mercoledì 20 ottobre 2010
Gustav Mahler: Il mio tempo verrà
Questo periodo caratterizzato è da tanti concerti mahleriani. Abbiamo avuto la scorsa settimana la VI sinfonia, abbinata al bellissimo concerto per violoncello di Schumann, questa settimana arriva la II sinfonia "Auferstehung", abbinata al concerto KV 503 per pianoforte di Mozart e la prossima settimana avremo la VII, abbinata alla sinfonia degli "Addii" di Haydn. Come si vede sono programmi parecchio intensi e faticosi! Per quanto mi riguarda questa coppia di anni mahleriani è stata anche l'occasione per riprendere vecchi libri su Mahler che avevo letto molti anni or sono: il libro di Adorno (abbinato ad uno studio su Wagner) e quelli di Ugo Duse, esntrambi pubblicati da Einaudi. Il primo mi pare sia stato ristampato, mentre il secondo forse non si trova più se non su Maremagnum.com. Ho preso anche un nuovo libro che è uscito recentemente a cura del Saggiatore che si intitola: Gustav Mahler: Il mio tempo verrà.
Non è uno studio o una biografia, ma è una raccolta molto ampia (742 pagine!)di saggi ed interventi scritti da varie persone dal 1901 al 2010. Si va da Thomas Mann ad Arthur Schnitzler, da Schoenberg a Glenn Gould, Da Quirino Principe a Pierre Boulez, da Bernstein a Bruno Walter. Vi sono scritti anche di persone che frequentarono direttamente Mahler e che ce ne danno un ritratto molto caratteristico e privato, un ritratto dal vivo.
Uno degli aspetti trattati fin dal primo intervento del 1901 di Ludwig Schiedermair, che scrisse nel 1901, ai tempi della V sinfonia, il primo saggio su Mahler, è la questione dei programmi associati alla musica di Mahler e poi da Mahler stesso tutti ritirati perchè ritenuti fuorvianti. Evidentemente già allora ci si poneva la questione se questa fosse musica assoluta o a programma. Il tema resta sempre d'attualità perchè la musica di Mahler sembra sollecitare sempre l'associazione ad un programma. Ad esempio la VI sinfonia ascoltata la scorsa settimana, vuoi per la storia del martello nell'ultimo movimento (due o tre colpi? il terzo colpo lo si deve eseguire o no? coso sono questi colpi di martello? quali sarebbero state le intenzioni definitive sul terzo colpo?), vuoi per il motto costituito dalla triade maggiore/minore che dall'inizio alla fine imperversa, vuoi per il tema di Alma del primo tempo, per i giochi dei bambini dello scherzo che vanno a finire parecchio male, peraltro (come secondo movimento o come terzo? come cambia l'interpretazione della sinfonia se si scambiano i due movimenti centrali? quali erano le intenzioni finali di Mahler sulla disposizione dei due movimenti?), insomma, per un sacco di motivi la VI sinfonia si è sempre prestata, più di altre, ad essere associata ad un racconto, ad una narrazione, ad una storia, ad un programma che forse non c'era affatto. Anzi forse è un segno di debolezza di questa musica se si sente sempre la necessità di invocare un programma, l'eroe che soccombe ai tre colpi, ecc. Tutto sommato rimango abbastanza indifferente a queste interpretazioni anche perchè tutto ciò non appartiene al Mahler migliore che nella VI sinfonia si troverà invece nel momento centrale del I movimento, nell'andante (come III movimento!) così sereno e triste nelle reminiscenze dei Kindertotenlieder, in certi passaggi dello scherzo (come II movimento!) e nei corali del finale, corali che solitamente, vedi Bruckner, sono sempre stati associati a momenti assolutamente saldi, forti e felici, e che Mahler ribalta in una totale negatività. Il Mahler più bello è quello che parla sottovoce, è quello di un dialogo tra un corno ed un oboe, è quello del "Das Lied von der Erde" dove il distacco dalla terra e dalla vita viene sussurrato nell'"ewig" finale fino allo spegnimento nella consapevolezza di quale distanza ci sia tra la breve vita degli uomini e l'eternità del ritorno delle albe e dei tramonti. Nella VI sinfonia Mahler invece si agita, diventa parossistico, urla una musica che non si esegue mai abbastanza forte. Personalmente non esco molto sconvolto dalla VI sinfonia mentre mi turba molto di più un lied come "Ich bin der Welt abhanden gekommen" dai Ruckert Lieder dove la più suprema arte dell'orchestrazione è messa al servizio dell'espressione poetica.
Consiglio molto questo nuovo libro su Mahler che fornisce innumerevoli spunti di riflessione e di interesse.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Prezioso come sempre, cugino caro!
RispondiEliminaCorro a comperarlo.
P.s. Ho appena comperato 2 sinfonie (3' e 5') dirette da Zander con un cd a parte con il suo commentonche spiega l'opera passo passo, magnifico