mercoledì 21 settembre 2011
Boulez dirige Mahler
Ieri ho acquistato un doppio CD nel quale Boulez dirige la Lucerne Festival Academy Orchestra, un'orchestra fondata nel 2004 e formata da giovani provenienti da vari paesi. Le registrazioni sono relative a concerti fatti tra agosto e settembre 2010. Il primo CD è dedicato a musiche di Webern (passacaglia op. 1 e variazioni op. 30) e Stravinskij (Le chant du rossignol), mentre nel secondo CD c'è la VI sinfonia di Mahler. Tralascerei Webern e Stravinskij perché è evidente l'autorevolezza di Boulez in quel repertorio e verrei invece a Mahler.
Dico subito che sono uscito dall'ascolto entusiasta ed anche commosso come poche volte mi è capitato, e questo è strano perché Boulez è un musicista famoso soprattutto per le sue capacità di analisi delle partiture che dirige, per il controllo assoluto di tutti i parametri musicali, che gli deriva di certo dall’essere lui stesso un compositore, il che porterebbe al rischio di una certa freddezza: cioè tutto è perfetto, nulla viene tralasciato ma nel complesso non ti dice niente. Invece nulla di tutto ciò accade. Innanzitutto i tempi sono perfetti. Ascoltando mi veniva in mente ciò che Mahler diceva sui tempi giusti, che sono quelli per cui si riesce a percepire tutto quello che c'è dentro la musica e il limite nella velocità è proprio quello per cui i suoni tenderebbero a scivolare o a comprimersi diventando poco chiari. Con Boulez si sente letteralmente tutto. Poi c'è il discorso della fedeltà al testo. Boulez ha una precisione nell'esecuzione delle dinamiche, degli sforzando, dei pp subito, dei crescendo e decrescendo anche i più fulminei che si svolgono nell'arco di quattro note che è incredibile. Se si unisce a questo la sua maestri nel farti sentire la linea principale del canto che passa attraverso le varie sezioni orchestrali ne viene fuori che l’opera musicale viene assolutamente vivificata, ri-creata, diventa realmente un organismo vivente e non solo l’ennesima esecuzione mahleriana che oggi è in grado di fare anche il più scalzacane di direttore. Le esecuzioni di Mahler sono spesso piene di luoghi comuni che sono francamente diventati insopportabili e quindi Boulez, che non conosce luoghi comuni, fa l’impressione di acqua fresca di fonte. Mi ha fatto lo stesso effetto che mi fa Toscanini come esecutore di Beethoven. Cioè, innanzitutto si deve eseguire bene quello che l’autore ha scritto, e da questo, sostenuti dallo stesso materiale musicale, dalla sua forza intrinseca esce poi la passione, la gioia, il dolore e tutto quello che uno ci vuole vedere e ti fa ascoltare l'opera come se fosse la prima volta di un grande amore. Inoltre Boulez fraseggia e batte il tempo in modo impareggiabile. Ci sono dei passaggi nel convulso finale che con il tempo giusto e i piani sonori a posto, ovvero con una ottima concertazione, risultano illuminati da una chiarezza assoluta. Memorabile lo scherzo dove nel finale la frammentazione del materiale musicale viene realizzato senza alcun rallentando; la rarefazione stessa della musica dà l’impressione che il tempo venga ritenuto ma in realtà non è così. L’andante viene eseguito con una linea di canto impeccabile e caldissima e il primo movimento con grande veemenza, con uno sviluppo mai sentito così chiaro nell’intrico della polifonia e con una coda dove, a 3 prima di 45, c’è un ritenuto e un molto ritenuto dove il tema di Alma viene quasi urlato in uno spasimo che mi dato un brivido mai sentito in altre esecuzioni. L’occhio era un pochino umido ma era dovuto non a un generico sentimentalismo, che mi è sconosciuto, ma alla percezione più grande dell’arte e della passione.
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Ciao Guglielmo,
RispondiEliminaho visto che però esistono 2 versioni della seconda di Mahler dirette da Boulez (la prima del 2005 anche in video e la seconda del 2006 per la DG), le conosci entrambi? Che differenze hai notato?
Buoni ascolti
Marco
No, non conosco molto le esecuzioni di Boulez fatte con la DG anche se mi ero ripromesso di conoscerle meglio, però sono stato un po' frenato dal fatto che avevo fatto un po' una indigestione di Mahler. Ma recupererò. A presto.
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