lunedì 11 ottobre 2010

Mozart e Accardo

Nell'ultimo concerto in Auditorium abbiamo avuto Salvatore Accardo che da direttore d'orchestra ha eseguito due brani di Mozart, la Serenata Haffner e la sinfonia Linz.
E' naturale che trattandosi di Mozart si abbia a che fare con musica ai massimi livelli ma nel caso della serenata Haffner, composta a vent'anni, per me siamo oltre l'umano. Mia moglie, che non la conosceva, ne è rimasta ammutolita al primo ascolto perchè se è sempre difficile parlare di musica, in questo caso è addirittura impossibile. Non ascoltavo da anni la serenata per cui me la sono trovata davanti mentre si dipanava nota dopo nota e così sono stato investito da improvvisi ricordi, da cose che avevo dimenticato e che mi ripresentavano davanti dopo anni. E' stato come ritrovare un vecchio amico che aveva tantissime cose da dirti. Che dire, infatti di brani come il secondo movimento, o il sesto, o il settimo? Sono brani dove quella che una volta si chiamava fantasia, oggi lo chiamiamo genio, non termina mai di creare situazioni nuove con elementi minimi (non minimalisti!). Insomma, un brano clamoroso che per un'ora ti tiene attaccato all'ascolto senza una minima caduta di attenzione. A tutto ciò ha giovato l'ottima esecuzione di Accardo, che nel concertino per violino (movimenti 3, 4 e 5) ha cercato un suono sottile, con poco vibrato, purissimo. E' stata un'esecuzione che mi ha trovato d'accordo in tutto, perchè andava a cogliere ogni sfumatura e non ha lasciato per strada alcun particolare. Insomma, secondo me Accardo questa musica l'ha proprio capita, e questa non è una cosa banale a dirsi, perchè talvolta ho l'impressione che certi suonatori suonino le note ma capiscano poco il senso di ciò che suonano. L'orchestra ha risposto al meglio dando una grande prova di dedizione a una musica tanto bella quanto difficile e poco eseguita.
PS
Oggi è il compleanno di mio figlio (tanti auguri, Davide!), che fa i 22 anni, e che in qualche modo collego sempre a Mozart. Quando nacque prematuro ebbe un non piccolo problema respiratorio che superò dopo tre giorni di pena. Quando tornai a casa quella sera, ero invaso da un sentimento che non sapevo definire se fosse di gioia o di tristezza per le difficoltà sopravvenute, un sentimento piuttosto ambiguo, proprio come la musica di Mozart. Non avevo neanche potuto vedere nè parlare con mia moglie e quella giornata che era stata imbronciata e brumosa fin dal mattino si concludeva con una pioggerella fastidiosa. Quando tornai a casa, fatte un paio di telefonate, presi il primo cd che mi capitò tra le mani e lo feci suonare. Erano le sonate da chiesa di Mozart. Così iniziò la prima sonata, che da allora in modo misterioso associo sempre a mio figlio, in un misto di tenerezza e di timore.

2 commenti:

  1. Ognuno di noi associa eventi, persone, idee alla musica in modo sempre diverso e del tutto personale. E' bello sapere vome nascono, a volte, queste associazioni. Auguri a Davide anche da parte mia. E la Haffner è qualcosa di incommensurabile.

    RispondiElimina
  2. Ma sai che mi sono quasi commosso a risentirla! Quando è iniziato il II tempo con quel ritornello sono quasi saltato sulla sedia! E pensare che per diversi anni ho detestato Mozart. Non lo capivo per niente! Non che adesso lo capisca di più, però, forse, un pochino...

    RispondiElimina