Domenica alla Scala si terrà il tradizionale concerto fuori abbonamento della prossima stagione sinfonica della Verdi. Dirigerà il suo direttore, la Zhang con un programma tutto dedicato a Beethoven di cui eseguiranno la Fantasia in do minore per pianoforte, orchestra e coro Op. 80 e la IX sinfonia.
La Fantasia fu composta velocissimamente ("una notte" dice Beethoven in una lettera del 21 agosto 1810 all'editore Breitkopf) nel dicembre 1808 e fu eseguita nello stesso anno nella famosa accademia del 22 dicembre quando furono anche eseguite, per la prima volta, la V e VI sinfonia, una replica del IV concerto per pianoforte e orchestra e altri brani.
La fantasia ha una struttura molto curiosa ed originale in due parti. La prima parte è un adagio per il pianoforte solo che fu composto nel 1809 mentre nella prima esecuzione fu improvvisato dallo stesso Beethoven. E' un brano drammatico dal carattere di preludio che si conclude con un gesto drammatico e violento a cui seguono grandi arpeggi che portano alla seconda parte, denominata Finale dove Beethoven scrive "Qui si dà un segno all'orchestra o al direttore di musica". Nel Finale, dopo una breve introduzione che si conclude con richiami di corni che ricordano la sonata degli "Addii" Op. 81a, il pianoforte introduce il tema che si svilupperà poi in una serie di variazioni. Questo tema è identico a quello del lied Gegenliebe scritto tra il 1794 e 1795. Nelle cinque variazioni che seguono entrano nell'ordine il flauto, i due oboi, i due clarinetti con il fagotto, il quartetto degli archi, tutta l'orchestra. A queste seguono tre variazioni che amplificano il discorso, un Allegro molto, un Adagio ma non troppo e una Marcia, assai vivace che porta alla conclusione del brano con l'ingresso del coro che amplifica dal punto di vista sonoro il tema fino alla perorazione finale.
In questo brano Beethoven si pone per la prima volta il problema dell'integrazione delle voci con la musica strumentale. A un progetto del genere aveva già pensato per il finale della VI sinfonia, "Pastorale", senza darvi però seguito. Nel caso della Fantasia Beethoven utilizzò un testo scritto in fretta e furia dal poeta Christoph Kuffner (su indicazioni dello stesso Beethoven) che inneggia all'armonia, alla pace ed agli incanti creati dai suoni, alle gioie dell'arte.
Viene sempre fatto un parallelo tra questo brano e il finale della IX sinfonia, di cui sarebbe una specie di anticipazione, considerata l'analogia, abbastanza remota, tra le melodie principali dei due brani.
Le affinità però finiscono lì perchè nella IX sinfonia Beethoven introdurrà subito le voci dopo una breve e stringata introduzione e il tema verrà sviluppato e variato sempre con la presenza delle voci, mentre nella fantasia il coro entra solo alla fine, quasi come un elemento puramente decorativo.
Sarà un tutto esaurito.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento