Anche la serie dei concerti di Haydn è giunta alla sua conclusione. Questa volta il tema era il teatro, ovvero i legami tra l'opera di Haydn e il teatro. Indubbiamente, se Haydn oggi è in genere abbastanza o ben conosciuto per le sue sinfonie, gli oratori, alcune messe, i quartetti, qualche trio, qualche concerto, certamente lo è molto meno per le sue opere. Non so quante occasioni si presentino per ascoltare opere come "Il mondo della luna", "L'isola disabitata", "La fedeltà premiata", "L'incontro improvviso", ecc. Credo siano molto poche. Haydn però, soprattutto in un certo periodo, dovette scrivere molte opere per la corte ed anche musiche di scena. Una di queste musiche di scena, del 1777, furono "I tre sultani". Uno dei brani, che ritrae la moglie del sultano Roxelane, divenne immediatamente famosissimo anche grazie ad una sua trascrizione per il pianoforte. Poichè Haydn, nel frattempo, doveva anche scrivere sinfonie, pensò bene di prendere questa musica, e di farne il secondo movimento di una sinfonia, al quale antepose un primo movimento che altro non è se non la sinfonia dell'opera "Il mondo della luna", riciclando inoltre un minuetto e un finale che aveva già composto, per poi sostituirli con due nuovi movimenti, minuetto e finale, di nuova composizione. Così abbiamo questa sinfonia, la numero 63, in due versioni diverse.
L'altra sinfonia eseguita, la numero 103 del 1795, si chiama "Mit dem Paukenwirbel", ovvero "Con il rullo di timpani" che è un po' riduttivo in quanto Wirbel significa anche turbine, vortice, baccano, che, unito al fatto che Haydn scrive sulla parte del timpano, che inizia la sinfonia da solo, la parola "Intrada" che viene ripetuta anche poco prima del termine del primo movimento, sta a significare che il timpanista dovrebbe fare non una semplice rullata ma un'improvvisazione sui timpani, quasi un richiamo d'attenzione per il pubblico che magari si sta ancora sedendo o sta conversando con il vicino o sta saggiando la poltrona con i sensori posteriori per valutare quanto saporito sarà il sonnellino; insomma una specie di alzata di sipario. Ciò che segue è qualcosa di misterioso, una citazione del tema del Dies irae. Haydn ci fa entrare quindi, in modo teatrale, in un mondo sconosciuto che successivamente diventerà più sereno ma che ritornerà oscuro alla fine del movimento in modo inquietante. La sinfonia proseguirà poi con un secondo movimento che come "La Roxelane", è un tema con variazioni, un danzante Menuet e un finale, costruito su un solo tema, che, in alcuni dettagli, ha alcuni momenti che ricordano già lo Schubert delle prime sinfonie.
Tra le due sinfonie è stata eseguita l'aria da concerto "Berenice, che fai" del 1794, scritta per la soprano cremasca Brigida Giorgi Banti; un'aria molto difficile perchè richiede un'estensione vocale notevole, dal mezzosoprano al soprano leggero, che è stata ben eseguita dalla sopranoSabina Macculi.
Grazie a tutti coloro, orchestrali, solisti e al direttore Giuseppe Grazioli, che hanno reso possibile la realizzazione di questo ciclo interessante di concerti.
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