Nel quinto concerto dedicato ad Haydn sono state eseguite la sinfonia 38, "L'eco", la 45, "degli addii" e la sinfonia concertante.
La sinfonia 38, scritta nella seconda metà degli anni '60 del '700, è un brano pieno di energia con trombe e timpani, la tipica sinfonia festiva in do maggiore. Il nome "L'eco" deriva dal secondo movimento dove ai violini primi rispondono sempre i violini secondi ad una battuta di distanza suonando con i sordini; si crea così un effetto di non finito perchè la musica che sembra finire in realtà non finisce perchè c'è sempre l'eco. La sinfonia ha poi un aspetto curioso che consiste nel fatto che improvvisamente nel trio del minuetto compare l'oboe che prima, nei precedenti movimenti, non suonava. Ciò dipende dal fatto che Haydn, arrivato a quel punto nella composizione, apprende che in orchestra arriva un oboista, il virtuoso Vittorino Colombazzo, e così inserisce l'oboe in orchestra e trasforma la sinfonia quasi in un concerto per oboe e orchestra, vista anche la difficoltà della parte nel finale.
La sinfonia concertante, del 1792, fu scritta per la società dei concerti del violinista ed impresario Salomon, colui che lo aveva invitato a Londra e gli aveva commissionato 12 nuove sinfonie. Il genere della sinfonia concertante andava per la maggiore in quei tempi ed era un genere molto redditizio e Salomon aveva bisogno di un nuovo brano per contrastare la concorrenza di Pleyel, suo concorrente. Haydn, per gratitudine nei suoi confrronti, scrisse questo bel brano ed affidò al violino, lo strumento di Salomon, una parte solistica molto espressiva che raggiunge il momento più intenso nel finale con un recitativo che introduce l'allegro conclusivo. Un bel brano con un allegro iniziale aperto e una serenità venata talvolta da una nota di nostalgia, un andante centrale assolutamente classico e affettuoso.
La sinfonia 45, del 1772, è una grande sinfonia Sturm und Drang. Ha un primo movimento estremamente agitato ed ansioso e un minuetto strano, con note "sbagliate". Anche il finale inizia in modo agitato. Ad un certo punto però il discorso si interrompe ed inizia un adagio che porta alla conclusione la sinfonia con una riduzione progressiva degli strumenti fino alle ultime battute nelle quali suonano solo due violini; è previsto che gli strumentisti che terminano la propria parte si alzino e se ne vadano in modo che alla fine restano due violini e il direttore che se ne vanno anche loro.
Come al solito l'ascolto di Haydn è quanto di più rigenerante per lo spirito. Le esecuzioni sono state ottime con un grande oboe nella sinfonia 38, i quattro solisti nella concertante, prime parti dell'orchestra, violino, violoncello, fagotto e oboe, Luca Santaniello, Mario Grigolato, Andrea Magnani ed Emilano Greci nell'ordine che sono usciti gloriosamente dalla difficile scrittura di Haydn e una bella sinfonia 45 dove alla fine, nel buio della sala sono rimaste le due prime parti dei violini I e II, Gianfranco Ricci e la brava e bella Lycia Viganò, che camminando verso l'uscita suonavano le ultime note.
Grande successo di un pubblico particolarmente folto.
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