domenica 30 gennaio 2011
Concerto di Helmuth Rilling
Nell'ultimo concerto alla Verdi è tornato Helmuth Rilling con Schubert e Mendelssohn.
Di Schubert è stata eseguita la trascrizione fatta da Mahler del quartetto "Der Tod und das Mädchen" (La morte e la fanciulla) di Schubert (D810) del 1824. Il quartetto deriva il titolo da un lied scritto nel febbraio 1817 dall'identico titolo. Un lied di una pagina dove si svolge un dialogo tra una fanciulla e la morte, che in tedesco è maschile. La fanciulla invoca la morte di andarsene perchè è ancora giovane e la morte le risponde
Dammi la mano, bella e incantevole creatura
sono amico e non vengo per punirti.
Coraggio, non sono cattivo,
dormirai dolcemente tra le mie braccia.
Il lied ha un'introzione al pianoforte che rappresenta l'entrata in scena della morte. A questa segue la reazione della ragazza, cui segue la replica della morte, sulla stessa musica dell'introduzione che porta alla conclusione il brano in un clima di immobilità.
Proprio questa musica viene utilizzata da Schubert come tema per il secondo movimento del quartetto, tema che viene sviluppato in una serie di variazioni il cui tono varia tra l'elegiaco e il drammatico fino alla rassegnazione della chiusa.
Attorno a questo brano, Schubert costruisce gli altri movimenti del quartetto componendo un primo movimento drammatico e contrastato che si chiude in modo angosciato. Lo scherzo ha una prima parte molto ritmata ed un trio idilliaco, che nella trascrizione mahleriana diventava quasi un dialogo tra uccellini in un bosco. Il finale è una tarantella infernale, una vera danza della morte che tutto travolge.
La trascrizione di Mahler prevede la divisione dei violini e l'uso dei sordini per creare effetti particolari nel secondo movimento. I contrabbassi sono usati a scopo coloristico per rafforzare alcuni effetti. Impressionante la parte finale del primo movimento, con un colore livido carico d'angoscia.
Di Mendelssohn è stata eseguita, in apertura, l'overture di Athalie, da Racine, e in chiusura la sinfonia Italiana. Questa strana sinfonia che inizia in la maggiore e termina in la minore, che nel catalogo è la numero 4, in realtà è la terza e non fu mai pubblicata vivo Mendelssohn che, dopo la prima esecuzione londinese del 13 maggio 1833, la revisionò nel 1834 e non la considerò mai del tutto terminata. Normalmente si esegue la versione standard che corrisponde a quella della prima esecuzione del 1833, pubblicata da Breitkopf nell'ambito delle opere complete. Nel 2004 Hogwood eseguì con la Verdi la versione corrispondente alla versione revisionata da Mendelssohn e rimasta inedita fino al 1980. Ne esiste una bella esecuzione discografica fatta da Oleg Caetani che sono corso ad acquistare dopo aver sentito il concerto perchè la versione revisionata mi era piaciuta veramente molto. Tra le varie edizioni standard, invece, su tutte metto Toscanini che esegue il terzo movimento "Con moto moderato" come meglio non si potrebbe rispettando rigorosamente le differenziazioni tra legato e non legato fraseggiando da grande maestro di musica.
Rilling ha eseguito la versione standard dirigendo con grande precisione e bella eleganza, ma anche con vigore.
Ottima prova dell'orchestra chiamata ad una prova impegnativa sia in Schubert sia in Mendelssohn.
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Buongiorno, ho avuto anch'io la possibilità di assistere ed apprezzare il concerto della settimana scorsa all'auditorium.
RispondiEliminaIn particolare mi domandavo se della trascrizione di Mahler del quartetto per archi di Schubert è reperibile una buona esecuzione in CD. Sarei curioso di confrontarla con la versione originale di Schubert.
Saluti,
Federico.
Esistono alcune edizioni discografiche di quella trascrizione, una con la Concertgebouw Chamber Orchestra, una con la Carl Philipp Emanuel Bach Chamber Orchestra ed una con la Amsterdam Sinfonietta diretta da Lev Markiz per la BIS; tutte le registrazioni includono anche la trascrizione del quartetto "Serioso" di Beethoven.
RispondiEliminaSaluti
Non conoscevo la versione riveduta della sinfonia di Mendelssohn. Grazie!
RispondiEliminaGuarda che non è male. Mendelssohn ha fatto una revisione come se un pittore, avendo fatto il disegno base, cominciasse ad aggiungere particolari e modificasse qualche linea. Si sente soprattutto nel II e III movimento dove modifica leggermente l'armonia e rende più rotonda la melodia. Il finale invece è praticamente identico alla versione conosciuta.
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