Arriviamo al penultimo concerto della stagione ufficiale ancora con la Zhang, che dirige il suo ultimo concerto di quest'anno proponendo ancora Beethoven e Mahler, come assaggio della prossima stagione dove Mahler sarà molto presente essendo il 2010 il 150° anniversario della nascita e il 2011 il 100° anniversario della sua scomparsa.
Esaurite le sinfonie di cui la Zhang quest'anno ha eseguito la I, II, III, IV, VII, la Missa solemnis ed alcune ouvertures, questa volta, dopo il IV concerto per pianoforte di qualche settimana fa, è stata la volta del concerto per violino che ha eseguito con la giovane violinista Jennifer Koh.
Il concerto per violino, in genere, è una specie di conversazione tra orchestra e strumento solista che si parlano, si rispondono, allargano il discorso, divagano, fanno delle perorazioni trovando alla fine un punto d'accordo. Il concerto di Beethoven, figlio di quelli grandissimi di Mozart, non smentisce questa impostazione pur mostrando un colore più scuro, una certa ombrosità e introspezione fin dal primo movimento che inizia su sommessi colpi di timpano e si sviluppa poi con un tema molto lirico e meditativo. Nel secondo movimento abbiamo un'aria d'opera italiana con variazioni e con momenti bellissimi come l'episodio del violino accompagnato dai pizzicati degli archi. Sulla cadenza finale del movimento lento attacca il finale, un rondò con un tema molto semplice che rimane facilmente in mente, piacevole, pastorale e vagamente umoristico.
La Jennifer, come si direbbe a Milano, ha suonato con grande temperamento anche a rischio di sporcare qualche nota del suo bellissimo Stradivari del 1727 ex Grumiaux, ex General DuPont. La Zhang ha ben diretto dimostrando ancora una volta quanto Beethoven le si addica.
A seguire, Mahler, quello della prima sinfonia scritta tra il 1884 e il 1888 con varie revisioni successive, programmi scritti e poi eliminati perchè giudicati fuorvianti e superflui, un movimento, che occupava il secondo posto, Blumine, eliminato.
Questa sinfonia è chiaramente divisa in due parti, la prima formata dai movimenti I e II e la seconda dai movimenti III e IV. Che questa divisione esista è evidente all'ascolto, quando l'inizio del terzo movimento segna un cambio di scenario drastico rispetto ai primi due movimenti; lo stesso Mahler prescrive, alla fine del secondo movimento una "ziemlische Pause" ovvero una pausa considerevole. Una cosa analoga verrà prescritta anche nella II sinfonia dove, alla fine della prima parte costituito dal I movimento, Mahler prescrive una pausa di 5 minuti.
Questa sinfonia usa materiale preesistente proveniente dal ciclo dei "Lieder eines fahrenden Gesellen".
Nel primo movimento, dopo un inizio in cui si assiste al risveglio della natura su un pedale sovracuto degli archi e con gli strumenti a fiato che suonano "Wie ein Naturlaut" (con un suono di natura) prevalentemente per quarte discendenti e lontane fanfare, entra il primo tema che viene dal secondo lied del ciclo: "Ging heut morgen übers Feld"
Ging heut’ morgen übers Feld,
Tau noch auf den Gräsern hing;
sprach zu mir der lust’ge Fink:
„Ei du! Gelt? Guten Morgen! Ei gelt? Du!
Wird's nicht eine schöne Welt?
Zink! Zink! Schön und flink!
Wie mir doch die Welt gefällt!
“Auch die Glockenblum’ am Feld
hat mir lustig, guter Ding’,
mit den Glöckchen klinge, kling,
ihren Morgengruß geschellt:
„Wird’s nicht eine schöne Welt?
Kling, kling! Schönes Ding!
Wie mir doch die Welt gefällt! Heiah!
“Und da fing im Sonnenschein
gleich die Welt zu funkeln an;
alles Ton und Farbe gewann im Sonnenschein!
Blum und Vogel, groß und klein:
„Guten Tag! Ist's nicht eine schöne Welt?
Ei du! Gelt? Schöne Welt?
“Nun fängt auch mein Glück wohl an?
Nein! Nein! Das ich mein’,
mir nimmer blühen kann!
ovvero
Stamani andavo per i prati,
la rugiada imperlava ancora l’erba;
l’allegro fringuello mi disse:
“Ehi, tu! Buongiorno! Tutto bene?
Non sarà bello questo mondo?
Zink! Zink! Bello e leggero!
Come mi piace il mondo!
”Anche la campanula nel prato,
di buon umore, con la sua campanella,
din, din, mi ha suonato
il suo saluto mattutino:
“Non sarà bello questo mondo?
Din, din! Bello!
Come mi piace il mondo! Ehi-a!
Ed allora sotto la luce del sole
il mondo iniziò a scintillare;
a tutto la luce del sole diede suoni e colori!
Fiori e uccelli, grandi e piccoli:
“Buongiorno! Non è bello il mondo?
Ehi tu! Tutto bene? Non è un bel mondo?
“Forse comincia qui la mia felicità?
No! No! Quella che intendo io,
non potrà mai più rifiorire!
Questo tema verrà elaborato e portato in trionfo alla fine del movimento.
Il secondo movimento, uno scherzo con un bellissimo trio viennese con suoni portati, piccoli ritardi e piacevolezze da operetta, cita invece un lied giovanile "Maitanz im Grünen" (Danza di maggio sull'erba) del marzo 1880.
Con il terzo movimento cambia completamente il panorama. Se prima avevamo sole, prati fioriti, uccellini e piacevoli intrattenimenti, ora abbiamo una strada percorsa da un corteo funebre accompagnato da musica da strada di seconda categoria. Si tratta di una marcia funebre intonata sul tema di Fra Martino campanaro in minore estravolto nella strumentazione dove fanno irruzione elementi grotteschi e volgari. Nel mezzo, a mo' di trio, un momento dolcissimo che cita il IV lied del ciclo dei "Lieder eines fahrenden Gesellen", "Die zwei blauen Augen von meinem Schatz" (I due occhi azzurri del mio tesoro"
Die zwei blauen Augen von meinem Schatz,
die haben mich in die weite Welt geschickt.
Da mußt’ ich Abschied nehmen
vom allerliebsten Platz!
O Augen blau! Warum habt ihr mich angeblickt?
Nun hab’ ich ewig Leid und Grämen.
Ich bin ausgegangen in stiller Nacht
wohl über die dunkle Heide;
hat mir niemand Ade gesagt. Ade!
Mein Gesell’ war Lieb’ und Leide!
Auf der Straße steht ein Lindenbaum,
da hab’ ich zum ersten Mal im Schlaf geruht.
Unter dem Lindenbaum, der hat seine Blüten
über mich geschneit, da wußt’ ich nicht
wie das Leben tut, war alles, ach, alles wieder gut!
Alles! Alles, Lieb’ und Leid,
und Welt und Traum!
ovvero
I due occhi azzurri del mio tesoro,
mi hanno mandato lontano nel grande mondo.
Ora devo prendere congedo
dal luogo che più amo!
Oh, occhi azzurri! Perché mi avete guardato?
Ora in eterno proverò dolore ed ansia!
Sono uscito nella notte silenziosa
per la campagna scura;
nessuno mi ha detto addio. Addio!
Miei soli compagni erano amore e dolore!
Sulla strada si trova un tiglio,
là, per la prima volta, mi sono riposato dormendo.
Sotto il tiglio, che versava su me
i suoi fiori, io non mi ricordavo più
com’è la vita, e tutto, ah, tutto era ancora bello!
Tutto! Tutto! Amore e dolore,
e il mondo e il sogno!
dove si vede, dal confronto col il lied, quanto questo movimento sia un cammino in un mondo oscuro e silenzioso, fatto di morte e di dolore.
Nel finale, che parte con un clamoroso colpo di piatti, verranno ripresi ancora temi dei movimenti precedenti ed in particolare quello dell'inizio della sinfonia, per quarte discendenti, che verrà portato in trionfo.
Si tratta certamente di una delle più grandi ed originali prime sinfonie di tutto l'800!
Qui devo dire che la Zhang un pochino mi ha deluso. Non si tratta di tecnica, che è stata ineccepibile, ma di un certo modo di porgere le frasi, di un sentimento che veniva un po' a mancare. Ad esempio, a metà del primo movimento la musica si dovrebbe trattenere e dovrebbe molto indugiare. Mahler scrive "Etwas zurückhaltend" (ritardando un po') per tre volte consecutive e poi "Sehr zurückhaltend" (molto ritardando). La questione non è solo di quanto si indugia ma di come si indugia e di quale suono si fa uscire dall'orchestra. La Zhang era sempre troppo chiara, cristallina, senza ombre. Perfetta ma non basta (vedi Bernstein!).
Fortunatamente ha fatto tutti i ritornelli, compreso quello del primo movimento. Lo dico perchè, ad esempio in Beethoven, pur nella bellezza delle sue esecuzioni, non ha mai fatto un ritornello e, secondo me, questo non va bene, soprattutto in una sinfonia come l'Eroica, dove lo stesso Beethoven diceva che il ritornello andava fatto per questioni di equilibrio interno.
Folto pubblico e grande successo per una direttrice che si è conquistata il favore dell'orchestra (ha un gesto impeccabile) e del pubblico.
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