lo sguardo non è forse il primo mezzo che si utilizza per stabilire un contatto con gli altri, un rapporto, una relazione? Questo rende molto interessante il fare musica. E' sicuramente bello fare il solista, e noi italiani siamo un popolo che tende a fare il solista più dei tedeschi, degli olandesi, ecc. ma in realtà la massima espressione del fare musica, i tedeschi direbbero musizieren, sta nell'ascoltarsi reciprocamente per approdare assieme ad un accordo e ad un risultato condiviso. Ciò non significa che nel rapporto tra musicisti che suonano assieme tutto fili via liscio senza alcuna discussione, anzi, come ricordava in un'intervista il grandissimo Paolo Borciani, primo violino del mitico Quartetto Italiano, si litiga, eccome!
Detto questo questo nuovo quartetto ha suonato molto bene. Sicuramente giova il fatto che i quattro suonino già assieme da molti anni, da quando l'orchestra si è formata nel 1993, ma un conto è suonare in orchestra ed un'altro è uscire in prima fila ed esporsi apertamente come sei costretto nella musica da camera. Ci vuole un certo temperamento e una bella personalità, anzi quattro belle personalità e quattro teste pensanti.
La formazione, una donna al secondo violino e tre uomini, ricalca quella del Quartetto Italiano dove al secondo violino c'era la grandissima Elisa Pegreffi, che tra l'altro era la moglie del primo violino. Qui non è così ma i Luca e Lycia si conoscono praticamente da quando sono nati e hanno fatto percorsi di studi paralleli. Lycia, inoltre, che qualche anno fa sembrava un po' timida, quasi con una certa ritrosia nei confronti del pubblico, sta dimostrando invece un bel carattere e una bella personalità. Suona inoltre benissimo con un bel suono. Vederla suonare stabilendo sempre un accordo con il primo violino e la viola, strumenti con i quali aveva maggiori relazioni, è stato molto bello e valorizzava molto il ruolo del suo strumento nell'economia del discorso musicale. Ma in un quartetto certamente non si possono fare graduatorie di importanza tra gli strumenti, anche se nel quartetto del '700 c'è un certo predominio del primo violino; credo quindi che a tutti e quattro farà bene suonare in quartetto e li attendo in nuovi cimenti.

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