sabato 22 gennaio 2011

Requiem di Verdi


Nell'ultimo concerto in Auditorium la Zhang ha diretto il Requiem di Verdi. Lo aveva già fatto l'anno scorso; probabilmente quest'anno l'esecuzione è stata migliore.
Manca ancora, qua e là, una certa profondità che si traduce in quel suono cupo, scuro che Abbado, non sempre, riusciva a tirare fuori dall'orchestra della Scala negli anni '70, quando eseguiva il Requiem in tutte le stagioni sinfoniche.
Ascoltando l'esecuzione avrei avuto da ridire un po' su tutto, anche se nel complesso la Zhang ha diretto con coerenza. Il momento migliore è stata probabilmente la sequenza dal Rex tremendae al Lacrymosa. Mancato completamente, invece, il Tuba mirum dall'inizio al fortissimo, con un crescendo privo di intensità (sentire Toscanini nel 1951!).
Bello il Libera me Domine finale con la brava soprano Serena Daolio, che ha retto molto bene l'impatto con quel brano così difficile.
La dimensione finale del Requiem di Verdi è l'approdo al silenzio, un silenzio pieno di timore e di speranza. Ricordo come Abbado realizzava da maestro quella situazione nella quale ti senti talmente piccolo da non riuscire a dire altro se non stare in silenzio. L'applauso, poi, arrivava per forza perchè bisogna pur ringraziare chi ha suonato e cantato. Il silenzio della Zhang c'era ma non era abbastanza profondo. Potrà migliorare molto con gli anni.
Comunque bravi i cantanti, a parte il basso Alexei Tanovitski un po' troppo stentoreo, ottimo il coro e l'orchestra con qualche piccola imprecisione (il primo corno alla fine!).
Sala quasi esaurita e grande successo per tutti.

Nessun commento:

Posta un commento